LAVELLO (PZ) : RITORNA IL PREMIO GIORNALISTICO NAZIONALE “ALBERTO JACOVIELLO”

 

 

da Michele D’Alessio (giornalista)

 

LAVELLO (PZ) – Dopo due anni di interruzione forzata, martedì sera 18 ottobre alle ore 17:00, è ritornato il Premio giornalistico nazionale dedicato ad “Alberto Jacoviello”, noto giornalista lucano scomparso nel 1996, nel suo paese natio di Lavello (PZ), nato nel 1920. Il successo, è ormai consolidato, siamo giunti alla  VI edizione del Premio giornalistico nazionale “Alberto Jacoviello”, organizzato di concerto fra l’Istituto di Istruzione Superiore “ Giuseppe Solimene”, l’amministrazione comunale e la famiglia Iacoviello. L’evento si è tenuto nell’auditorium dell’Istituto “Solimene” di Lavello, a Lui dedicato.Alberto Jacoviello è stato, per riconoscimento generale, fra i più grandi giornalisti del secolo scorso, corrispondente estero di punta, commentatore acuto di fatti nazionali, come sottolinea il nipote Vitantonio Iacoviello “…Alberto Jacoviello, primo giornalista comunista ad essere ammesso in USA ad aprire un ufficio di corrispondenza. Successivamente corrispondente da Mosca per il quotidiano “La Repubblica”. Sempre cronista imparziale dei fatti. Un esempio per tutti, le sue corrispondenze da Budapest del ’56, anno della Rivoluzione ungherese. Descrisse esattamente quello che vedeva, una rivolta di popolo, di studenti e operai. Contro la lettura che il suo partito sosteneva. Subì ostracismi, ma andò per la sua strada, con le sue idee, sempre a testa alta. Ad unanime riconoscimento della sua statura morale e professionale, famosi giornalisti hanno accettato nel tempo di venire a Lavello per ritirare il Premio Alberto Jacoviello. Grazie a tutti coloro che partecipano il Premio cresce e Lavello diventa più nota. Dobbiamo esserne tutti orgogliosi. E fare in modo che i nostri giovani prendano esempio dal giovane Jacoviello che partendo dal nostro paese,ha girato il mondo apprezzato e stimato. Forte del suo costante lavoro di apprendimento, del suo orgoglio e della sua tenacia. Ci piace citare i loro nomi. Rocco Brancati, unico lucano premiato, storico di spessore, poliedrico giornalista, di una cordialità e umanità unica. A seguire, Bernardo Valli, Antonello Caporale, Ferruccio de Bortoli, Nico Piro, Giovanna Botteri, Lucia Goracci, Sergio Rizzo, Luciana Castellina e Domenico Quirico….” Quest’anno, con l’intesa dei organizzatori e dei giornalisti si è deciso di dedicare questa sesta edizione a:“Mashna Amini Hadis Najafi e a tutti i Martiri per i Diritti e le Libertà. Di ogni tempo e di ogni dove”. Per non dimenticare.

Dopo i saluti istituzionali della Dirigente Scolastica del IIS “Solimene” Prof.ssa Anna Dell’Aquila e del sindaco Sabino Altobello per il Comune, per ricordarlo ed onorarlo meritatamente saranno presenti Enrico Franceschini, giornalista e corrispondente di “La Repubblica”, Gabriella Simoni è un’inviata storica di “Studio Aperto”, il tg d’Italia 1 e Gian Antonio Stella Inviato ed editorialista del Corriere della Sera, conduttore radiofonico e scrittore.                                                  Come ha proferito il sindaco a chiusura dell’intervento “… L’indimenticabile e discusso inviato speciale Lavellese, con il premio, continua a regalarci la sua memoria. Grazie alla quale tanti suoi colleghi gli rendono omaggio, venendo nella sua e nostra città. Jacoviello è patrimonio di tutti,non solo di chi ha istituito il Premio. Custodiamolo e facciamolo crescere, questo patrimonio…”

MICHELE D’ALESSIO

Di seguito riportiamo delle brevi note professionali dei tre giornalisti premiati.

Gabriella Simoni. Ha iniziato la sua collaborazione con le reti Fininvest nel 1981 per poi essere assunta nel 1987 in qualità di inviato speciale. Nel 1991, allo scoppio della prima guerra del Golfo, è stata in Iraq, divenendo prigioniera di Saddam Hussein per otto lunghi giorni. Dal 1992 al 1994 ha seguito la guerra in Somalia dove ha assistito all’omicidio della collega Ilaria Alpi mentre nel 1996 si trova in Ruanda.
L’unico avvenimento che non ha potuto seguire, perché in maternità, è stata la guerra in Bosnia. L’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi l’ha nominata cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana per il coraggio e la professionalità che ha dimostrato. Ha vinto il premio Ilaria Alpi e il Premio Ischia Internazionale di Giornalismo. Nel Febbraio 2001 ha vinto il Premiolino, un riconoscimento attribuito ai giornalisti che hanno dimostrato una notevole passione per il proprio lavoro. Ha vinto anche il premio nazionale “Maria Grazia Cutuli”, dedicato alla giornalista del Corriere della Sera uccisa in Afganistan nel 2001. Oltre ad occuparsi di guerra, si occupa anche di cronaca nera: è stata inviata a Brembate, per il programma di Studio Aperto Live, condotto assieme alla collega Stefania Cavallaro, per l’omicidio della piccola Yara Gambirasio.
Gabriella Simoni è un’inviata storica di “Studio Aperto”, il tg d’Italia 1.
Partecipa attivamente alla realizzazione di dossier e speciali, prediligendo argomenti esteri, tra cui “Prima linea” e “l’età negata” in collaborazione con Giorgio Medail. Partecipa al primo esperimento di notiziario quotidiano sulle reti Fininvest “Dentro la Notizia” e collabora successivamente con il direttore Emilio Fede nella realizzazione del settimanale d’informazione «Cronaca».
Si è sempre trovata in prima linea sui fronti più caldi, fino al recente scontro in Medio Oriente dove fu l’unica giornalista a filmare un riservista israeliano che precipitava da una finestra.
Insieme a Giovanni Porzio ha fatto rimpatriare i corpi di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Con lui ha anche scritto per Mursia Inferno Somalia, uscito nel 1993.
Durante il conflitto in Afghanistan del 2001 era tra i pochi giornalisti che era riuscita ad entrare nel paese e seguire gli avvenimenti in diretta, così come nel 2003 è stata tra le poche giornaliste a seguire fin dai primi giorni il conflitto irakeno da Bagdad, realizzando quotidianamente servizi, interviste dell’operazione Iraq Freedom.

Enrico Franceschini (Bologna17 agosto 1956) è un giornalistascrittore italiano. Per trentacinque anni è stato corrispondente dall’estero del quotidiano la Repubblica per il quale ha lavorato nelle sedi di New YorkWashingtonMoscaGerusalemmeLondra; una lunga carriera che ha rievocato in un inserto di otto pagine sul quotidiano. Ha pubblicato romanzi e saggi e tradotto tre libri di poesia di Charles Bukowski. Ha cominciato a fare il giornalista da ragazzo a Bologna, scrivendo di sport per i giornali della sua città.

Gian Antonio Stella È nato ad Asolo (TV), dove il padre insegnava, da una famiglia originaria di Asiago. Ha vissuto a Vicenza dove ha frequentato il Liceo ginnasio Antonio Pigafetta. Inviato ed editorialista del Corriere della Sera, dopo essersi occupato di cronaca romana ed interni ed essere stato inviato nell’Italia nord-orientale, scrive di politica, cronaca e costume ormai da molti anni. Nel 2007 ha pubblicato La casta, scritto con Sergio Rizzo che, con oltre 1 300 000 copie vendute e ben 24 edizioni è stato uno dei libri più venduti di quell’anno e la pubblicazione più importante della sua carriera.Tra i suoi libri più famosi:                                              L’Orda, in cui parla dell’ostilità che per decenni accolse gli emigranti italiani all’estero che erano talvolta soprannominati con Tschingg, un’espressione spregiativa in tedesco;                                                                                                                          Schei, un’indagine sul Nordest d’Italia, il cui titolo in Veneto significa “soldi”;          La deriva, ancora con Rizzo, che denuncia prima della grande crisi i temi del declino italiano;                                                                                                                          Negri, froci, giudei & co. L’eterna guerra contro l’altro, un libro sul razzismo salutato da Claudio Magris come “un potente, ferocemente ilare e doloroso dizionario o prontuario universale di tutte le ingiurie, odi e pregiudizi nei confronti del diverso d’ogni genere”.

Nel 2005 ha esordito nella narrativa con il romanzo Il maestro magro. Il suo penultimo saggio è I misteri di via dell’Amorino pubblicato da Rizzoli nel 2012. Nell’ambiente giornalistico è soprannominato “Zio Gas”, dalle iniziali del nome e cognome. Ha condotto alcune puntate di Faccia a faccia, trasmissione di Radio3.

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