“Verso una nuova giustizia”, la tredicesima edizione del Salone della Giustizia negli studi televisivi del Tecnopolo Tiburtino di Roma.Una nuova forma di comunicazione istituzionale, per un più efficiente funzionamento della giustizia.

 

 

da Pietro Cusati (giurista-giornalista)

Silvana Sciarra, neo presidente della Corte Costituzionale

Con l’intervento introduttivo della Presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra, un riconoscimento del ruolo che la Consulta  è chiamata a svolgere nei frangenti più complessi della vita istituzionale del Paese, si è aperta la tredicesima edizione del Salone della Giustizia negli studi televisivi del Tecnopolo Tiburtino di Roma.  “Verso una nuova giustizia”,è  stato il  tema  al centro del dibattito  analizzato a fondo dai vertici del mondo giudiziario, il presidente della Corte suprema di Cassazione Pietro Curzio, il presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini, il presidente aggiunto della Corte dei Conti Tommaso Miele, la presidente del Consiglio Nazionale Forense Maria Masi, Luciano Violante, Guido Alpa e Romano Vaccarella. ‘’  Quello che io intendo proporre  ,ha sottolineato la Presidente  della Corte Costituzionale Silvana Sciarra, al di là di una cerchia di specialisti e con un’enfasi particolare rivolta agli interlocutori più giovani , quelli che si avviano a intraprendere le professioni legali, ma anche quelli che intendono essere cittadini sempre più consapevoli, in particolare alle donne alla ricerca di un’affermazione sempre più diffusa della loro competenza,  è un messaggio di fiducia nella giustizia. Dal confronto sulla giustizia e sulle riforme necessarie il giudice delle leggi, chi non ricorda il titolo del prezioso libro scritto dal Vice Presidente emerito Enzo Cheli che ha come sottotitolo “La Corte costituzionale nella dinamica dei poteri” , resta fuori, non perché distante dalla cruda realtà che ci circonda, o insensibile alle attese dei cittadini, ma perché garante imparziale della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, nonché dell’equilibrio fra i poteri istituzionali e al tempo stesso fautore della leale collaborazione fra le istituzioni democratiche’’. La  “nuova giustizia”, l’ intervento  della Presidente Sciarra mira  a diffondere un’immagine della Corte costituzionale in movimento, soggetto istituzionale agile, capace di innovare e innovarsi. Come per  esempio il processo costituzionale telematico, che consente ai protagonisti del giudizio costituzionale di trasmettere atti e comunicazioni attraverso la piattaforma informatica e-Cost. La Corte costituzionale ha anche aperto il suo processo “alla società civile”, ha consentito ai cosiddetti amici curiae, ossia alle  formazioni sociali senza scopo di lucro e ai soggetti istituzionali, portatori di interessi collettivi o diffusi, di presentare un’opinione scritta . La Corte ha anche scelto di avvalersi di esperti, per poter approfondire la conoscenza su discipline dal carattere tecnico e scientifico. Inoltre  la Corte Costituzionale ha introdotto alcune novità nello svolgimento dell’udienza pubblica, consentendo a ogni giudice di interloquire direttamente con gli avvocati, al fine di chiarire specifici aspetti della controversia, tramite domande e obiezioni, così «arricchendo» la discussione della causa e, talvolta, il perimetro degli argomenti a sua disposizione .La Presidente Sciarra ha presentato  l’immagine di una Corte Costituzionale dialogante, che ascolta, senza smettere di selezionare gli argomenti e le tecniche argomentative a sua disposizione.  La Corte costituzionale non è chiusa nel palazzo che la ospita, ma da quelle stanze tesse attivamente e quotidianamente la trama di un diritto in movimento, che si colora di tinte sempre mutevoli. Garantisce i privati e le formazioni sociali, fra queste le associazioni del volontariato e del terzo settore; bilancia interessi che il legislatore ha già definito e si spinge essa stessa, attraverso il giudizio sulla ragionevolezza, a scrutinare l’intrinseca razionalità delle scelte compiute dal legislatore. Una Corte costituzionale pronta a intervenire ogni volta che quella domanda di giustizia la raggiunge, sul bilanciamento fra risparmio di spesa e garanzia dei diritti sociali e dei livelli essenziali di assistenza; per assicurare la garanzia dei diritti delle persone private della libertà personale, per individuare e tutelare il nucleo irrinunciabile di diritti fondamentali, senza nulla togliere alla funzione della pena.

 

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