Boat Show: il successo di Gallozzi

 

Aldo Bianchini

Il dr. Agostino Gallozzi fotografato nel corso del Boat Show 2022

SALERNO – Non ho mai conosciuto e non conosco, almeno direttamente, l’imprenditore del mare Agostino Gallozzi che (a settant’anni dall’ingresso del suo “group” nell’attività portuale di Salerno ed a quarantacinque anni dal primo approdo di una sua nave container) può finalmente tirare, tra se e se, il primo grosso respiro di sollievo per tutto quello che è stato capace di realizzare anche al di là della stessa politica e, soprattutto, della scetticità generale della “gente del porto” e della città.

Una città che sostanzialmente non ha forse mai creduto nelle sue enormi capacità imprenditoriali ed ha guardato, con generalizzata sufficienza, soltanto al fatto che, Gallozzi diventava mano a mano, e sempre più, il capo di un facoltoso gruppo imprenditoriale/economico, con interessi in tutto il mondo, con il solito vizietto di prendere molto e di dare poco alla città e, soprattutto, al porto che lo ha accolto ed ospitato da circa un secolo. Ma Gallozzi non è stato e non è un imprenditore come tanti altri, Lui vive di luce propria e disciplina strategie di mercato e modelli lavorativi secondo la sua ideo-progetto anche al fine di tutelare il livello occupazionale del gruppo che, quasi mai, è stato scosso da quelle inutili e fuorvianti sommosse sindcali.

Il successo di oggi, con la VI edizione del Boat Show chiusasi domenica 13 novembre scorso, non è niente altro che la conclusione di un percorso iniziato 70 anni fa con grande umiltà di suoi predecessori e che Lui, con impegno ed assoluta dedizione imprenditoriale, ha condotto quasi per mano e con una logica fuori del comune verso un clamoroso successo che negli anni ’50 era addirittura inimmaginabile.

Del resto la figura di Agostino Gallozzi, e della sua trasparente immagine, è nota in tutto il mondo e Lui stesso è apprezzato anche nelle piazze mondiali del turismo crocieristico e amatoriale che solo il mare riesce a dare e che località come Fort Lauderdale (Florida – USA) esaltano in maniera planetaria anche alla luce degli straordinari successi internazionali di Gallozzi che in quelle parti del mondo non solo è di casa ma è anche un personaggio che ispira fiducia fino al punto di essere serenamente e seriamente ascoltato quando parla di portualità commerciale, crocieristica e diportistica.

A Salerno, invece, l’azienda Gallozzi (forse anche a causa di una comunicazione non perfetta) ha dovuto da sempre lottare contro alcuni pregiudizi radicati nella portualità salernitana avvolta, come è, nelle profondità di dissensi e di discontinuità provenienti dal remoto passato e che non  hanno mai trovato la giusta sedimentazione in una progettualità seria, concertata e condivisibile.

Ma Gallozzi, fortuntamente, è andato avanti per la sua strada, in via personale e come gruppo, pur avendo trovato spesso a sbarrargli il passo alcune spocchiose ostilità che, ad onor del vero, con la presidenza di Andrea Annunziata dell’Autorità Portuale è in buona parte rientrata tra sbuffi e finti consensi da parte della politica. In particolare il duo Gallozzi-Annunziata è riuscito dare all’attività commerciale del porto un nuovo e più funzionale modello organizzativo, anche nella drastica riduzione dei tempi di attesa delle merci e rilanciare su scala nazionale ed internazionale la complessa attività portuale in un quadro di enormi difficoltà scandite, in primis, dalla ristrettezza delle piattaforme logistiche.

Con la politica locale  Gallozzi è andato avanti a  fasi molto alterne e non sempre con un unico punto di vista, riducendo la stessa politica ad un ruolo di subalternità, in fatto di progettualità e non solo, che ha stravolto i normali canoni su cui la politica, almeno quella salernitana, da sempre si muove.

E nel tempo Gallozzi ha capito anche un’altra cosa fondamentale, ha capito cioè di dover investire in attrezzature e servizi per una fascia medio alta, tendente al lusso, in quanto tutte le statistiche mondiali danno il famoso “lusso” in forte crescita nonostante la pandemia e la crisi economica globale. Del resto basta guardare, visitandolo, al gioiello “Marina d’Arechi”, che con un profilo organizzativo e tecnico medio-alto, per capire che ha letteralmente smantellato lo storico porticciuolo turistico Masuccio Salernitano fermo al passato remoto, cioè all’epoca in cui il marinaio tipico salernitano si presentava in calzoni alla zuava, con una rete in mano ed a piedi scalzi; buono per il romantico immaginario collettivo ma assolutamente controproducente nella “guerra economica” che ogni imprenditore serio e degno di questo nome deve quotidianamente combattere su tutti i mercati del mondo.

A Marina d’Arechi, invece, tutto è improntato alla ricerca delle migliori strategie moderne nei servizi, gestiti da personale molto professionalizzato e con un tasso molto alto in fatto di cultura dell’accoglienza.

Per tutto questo, il Boat Show rinnovato per l’edizione 2022, non poteva che garantire successo, partecipazione e consensi.

 

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