L’unità dei Comuni è una esigenza primaria

 

da Nicola Femminella (docente – storico)

L’ultimo Comune entrato a far parte dell’ ”Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento” è quello di Albanella, guidato dal Sindaco Renato Iosca che ha adottato una delibera del Consiglio Comunale, per ufficializzare la decisione presa. Si dice che il Comune di Castellabate sia orientato ad adottare lo stesso provvedimento. Quelli attualmente facenti parte dell’Unione sono: Agropoli, Capaccio Paestum, Cicerale, Ogliastro Cilento, Giungano, Laureana Cilento, Lustra Cilento, Perdifumo, Prignano Cilento, Rutino e Torchiara. Ricordo che l’istituzione creata e le altre simili mirano a ottimizzare il più possibile le attività e le competenze dei Comuni, che isolati, spesso hanno mostrato una debole fisiologia nello svolgere la propria azione politica e amministrativa, specie nell’erogazione dei servizi e nell’azione programmatoria e progettuale, per migliorare le condizioni dei borghi e corroborare quelle degli abitanti. Le esigenze reali dei cittadini sono sempre più pressanti e oggettivamente legittime (scuola, lavoro, sanità, trasporti, ultimamente, nei nostri borghi, la sicurezza in forma eclatante, ecc.), anche se prosperano le occasioni per operare svolte epocali nel tessuto connettivo delle comunità cilentane a riguardo delle prospettive socio-economiche (risorse finanziarie del PNRR, costituzione delle Aree Interne, Fondi europei, Piano Sud 2030, Documento Regionale di indirizzo strategico, ecc.). Si accentuano i mali antichi delle nostre comunità, mai risolti, e sorgono quelli dei nostri tempi come lo spopolamento galoppante. L’emigrazione tradizionale permane e ora si abbatte sui giovani laureati e diplomati. Languono in un mare di abbandono alcune attività, come l’agricoltura e l’allevamento, fonte di reddito nel passato. Chiudono i reparti nei presidi sanitari, insieme alle caserme, alle scuole, agli uffici postali; dirigenti scolastici e finanche i parroci raddoppiano le sedi a cui badare. L’Unione dei Comuni potrebbe migliorare – è la speranza dei sindaci – la situazione complessiva dei propri amministrati, occupandosi come da statuto sottoscritto  ”di urbanistica e gestione del territorio, raccolta dei rifiuti, mense scolastiche, manutenzione degli impianti sportivi, servizi sociali, protezione civile, musei, servizi ricreativi, culturali e turistici, avvocatura, servizio gestione delle entrate tributarie, servizio di polizia municipale, servizi manutentivi, mobilità e trasporti intercomunali, attività produttive e commerciali, servizio di affissioni, informagiovani, difensore civico e nucleo di valutazione”. Si raccolgono i primi frutti, a giudicare dai progetti elaborati e i finanziamenti richiesti, alcuni dei quali giunti a buon fine. Li abbiamo riportati su questa testata. L’Unione dei Comuni è guidata dal sindaco di Capaccio-Paestum, Franco Alfieri, anima promotrice dell’iniziativa, noto per la passione e l’attaccamento che mostra in ogni occasione per il territorio, di recente nominato Presidente della Provincia di Salerno, che dall’alto della carica assunta potrà utilizzare un osservatorio speciale e promuovere con maggiore smalto iniziative significative e di rilievo a favore dell’area cilentana, nella quale dispiegare idee e impulsi, da mutare in progetti e obiettivi che l’organismo fondato potrà perseguire più agevolmente.

Altro esempio di aggregazione tra i Comuni è l’Associazione dei Comuni del Cilento Centrale (AS. CO. CI.) che si propone obiettivi più ambiziosi. “ L’ AS.CO.CI. è un’Associazione di Comuni del Cilento centrale che si sono uniti, sottoscrivendo una specifica Convenzione approvata nei rispettivi Consigli Comunali. La Convenzione si ispira al modello dell’Organizzazione Territoriale. La sottoscrizione della Convenzione è partita a luglio del 2021 dopo un processo di progettazione partecipata iniziata ad Aprile del 2021.Il promotore di questo processo è stato l’avv. Franco Chirico, Vicepresidente del Consorzio di Bonifica Velia. Egli ha rintracciato il prof. Renato Di Gregorio, specialista di queste forme di integrazione intercomunale, e, insieme, hanno sostenuto il processo di costituzione dell’Associazione. L’Associazione dispone ora di una specifica Governance costituita da un Comitato Guida di sindaci e da un presidente protempore eletto dai colleghi, l’avv. Pietro D’Angiolillo, Sindaco di Ascea. Il prof. Renato Di Gregorio è rimasto a sostenere lo sviluppo dell’organizzazione dell’Associazione come responsabile della Segreteria e della Ricerca & Sviluppo. Sul finire del 2021 l’Associazione si è data una struttura “divisionale” articolandosi in 5 subaree territoriali. Sono stati quindi eletti 5 Presidenti di area che aiutano il presidente nella gestione delle strategie di sviluppo locale. Sono state anche individuate delle figure di coordinamento trasversale che si occupano di Partner significativi: la Scuola, le Università e le Imprese. Si è pure avviata la strutturazione degli altri elementi distintivi di questa forma originale di organizzazione: il comitato Gestionale dei Segretari comunali, le Comunità di pratica dei Servizi essenziali, il gruppo di giovani di Staff alla Segreteria, ecc.

Solo con questa formula, sostiene Di Gregorio, autore di numerosi libri, i Comuni possono perseguire il raggiungimento del massimo livello nell’erogazione dei servizi e promuovere lo sviluppo locale. È affiancato da alcuni giovani laureati per lo studio dei territori e la stesura dei progetti. Questi sono destinati a redigere una progettualità di grande rilevanza tecnica e corrispondente alle reali necessità della popolazione, per creare nuove forme innovative di occupazione, partendo dalle risorse delle aree interessate. A tal riguardo per i giovani in questione sarà avviato un periodo di formazione professionale, in sintonia con i tempi e le modalità che caratterizzano la società contemporanea, fondata su visioni intercomunali, sulla tecnologia avanzata e su piattaforme evolute da una ricerca continua.  Mi sembra che l’azione programmata dalla AS.CO.CI. possa essere un’ottima strategia per trattenere laureati e diplomati nelle nostre terre e con essa aprire un varco nello spopolamento in atto,  sempre più incombente, come già detto.

Nei documenti adottati dalla governance dell’Organismo si colgono gli aspetti riguardanti gli obiettivi che si perseguono e le modalità per raggiungerli. Ne riporto qui qualcuno:  “Le Comunità di Pratica costituiscono una soluzione organizzativa e gestionale che consente ai dipendenti pubblici che svolgono lo stesso ruolo in Comuni diversi dell’Associazione di mettere in comune le conoscenze e le esperienze e adottare soluzioni innovative comuni riducendo il peso individuale dell’innovazione”. “Le Comunità Patrimoniali sono una struttura di governo del territorio in mano ai cittadini che acquisiscono la consapevolezza di possedere il patrimonio che gli avi hanno lasciato loro e assumono la responsabilità di riconoscerlo, valorizzarlo, accrescerlo per lasciarlo, a loro volta, a coloro che li seguiranno. Esse sono previste dalla Convenzione di Faro…” “L’articolazione per Aree territoriali Distintive (ATD)… consente ora di attivare una progettualità ad hoc per definire studi di fattibilità tecnico-economica che…  facilitano la prassi per ottenere i finanziamenti pubblici perché accorciano il processo relativo all’appalto delle opere da realizzare”.

 

 

 

Ho riportato qui parte della vasta materia riguardante l’organizzazione dei due organismi per fornire qualche sollecitazione agli altri Comuni del Cilento, perché approfondiscano le ragioni che l’hanno determinata. Ritengo che essi debbano seguire la stessa strada per svolgere nel migliore dei modi i propri compiti, anche se esistono, già costituiti, gli enti comprensoriali e le Aree Interne. Ciò al fine di colmare una lacuna che ripetutamente viene ricordata dai politici e amministratori del Nord. Per costoro spesso la nostra classe politica non ha utilizzato nel migliore dei modi gli ingenti finanziamenti ricevuti dallo Stato e da altre istituzioni nazionali e comunitarie a causa della sua incapacità di costruire tempestivamente progettualità che avrebbero risolto antiche e nuove incombenze, che offuscano il destino delle nostre giovani generazioni. Spesso si sono levate voci in quelle regioni per richiedere i finanziamenti erogati al Mezzogiorno d’Italia non spesi o spesi male. A tal proposito esse ricordano pure le ingenti risorse erogate dalla UE, tornate indietro perché non utilizzate per mancanza di progetti innovativi e calibrati sulle esigenze vere delle comunità meridionali.

Ho partecipato nei giorni 27 e 28  ottobre alla Borsa del Turismo Archeologico di Paestum, trascorrendo alcune ore con il prof. Di Gregorio che mi ha illustrato l’azione sin qui promossa dalla AS. CO. CI. e i notevoli risultati raggiunti in poco tempo. Fra l’altro, per la prima volta all’interno della mostra, ormai diventata un evento di richiamo europeo, è comparso uno stand dove i comuni, le proloco, le aziende, le associazioni, in una comunione di intenti, hanno accolto visitatori provenienti da ogni dove. Hanno illustrato loro le preziose risorse che il Cilento è in grado di offrire ai turisti, distribuendo nel contempo i materiali che gli organismi citati hanno prodotto per promuovere le proprie località e attrattive. C’é stato anche un fruttuoso incontro tra Di Gregorio e il Presidente delle Aree Interne, Michele Cammarano, per cercare le intese che possono intercorrere tra i due soggetti istituzionali, per le quali ci sarà un secondo incontro a Napoli per definire gli aspetti fondanti di una collaborazione articolata e proficua.

In ultimo voglio ricordare che il 29 ottobre ci siamo tutti trasferiti ad Ascea, ospitati dal sindaco Pietro d’Angiolillo nei locali della Fondazione Alario, per ascoltare una magnifica lezione di Roberta Alberotanza già “Member of the Task Force for the Italian Presidency of the Committee of Ministers of the Coe presso Council of Europe” e curatrice della mostra itinerante sugli Itinerari Culturali Europei. Nel corso del convegno è stato dato l’annuncio della lettera di assenso, inviata dal Ministero della Cultura turca circa il gemellaggio in fieri con la città turca di Focea (nel VI sec a. C. faceva parte della Grecia, quando da essa partirono le navi che giunsero sulla costa cilentana dopo molte vicissitudini, dove fondarono Elea, poi città romana Velia). L’atto è una tappa decisiva e un punto fondamentale per comporre il dossier da inviare al Consiglio d’Europa, perché approvi e certifichi “Il Viaggio dei Focesi” che comprende Ascea, Focea, Marsiglia, la città spagnola di Escala e Aleria, l’antica città romana Alalia nell’alta Corsica. Anche questo progetto si spera che giunga sul traguardo a breve, sarà un’acquisizione organizzata dall’Associazione che porterà, ne sono certo, moltissimi turisti nel Cilento, visti i grandi numeri che procurano  gli altri 48 itinerari già approvati dall’autorità europea.

 

 

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