«Diari»: Tornatore ricorda Francesco Rosi

da Vincenzo Mele (giornalista)

Nel pomeriggio di Sabato 11 Febbraio, il pubblico salernitano ha assistito, presso il Complesso di San Michele, alla presentazione del volume «Diari – Da “Salvatore Giuliano” a “Carmen”: il cinema della ragione (1961 – 1984)», edito dalla casa editrice La Nave di Teseo.
La presentazione, organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana e all’interno della rassegna “Abitatori del tempo. L’impegno civile della letteratura”, ha visto i saluti di Pantaleone Annunziata e del Presidente della Carisal Domenico Credendino. Il volume, curato da Maria Procino, è un ricordo necessario sul cinema di Francesco Rosi e sulla personalità del regista napoletano.
Ospite della serata il Maestro Giuseppe Tornatore, regista di grandi classici del cinema italiano come «Nuovo Cinema Paradiso», «La leggenda del pianista sull’oceano», «Màlena» e «Baaria» che, insieme agli interventi di Claudio Gubitosi (Presidente fondatore del Giffoni Film Festival), Titta Fiore (Presidente Campania Film Commission) e della stessa Maria Procino, ha ricordato Rosi, a cento anni dalla sua nascita, ricordando alcuni aneddoti, presenti anche nel saggio-colloquio «Io lo chiamo cinematografo» (Mondadori, 2014): ha ricordato come Rosi, suo mentore, era disposto verso i giovani e lo intervistò quando il regista siciliano lavorava presso la sede Rai di Palermo.
Il volume invita il lettore a capire il cinema di Francesco Rosi: comprenderlo significa capire il presente, ricordando che il cinema non è solo intrattenimento, ma svolge anche un ruolo sociale come ci insegna lo stesso Rosi. Il cinema di denuncia sociale come quelli che ha diretto il regista di «Salvatore Giuliano», «Le mani sulla città», «Uomini contro» e «Il caso Mattei», resta ancora oggi il migliore del panorama cinematografico italiano. In tempi come quelli attuali, la società che non ha il coraggio di ribellarsi agli abusi della classe dirigente, perde in partenza e accetta nell’apatia più totale qualsiasi ingiustizia. Rileggere il pensiero di Rosi non è un’iperbole, ma si riferisce letteralmente al corpus dei suoi diari: scalette, riflessioni e appunti che hanno accompagnato la genesi di ogni suo film e che vengono qui presentati per la prima volta.

 

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