Intervista al prof. Renato Di Gregorio, responsabile delle Segreteria dell’Associazione dei Comuni del Cilento Centrale (AS.CO.CI.) 1a Parte

 

da Nicola Femminella

(docente – scrittore – storico)

 

Prof. Renato Di Gregorio

Riportiamo, diviso in due parti, l’intero testo dell’intervista rilasciataci dal prof. Renato Di Gregorio, perché contiene notizie molteplici, da cui gli Amministratori degli Enti locali e comprensoriali potranno trarre informazioni utili e preziose per il ruolo istituzionale che sono chiamati ad assolvere per lo sviluppo delle nostre zone interne e affrontare con opportune strategie e iniziative il fenomeno del loro spopolamento.

Prof. Di Gregorio, è giunto nel Cilento l’eco del successo che l’AS.CO.CI. (Associazione dei Comuni del Cilento Centrale) per il suo tramite e quello del vice sindaco di Ascea, avv. Stefano Sansone, ha conseguito alcuni giorni fa a Foca, in Turchia, con le firme apposte sul documento che sancisce il Gemellaggio tra Ascea e Foça. Ce ne parli.

Il successo è il frutto di più di un anno di lavoro condotto da quando, dopo alcuni mesi dalla costituzione dell’Associazione AS.CO.Ci., mi sono trovato a parlare con Tommaso Chirico, il direttore della Fondazione Alario.

Tra Impresa Insieme S.r.l., che è la società che ho fondato più di venticinque anni fa, e la Fondazione Alario avevamo da poco sottoscritto un accordo per fare della meravigliosa sede che esiste ad Ascea un centro di Alta formazione per il management pubblico sui temi dell’Organizzazione Territoriale per operare con efficacia sullo sviluppo locale. Avevo letto dei Congressi sulla filosofia eleatica che la Fondazione organizzava ogni due anni e avevo a lungo sentito parlare dei filosofi greci dal padre, Franco Chirico, nelle serate a casa sua o nei viaggi da Salerno all’Oasi Alento dove tenevamo gli incontri con i sindaci dei Comuni dell’Associazione. Tommaso stesso un giorno mi mandò una cartina del mediterraneo dove si vedeva il viaggio dei Focesi nel Mediterraneo e nel Mar nero e mi scrisse: “questo sarebbe veramente un importante progetto da sviluppare: la valorizzazione del percorso che questo popolo ha fatto e delle città che essi hanno costruito”.

Io venivo dall’esperienza maturata sulla Via Francigena del Sud, che è un itinerario culturale europeo, e avevo già organizzato due edizioni di un Master fatto, assieme all’Università di Foggia, per “esperti degli itinerari culturali europei”. Ero stato poi, per cinque anni, il responsabile dei progetti strategici del Comune di Ventotene e avevo maturato una grande esperienza sia sull’Unione Europea che sul Consiglio d’Europa. Avevo peraltro fatto ottenere a Ventotene il Diploma d’Europa e il Marchio del Patrimonio Europeo (solo tre luoghi ce l’hanno in Italia).

Ho dunque pensato che potevo mettere a disposizione di AS.CO.CI. la mia esperienza e ho attivato il progetto. In questo mio intento ho trovato due persone importanti.  Il sindaco di Ascea, l’avv. Pietro D’ Angiolillo mi ha subito incoraggiato dicendomi: “il gemellaggio con Foça lo abbiamo pure messo nel nostro Piano politico, magari ci riuscissimo!”. Il giovane Michele Savino, che avevo conosciuto facendo la formazione ad un gruppo di giovani cilentani per insegnare loro il mio mestiere, si era subito entusiasmato dell’idea e aveva condotto una prima ricerca su tutte le città fondate dai Focesi, acquisendo nomi e indirizzi dei relativi Amministratori di Marsiglia in Francia, L’Escala in Spagna, Aleria nell’Alta Corsica.

Così sono partito, ho interloquito con queste città e in particolare con Foça. Ho pensato che il Gemellaggio con questa città era fondamentale per portare avanti il progetto dell’itinerario culturale del Consiglio d’Europa. Ho scoperto subito che il sindaco di Foça, Fatih Gurbuz aveva lo stesso obiettivo e aveva trovato le stesse difficoltà nel perseguirlo.

Scoprire poi che Foça stava nella provincia di Smirne, una città dove era andata ad abitare da una quindicina d’anni una delle mie prime allieve di Master che avevo organizzato a Roma con l’Università La Sapienza, proprio per Esperti di organizzazione per lo sviluppo locale, molto brava e capace, è stato poi l’ulteriore elemento che mi ha incoraggiato ad andare avanti.

Il percorso non è stato facile e veloce perché è stato necessario condividere il testo di questo Gemellaggio particolare tra le due città, poi esso è stato vagliato dal Governo italiano che ha richiesto specifiche modifiche.

Il testo, dopo le necessarie correzioni, è passato poi all’approvazione delle diverse strutture governative che se ne occupano, sia a livello italiano che turco. Solo alla fine dell’anno scorso l’iter autorizzatorio si è concluso. Poi è stato necessario organizzare il viaggio, strutturare il programma dell’incontro e informare tutte le istituzioni nazionali dell’evento (Governo, Regione e Provincia). Di tutto il percorso sono stati tenuti al corrente gli Amministratori delle altre città europee interessate e il Console dell’Italia a Smirne, Valerio Giorgio, che ha seguito con attenzione tutti i passaggi.

 

Il successo, se di questo si vuole parlare, è certamente da attribuirsi al fatto che siamo riusciti a sottoscrivere finalmente un atto formale di Gemellaggio il 22 marzo u.s. a Foça, ma c’è molto di più!.

Intanto c’è da considerare che questo è l’atto sostanziale che ci consente di lavorare su un obbiettivo molto più ambizioso: quello di costruire l’itinerario culturale del Consiglio d’Europa sul percorso fatto dai Focesi e ottenere l’accreditamento da parte dell’APA, che è la struttura europea autorizzatoria. Naturalmente ciò richiede la strutturazione di una Governance per la gestione dell’itinerario. Essa sarà necessariamente articolata e complessa perché deve riunire istituzioni di varia natura e di Paesi europei diversi.

 

C’è un successo ulteriore che abbiamo avvertito di aver colto in questi giorni passati tra Smirne e Foça: “l’acquisizione di una reputazione” che oramai ci viene riconosciuta di persone capaci, competenti, motivate e concrete, tenaci e determinate, che danno la sicurezza necessaria per lavorare insieme e insieme raggiungere ben altri e più promettenti traguardi”.  Ci hanno chiesto, ad esempio, di fare da intermediari per stabilire un gemellaggio  tra Efeso e Pompei, così come di far perno sul sindaco di Genova per mettere in rete i Castelli genovesi costruiti sulle coste turche.

 

Quali saranno le conseguenze di questa intesa tra il Cilento e la città turca?

La prima conseguenza è quella di identificare un quadro nel quale sono descritte le esperienze positive di ciascun Comune che vale la pena di scambiare con l’altro e problemi che non si è riusciti a risolvere da soli ma che si possono affrontare assieme. Questo vale per i due Comuni, ma contestualmente vale per i loro territori di appartenenza. Siamo tutti consapevoli infatti che l’approccio “territorialista” è fondamentale per lo sviluppo locale. Non esistono problemi che si possono limitare a livello comunale. L’acqua dei fiumi è uno di questi. Nel Cilento lo abbiamo risolto in buona parte grazie alla lungimiranza di Franco Chirico e della gestione sapiente del Consorzio Velia. Foça ha lavorato invece bene sulla dimensione slow della città e dei dintorni.

Insomma le conseguenze positive sono immediatamente evidenti.

Ma c’è una conseguenza di enorme valore, collegata alla realizzazione dell’itinerario culturale del Consiglio d’Europa. L’accreditamento dell’itinerario consentirà al Cilento, oltre che ai 22 Comuni dei AS.CO.CI., di avere un palcoscenico europeo di ben 46 Stati, quanti ne comprende il Consiglio d’Europa, per promuovere se stesso, per accogliere un turismo di qualità, anche nelle Aree interne, per sviluppare progetti internazionali finanziati dai fondi europei.

Ci spieghi i contenuti del progetto “La via dei Focesi”, da molti giudicato il più interessante per lo sviluppo delle zone costiere cilentane.

La scelta dei Focesi non è casuale! Si tratta di un popolo che non solo viaggiava nel Mediterraneo per sviluppare il commercio, ma era un popolo che, cacciato dai propri luoghi di origine, ha cercato altri luoghi dove insediarsi e vivere. Elea non è il solo posto che ha tracce della loro esistenza; nelle Aree interne del Cilento ci sono molte altre aree che testimoniano la loro presenza e che, attraverso la valorizzazione dell’itinerario culturale europeo, godranno di un nuovo e specifico turismo.

I cittadini delle altre città europee che faranno parte dell’itinerario saranno tra i primi nuovi clienti del territorio e loro, a loro volta, ne porteranno altri e altri ancora.

Questo processo porterà ulteriori benefici: cambierà il mix del turismo sul territorio, aumenterà la percentuale del turismo culturale rispetto a quello balneare, cresceranno le opportunità per i Comuni delle Aree interne, aumenterà il numero dei mesi durante i quali il territorio si potrà nutrire della presenza turistica.

La scoperta e la valorizzazione della presenza dei Focesi sul territorio cilentano produrrà inoltre un interesse maggiore per l’archeologia di tutti i tempi. Il Cilento ha un patrimonio inestimabile al riguardo, dall’era del paleolitico fino all’unificazione dell’Italia. Tutto il patrimonio sarà indirettamente valorizzato e risulterà attraente per il turismo culturale. Ciò avrà delle ricadute benefiche sulle strutture di accoglienza e su quelle di mobilità , di svago, di produzione ed erogazione dei prodotti tipici della famosa Dieta Mediterranea di cui il Cilento va fiero. Inoltre, il rapporto che si creerà con Marsiglia, L’Escala e Aleria, determinerà ulteriori risultati positivi.
(…Continua)

 

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