Sport & Scuola: un confronto difficile … anche senza le barriere

 

Aldo Bianchini

SALERNO – La barriera di legno eretta nel bel mezzo dello spazio sportivo esistente tra gli istituti scolastici Regina Margherita e Pirro (ricompresi nello stesso enorme edificio edificato nel cuore della città che si affaccia su Piazza Malta) verrà, forse, rimossa; a deciderlo lo stesso Comune (che l’aveva autorizzata) su sollecitazione dell’Ente Provincia.

Il problema, però, rimane ed grosso quanto una casa: come si fa a certificare l’edificazione di un vero e proprio muro, anche se nell’ottica di un progetto scolastico, che ha spaccato in due quello che è stato per qualche decennio un vero e proprio luogo di alta aggregazione tra le varie tipologie di studenti che negli 50 e 60 frequentavo non solo il magistrale e le medie Pirro ma anche altri istituti scolastici della città.

Un cazzotto alla storia che non solo è fuori delle regole sociali ma che offende la memoria e il riconoscimento verso chi quello spazio l’aveva ideato e attrezzato e da chi lo frequentava anche per meriti sportivi (come già scritto nel precedente articolo); ma anche un’offesa all’intera città nel suo complesso che comunque non si è ribellata con vigore di fronte allo scempio in cui è stato  trascinato quello spazio.

Quell’articolo è stato commentato da diversi personaggi, tra i quali mi piace citare Giuseppe Colasante (notissimo sindacalista della CGIL); abbiamo insieme ricordato quei tempi, lui era un assiduo frequentatore di quello spazio-palestra e che oltre al prof. Natale ed Azzaro bisogna ricordare anche la figura di un altro grosso atleta, Vittorio Moscarelli (ebolitano che spesso frequentava quello spazio) protagonista tante volte a livello nazionale nella gara dei 3000 siepi; ma oltre a Moscarelli tanti altri potrebbero essere aggiunti alla lunghissima lista.

Eppure negli anni 2000 inoltrati c’è stato qualcuno che ha ben pensato di erigere il “muro della vergogna” sulla base di un progetto che andava immediatamente bocciato perché, probabilmente, altro non era se non la sintesi di dissidi tra i due dirigenti scolastici; al di là delle ragioni anche questo andrebbe accertato, perché qui è davvero in gioco l’immagine di una città.

E pensare che lo sport (la cui parola non risulta mai scritta nella nostra Carta Costituzionale – caso forse unico al mondo) dovrebbe aggregare e mai dividere, dovrebbe abbattere le barriere e non farle erigere, dovrebbe far nascere il vero interesse comune con la scuola per l’educazione delle future generazioni, tenendo conto che nello sport c’è tutto.

Benissimo ha fatto, quindi, il consigliere comunale dr. Rino Avella nella qualità di presidente della IV Commissione Permanente per sport – innovazione – politiche giovanili ha postare su FB un durissimo appello al sindaco arch. Enzo Napoli per ricordargli il penoso stato di degrado in cui versano numerosi “spazi sportivi” cittadini (campetti di Via D’Allora – Via Camillo Sorgente – Via Cervato – Via Ligea e Via Vinciprova, solo per citarne alcuni) che potrebbero essere riconsegnati ai giovani con poco sacrificio economico costituendo, oggi come oggi, un pericolo per l’incolumità dei tanti giovani che desiderosi di fare sport rischiano fisicamente.

Non riesco a credere che in tutta questa tragedia generale possa inserirsi anche la scuola che invece di educare i giovani anche attraverso lo sport chiude addirittura i battenti dei propri spazi arrivando niente di meno che ad erigere barriere che fanno a cazzotti con la storia.

 

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