Arte fuori luogo e paganesimo elementare

 

da Antonio Cortese (giornalista)

 
E’ passato poco tempo dalle passeggiate con la Spigolatrice di Sapri e già a Monopoli compare sulla sponda opposta  una nuova “sirena”.

 

Il lavoro del liceo pugliese é stato collocato sul lungomare con altrettante polemiche  “a posteriori”.

 

Possibile che con tante figure eroiche o storiche ma anche dello spettacolo fino al cinema tardo recente l’Italia debba attirare turisti con copie maldestre dello scoglio di Copenaghen?

 

Questa ed altre statue non fanno altro che fare il verso ad una storia ed un cultura diversa anche se poi volendo cercare nella mitologia mediterranea da Circe a Penelope, da Afrodite a Giunone e le baccanti, l’elenco delle belle in mostra sarebbe molto lungo. In occasione dell’inaugurazione sul Comune cilentano già scrissi a favore accodandomi al coro ignorante che la ha ribattezzata come “spigolatrice” quando in verità l’originale é un’altra da tempo e la nuova versione rappresenterebbe una semplice contadina emancipata a passeggio davanti i relitti di Pisacane.

 

Non si può del resto commissionare gli artisti di oggi come ai tempi dei mecenati, ma se un’opera da museo all’aperto sia sponsorizzata da enti ed istituzioni pubbliche anche a favore di eclettici personaggi locali in pensione, forse sarebbe più rispettoso far realizzare anche un mezzobusto di italiani ed italiane che abbiano contribuito al valore della penisola, non solo di Garibaldi.

 

In un altro articolo su il Quotidiano di Salerno che riguardava la polemica sulla detenzione dei badge per l’ingresso a palazzo Guerra, cercai di rimandare le chiacchiere su questioni intellettuali in comodi posti di ristoro, dove ci si possa liberare di determinate questioni edonistiche e in particolare con mente libera dagli orpelli burocratici o di protocollo di una sede amministrativa. Pertanto per l’occasione mi permisi di suggerire di realizzare una statua a Gigi Amaturo per esorcizzare i titoli da bar nei prepartita o ancora a Trotula de Ruggero come per altri personaggi della storia e dell’archetipo inconscio identitario di una città.

 

 

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