Enza Basso Memoli la mamma scomparsa che vive tra noi.

di Salvatore Memoli

Enza Memoli e Sonu

Sul terrazzo di casa sono assorto nella riflessione che mi allontana a tratti dalla realtà. Qui tutto è uguale a quel giorno lontano, quando sei scomparsa per tutti noi. Un altro anniversario si aggiunge!
Sento gli stessi odori dell’erba tagliata di fresco e il sole che insiste prepotente come frecce di fuoco che colpiscono le persone. Lo sguardo si perde nel verde del paesaggio che circonda la nostra casa, perfino un volo di farfalle bianche volteggia, nervosamente. A tratti in lontananza sento voci sovrapporsi, non è la tua e nemmeno quella di Sonu o degli altri collaboratori familiari. Le voci si percepiscono chiare e forti, forse come le avevi udite tu, quel maledetto giorno che ha calato un sipario di tristezza ed ha avvolto di nostalgia  i nostri luoghi cari alla nostra famiglia, alle generazioni che ci hanno preceduto, alle buone abitudini di rispettare l’ambiente che ci hanno contraddistinto fino alla quinta generazione passata. Niente poteva far pensare all’epilogo della tua vita ed a quella del giovane Sonu. Tutto era scritto in cielo o una mano perversa e criminale ha piegato la naturalezza di una calma esistenza rendendola tragedia.
Niente ha cambiato il nostro aspettarti come una sfida a scommettere che un giorno tornerai. Qui tutto è pace fuori, niente tradisce un’attesa nervosa che trasforma un dolore tagliente in Alba di un giorno nuovo e radioso. Chi poteva immaginare che i nostri compassati luoghi di vita, così pieni di una vitalità prorompente, di un risveglio improvviso su una realtà di vuoto, potessero meritare i battiti del nostro cuore, mentre ti abbiamo aspettato come bambini con il naso in su.
Questa parte di cielo che sovrasta i luoghi della nostra tragedia si colorano di tristezza ma mai si sono avvolti di oscurità e terrore.
Gli angoli della grande casa, i giardini, le stanze piene di cose che richiamano la nostra vita passata, sono ancora tutti raccolti e pieni della tua vita, del tuo sorriso e delle tue inattese serate con gli amici. Bastava poco, un tavolo imbandito, tanti fiori, un pugno di farina, il forno acceso, i tavoli disposti in fila… e dove era silenzio si accendeva la vita colorata della famiglia. Una, tante pizze, bevande e vino spillato fresco… non mancava mai il tuo limoncello profumato ed inebriante.
Mamma, tutto questo non c’è più, da quando tu non ci sei più!
Benedico il cielo che papà ti ha preceduto, si è risparmiato in terra la durezza di un’amara realtà!
Non avrebbe retto un’ora senza di te, indissolubilmente complici ed innamorati.
Insieme accoglievate i nostri ospiti che amavano stare con noi!
E la musica dal vivo di cui Dante si occupava, riempiva di dolci note i luoghi della nostra convivenza.
Perché non ci sei più? Perchè tanta cattiveria vince ancora dopo oltre tre lustri ed un paio di anni della tua assenza?!
Tutti hanno mostrato attenzione ma tutto non è bastato a dare le risposte dovute.
La mente corre in luoghi lontani. Ci sei ancora Sonu? Cosa hanno visto i tuoi occhi? Che cosa hanno fatto anche a te?! Perchè ti hanno costretto a tanto male? E chi con te?!
La sera scende dolcemente, intorno c’è festa di chi non ricorda o di chi tutto ha trasformato in distratto oblio. Eppure qualcuno sa, qualcosa di piú di quello che dice. Qualcuno non potrá andare al cospetto di Dio con un macigno sulla sua coscienza!
Gli occhi seguono la sera, vorrebbero fermarla in questa triste vigilia che uccide la speranza.
Mamma Enza Basso Memoli, ti stiamo ricordando così, insieme a Maria Luisa ed ai nostri affetti più cari.
Tu non sei fisicamente tra noi, ma vivi qui con noi.
Questo giorno lo dedichiamo alla tua memoria, ne sentiamo insopportabilmente l’assenza, lo innalziamo come incenso puro sull’altare delle nostre vite, rimaste senza risposta, senza più forze e senza rinunciare a quello che mai più sarà.
Salerno ti segue, ti ricorda, darebbe tanto per riaverti qui, tra noi.
Il tempo non cancella una memoria bellissima. Nessuno vuole aggiungere la parola fine. Tutto vivrà finché noi potremo ricordarti, amarti, innalzarti sull’altare di un’umanità ferita e risorta. Finchè Dio continuerà a curarci le ferite sanguinanti e noi avremo la forza di gridarti forte il nostro Amore!
Noi ti aspettiamo.

 

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