La differenza americana

Caro direttore,

ho letto con grande piacere e vivo apprezzamento il suo articolo sull’America “dopo 22 anni dall’attacco alle Torri Gemelle”. L’elefante cammina sempre più spedito, e, secondo la mia modesta opinione, in ragione del fatto che il “patriottismo civico” dell’America e degli americani ha sempre prevalso su ogni interesse, fede o idea di parte.

Così come, tra i tanti, rileva e scrive Federico Rampini e in particolare nel suo più recente America. Viaggio alla riscoperta di un Paese (2022). In una fase già corrente di postglobalizzazione, l’espressione “patriottismo civico” indica la capacità nazionale di sviluppare le proprie potenzialità al fine di mantenere e quindi anche implementare la propria ricchezza, in modo da evitare la dipendenza di altri o qualcos’altro. E’ nato così il neologismo friend-shoring e come precisa lo stesso Rampini “non è un obiettivo nuovo. Esso ci riporta alle giornate di Seattle del dicembre 1999 (allorquando) le delocalizzazioni (d’impresa) venivano denunciate come lo strumento per aggirare tutte le nostre conquiste. Quelle resistenze furono travolte anche perché la sponda politica dei sindacati e degli ambientalisti, cioè la sinistra di governo, divenne globalista: da Bill Clinton fino a Obama. Ora il Partito democratico Usa fa dietrofront”.

Per gli americani, l’America è l’unica cosa che conta o, almeno, la cosa che conta più di ogni altra cosa, quale che essa sia.

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *