Comicità e imprenditoria: quando la satira colpisce gli imprenditori

 

 

da Vincenzo Mele (giornalista)

 

Dalla metà degli Anni ’90 ai nostri giorni la televisione italiana ha avuto fior fior di comici che si sono distinti per le parodie di personaggi della politica, dell’intrattenimento e anche dello sport.
Tra le categorie finite nel mirino della satira dissacrante dei comici figura senza dubbio quella degli imprenditori, la cui buona parte viene rappresentata come persone senza scrupoli oppure che si qualificano come lavoratori indefessi, talvolta lamentandosi di essere vittime della Finanza con i controlli eccessivi, arrivando addirittura a evitarla.
I comici che hanno sicuramente parodizzato la figura dell’imprenditore figurano Paolo Hendel e Maurizio Crozza.
Hendel nel lontano 1996, all’interno de “Mai Dire Gol”, creò il personaggio di CarCarlo Pravettoni, un autentico imprenditore titolare della fantomatica ditta “Carter & Carter”, ditta finita nel mirino della Finanza e dei magistrati per evasione fiscale, produzione di alimenti dannosi, traffico di materiale radioattivo ed ulteriori affari illeciti. Inoltre Pravettoni si lamentò non solo dell’assillante carattere delle autorità nei suoi confronti, ma anche delle richieste dei suoi dipendenti, spesso pagati poco.
Il personaggio rimase in onda dal 1996 al 1999 all’interno del programma della Gialappas Band per poi essere ripreso nel 2014 all’interno del programma di La7 “La Gabbia” e portato in giro durante le sue tournée teatrali in giro per l’Italia, con lo spettacolo «Come truffare il prossimo e vivere felici». Solo di recente è tornato nell’ultima puntata della seconda stagione dello show della Gialappas “Gialappas Show”, in onda su TV8.
Maurizio Crozza invece riuscì a fare la parodia di Flavio Briatore, noto imprenditore per le sue dichiarazioni contro misure a favore del lavoratore, come il salario minimo, indagato più volte per frode ed evasione fiscale e anche corruzione. Crozza ideò un Briatore che è tuttora un personaggio che vive in un mondo tutto suo, fuori dalla realtà, dove gli imprenditori sono visti come dei lavoratori al di sopra di tutto, “più uguale di altri lavoratori” parafrasando «La fattoria degli animali» di George Orwell; al pari di Briatore, un altro imprenditore nel mirino della satira del comico genovese, è Luca Cordero di Montezemolo, tipico imprenditore che ha anche vissuto in campagna elettorale, come lo è stato in passato Silvio Berlusconi. Oltre l’impegno politico, il Montezemolo dipinto da Crozza è un Montezemolo depresso perché le aziende principali italiane, come Ferrari, Alitalia e Italo per citarne alcune, sono andate quasi sempre in rosso, ma che non si vuole perdere d’animo, tant’è vero che il suo motto è: “Ci vuole spirito!”
Le sovracitate parodie, come anche quella di Marchionne, sono state presentate nei palinsesti di La7, nei programmi di Crozza “Italialand”, “Crozza nel Paese delle Meraviglie” e “Fratelli di Crozza”, personaggi che ancora oggi vengono messi in scena dallo stesso comico genovese, suscitando sempre l’ilarità del pubblico presente.
Ma degno di nota è Cetto La Qualunque, personaggio nato e concepito dalla mente di Antonio Albanese. Cetto La Qualunque non è altro che un imprenditore senza scrupoli, disposto a compiere anche le peggiori scorrettezze: è visto come imprenditore-politico corrotto, analfabeta, perverso e che prova un becero disprezzo nei confronti della natura e delle donne. Si autodefinisce come innovatore ma le sue campagne elettorali vengono descritte come spettacolari, riscuotendo applausi scroscianti, senza risparmiare invettive e offese nei confronti degli avversari: su di tutti c’è Giovanni De Santis, candidato avversario per le elezioni del fittizio comune calabrese di Marina di Sopra, oggetto di offese durante i suoi comizi.
Il personaggio di Cetto La Qualunque debuttò nel lontano 2003 nella Rai nel programma «Non c’è problema», ma riuscì a raggiungere il successo dapprima su “Mai dire Domenica” e “Mai dire Lunedì” per poi diventare un personaggio fisso a “Che Tempo che fa” sulla Rai.
Dulcis in fundo Edoardo Ferrario, nuovo volto della comicità italiana, che nel suo one-man-show “Paese Reale” introduce, tra i tanti personaggi da lui ideati, l’imprenditore Max Marzocca. Marzocca, personaggio comparso in altri sketch del comico romano e che ha svolto altri lavori, nell’ultima puntata è un giovane imprenditore italiano che ha lasciato Roma Nord per aprire un ristorante suo a Tallin, il classico giovane imprenditore che lascia l’Italia per trovare o creare lavoro all’estero, stufo della burocrazia italiana che lo soffoca. Il ristorante si chiama “Scarpa” che risulta essere il primo ristorante specializzato nella ‘scarpetteria’, nome che richiama alla famosa scarpetta di pane inzuppata nel piatto fondo pieno di pomodoro.
La comicità riesce ancora oggi a farci ridere di fantomatici imprenditori con le loro balzane idee del lavoro e della loro ‘filosofia’ imprenditoriale, facendo luce tuttavia su una parte di una delle più importanti categorie di lavoratori che tengono in vita, se non in mano, gran parte dell’economia italiana.

 

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