FERRAGNI: un caso scuola … tutto italiano

 

Aldo Bianchini

SALERNO – La domanda iniziale è: “Come è possibile che una influencer così acclamata, quasi venerata, alla quale era consentito di tutto e di più, di sparare ad alzo zero contro chiunque, di pontificare (con il marito) addirittura dal palco di San Remo, di andare avanti con i paraocchi di una ideologia che probabilmente non le è mai appartenuta, all’improvviso si vede crollare addosso tutto il castello di carta che soltanto i social possono costruire ?

Alludo, ovviamente, al “caso Ferragni” (che nel titolo ho definito come caso tutto italiano) che in queste settimane impazza più del normale, fino al parossismo puro, su tutta la stampa nazionale che dopo un lungo letargo, nascosta dietro i social, ha ripreso finalmente il suo ruolo guida verso una più o meno corretta informazione; anche se ci sarebbe ancora tanto da dire.

  • IL PERSONAGGIOMILANO Il pandoro Balocco griffato Ferragni, che aveva colorato di rosa il Natale 2022, è finito adesso al centro di un’inchiesta per truffa aggravata. È questo il reato per cui la Procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati l’imprenditrice digitale più famosa di Italia, già da settimane travolta da una vera e propria tempesta mediatica. Quello che lei stessa aveva definito come un «errore di comunicazione», cioè avere fatto credere ai consumatori che i ricavi delle vendite del pandoro “Pink Christmas” sarebbero stati donati in beneficienza, potrebbe essere invece una truffa a tutti gli effetti. Per di più, con l’aggravante della minorata difesa, cioè una condizione di vulnerabilità dei consumatori dovuta, in sostanza, ai vantaggi tratti dall’autore del reato tramite la rete. «Sono serena – ha fatto sapere l’influencer in una nota – perché ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso». Oltre a lei, risulta indagata anche Alessandra Balocco, presidente e amministratrice delegata dell’azienda di dolci, succeduta l’anno scorso al fratello Alberto, morto in un tragico incidente (è stato colpito da un fulmine) nell’agosto del 2022. Dopo settimane in cui le toghe milanesi erano al lavoro sul caso senza ipotesi di reato né indagati, ieri è arrivata la svolta. Determinante è stata l’informativa depositata lunedì mattina in Procura dalla Guardia di Finanza, che era stata incaricata di raccogliere le carte acquisite dall’Antitrust e alcune mail tra il gruppo dolciario e l’imprenditrice. Il pm Eugenio Fusco ha deciso di procedere con l’iscrizione dei due nomi, iniziativa penale che va ad aggiungersi alla multa da 1 milione che già era stata inflitta alle due società di Ferragni da parte dell’Autorità garante del mercato. (Fonte Il Mattino – ed. 9.1.24)

Che Chiara Ferragni, insieme ad Alessandra Balocco, sia colpevole o innocente sinceramente mi interessa molto poco (le auguro di dimostrare la sua innocenza nelle sedi opportune !!)); quello su cui intendo trattenere la Vostra attenzione è sull’eventuale risposta da dare alla domanda iniziale.

Questo è un Paese (o Nazione come dice la Meloni) in cui ognuno può fare tutto e il contrario di tutto, puoi ergerti a fustigatore dei costumi (come da tempo fa la coppia Fedez – Ferragni anche da balconi importanti come il Corriere della Sera), puoi trasformare ogni momento artistico in una brutale lotta politica (meglio se contro il centro destra in quanto tutti i presunti artisti si atteggiano ad intellettuali di sinistra), puoi deliberatamente attaccare tutte le istituzioni esistenti (dal Presidente della Repubblica fino all’ultimo sfrantumato di parlamentare passando per il Presidente del Consiglio), puoi smuovere il pensiero ondivago di milioni di fan; ma è anche un Paese in cui basta un nonnulla per scatenare l’ira di Dio e far crollare su se stesso quel castello di carta virtuale che sicuramente non è frutto di un’adeguata preparazione non solo culturale ma anche, se non soprattutto, di vita filosofica basata sulla logica delle cose.

Per questo il castello Ferragni (le cui quotazioni social stanno andando alla deriva con una perdita secca di qualche milione di follower) sembra essere crollato sotto i primi, ed ancora leggeri, colpi della magistratura che si sta muovendo non perché spinta da “volontaria ed autonoma azione di legalità e pulizia”, piuttosto trascinata dagli eventi che fanno parte di quel tanto amato e odiato “sistema” che si chiama Italia, dove ognuno può fare di tutto e di più e dove, fortunatamente, ognuno può improvvisamente essere abbattuto dalla “democrazia reale” che ti consente anche l’impossibile, ma fino ad un certo punto.

 

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