ALVI – VILLANI: soltanto doppiopesismo della magistratura o anche complotto politico ?

 

Aldo Bianchini

Il dr. Angelo Villani all'epoca della sua presidenza della Provincia di Salerno

SALERNO – La domanda iniziale è: “Come può un colosso imprenditoriale costruito dalla famiglia Villani in tanti anni di duro lavoro cadere in disgrazia e finire alla deriva in poco tempo, forse addirittura in pochi minuti ?”.

La risposta, dal mio punto di vista, non è molto complicata se ci si dispone ad un’analisi attenta e non peregrina come genericamente fa l’immaginario collettivo quando commenta durissimamente le ascese e le cadute non solo dei personaggi pubblici ma anche delle medie e grandi imprese industriali e/o commerciali. Un ragionamento analitico, ovviamente, non facile perché irrompe con forza in un assunto storico inconfutabile: la gente ti odia quando cavalchi il successo e gode della tua repentina caduta fino al fallimento totale; insomma non ti perdona né l’una e né l’altra cosa.

E, quindi, per meglio capire cosa intendo dire è necessario tener presente che il dr. Angelo Villani (leader del gruppo nato come Supercandida e presto trasformato in ALVI) è stato l’una e l’altra cosa: un uomo di successo sul piano professionale – politico – imprenditoriale, e uomo caduto rovinosamente nella polvere senza avere una seconda possibilità per rialzarsi; dalla gestione e governo di 100 punti vendita ALVI, in due-tre regioni, è precipitato nel vuoto assoluto a causa anche, se non soprattutto, del fuoco amico di cui è stato fatto oggetto in maniera spudorata.

E per fuoco amico intendo la politica, gli amici di una vita e la stessa GDO (Grande Distribuzione Organizzata) spaventata forse dalla crisi post 2008 in cui era caduta la rete di distribuzione Alvi; per capire meglio vi invito a leggere un articolo del 9.11.2009 scritto dal mitico (non so fino che punto !!) dr. Andrea Meneghini su GDOnews.it in merito alla crisi dell’ALVI; un passaggio di quell’articolo è significativo: “” …  Da qualche tempo giravano voci di < stare alla larga> dal gruppo perché non pagava regolarmente. Addirittura alcuni piccoli imprenditori affiliati, negli ultimi tempi raccontavano che se ordinavano 100 prodotti al Cedi, ne arrivavano 30. Non solo: Alvi, che normalmente aveva contratti di affiliazione che obbligava a pagare le forniture a 30 giorni, non esigeva più i crediti e gli stessi affiliati raccontavano di pagare a 200 giorni …””; e se questo non è fuoco amico qualcuno mi dica cosa è.

Ma il fuoco amico della GDO non è niente rispetto a quello della politica che nel momento cruciale e decisivo non ha mosso un dito per cercare di salvare un gruppo economico dal tracollo finanziario e dalla perdita del posto di lavoro per centinaia di dipendenti; e se è vero, come è vero, che la politica ho probabilmente contribuito anche alla crescita del gruppo, è altrettanto vero che fino a quando Angelo Villani da presidente della Provincia di Salerno è stato schierato con la corrente politica del “gran visir” di Nusco tutto è filato liscio soprattutto nei rapporti con la Banca della Campania (eterogovernata dal compianto ex presidente del consiglio dei ministri) che consentiva tutti quei passaggi di “credito – fido e raccolta” che normalmente vengono sempre garantiti alle imprese di un certo livello.

Angelo Villani è stato presidente della Provincia dal 2004 al 2009; la campagna elettorale del 2004 fu condotta da Villani in tandem con Alfonso Andria (quest’ultimo per le europee) e sotto l’egida molto stretta di Ciriaco De Mita; fu un successo trionfale per entrambi. Andria aveva lasciato la Provincia dopo dieci anni e Villani era stato fino a quel momento consigliere regionale. Ma qualche anno dopo il rapporto tra De Mita e Villani andò in crisi (quando già era maturato l’allontanamento tra Andria e Villani per vicissitudini interne) e il fatto ebbe subito un’influenza negativa soprattutto dal punto di vista politico per Villani con gravi ripercussioni finanziare in quanto anche la Banca della Campania cominciò a cambiare atteggiamento nei confronti del “Gruppo Alvi – Villani”.

Fino alla sera in cui il piatto fu servito in maniera ultimativa – fredda e velenosa, seppure coperto da tutti i crismi della legalità, per aprire uno squarcio nella “credibilità economica e imprenditoriale” del grande gruppo producendo una chiusura a riccio ed a catena di tutte le banche con le quali il gruppo stesso lavorava da diversi anni.

Il colpo a sorpresa arrivò alle ore 18.00 di una sera qualsiasi, quando all’ALVI venne contestato un “impagato x valuta”, e non di saldo, ovvero i soldi c’erano ma non potevano essere movimentati; oltretutto alle 18.00 di sera anche il tentativo della sorella di Villani, di versare per contanti al fine di coprire la mancanza di valuta, andò a vuoto per la chiusura della stessa Banca.

Complotto politico – bancario ? Non ci sono prove per poterlo affermare anche se l’ombra è ancora presente; resta petò in tutta evidenza che non si può aggredire un gruppo molto solido a causa di un impagato x valuta; non sta nè in cielo e nè in terra.

Ma il presidente Angelo Villani, non essendo l’ultimo arrivato, fiuta il gravissimo pericolo e cerca di correre ai ripari.

Alla prossima.

 

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