Michele Albanese: trent’anni, tre generazioni, un nome solo “Michele” … quando parlano le foto

 

Aldo Bianchini

SALERNO / ROSCIGNO – Sembra ieri, m sono già passati trent’anni da quando Michele Albanese, zio dell’omonimo attuale direttore generale della Banca Monte Pruno, è passato a miglior vita in età non avanzata e quando ancora poteva dare il meglio di se, lasciando tutti quelli che lo avevano conosciuto nello sconforto più assoluto.

Per ricordare quell’evento luttuoso di trent’anni fa, il Michele Albanese di oggi ha ritenuto buono e giusto organizzare a Roscigno (paese che ha dato i natali agli Albanese) un imponente manifestazione pubblica in onore ed in ricordo dello zio tanto amato, con l’inaugurazione di un auditorium intitolato alla sua memoria e con la presentazione di un libro, in forma riveduta e ampliata rispetto all’edizione già presentata una decina di anni fa, firmato dall’impreggiabile giornalista Geppino D’Amico.

Ma non è su questo aspetto che intendo fermare, oggi, la mia attenzione; difatti la cronaca dell’avvenimento potrete leggerla sia su questo stesso giornale che su molti altri quotidiani stampati e online.

Oggi voglio richiamare la vostra attenzione su un fatto che, probabilmente, nella storia delle tante BCC esistenti sul territorio non ha eguali.

Sono passati trent’anni, dicevo in apertura, sono passate tre intere generazioni, ma è come se la storia della Banca Monte Pruno si fosse fermata su un solo nome: “Michele”.

Michele lo zio di Michele direttore generale oggi, il quale a sua volta è nonno di un altro Michele che potrebbe essere il predestinato ad assumere il controllo ed a prendere le redini in mano della Monte Pruno, redini che sicuramente il suo adorato nonno gli lascerebbe volentieri nell’ottica dell’indelebile ricordo della zio Michele che lo ha prima forgiato e poi avviato verso la conduzione serena ma ferma di una piccola entità bancaria che l’odierno d.g. ha saputo trasformare in una delle banche di prossimità più attive e produttive dell’intero territorio nazionale.

In tanti dicono che le foto se ben racchiuse nella loro potenziale espressività superano di gran lunga i contenuti anche magistrali di articoli o di libri stampati.

Provate ad osservare attentamente la foto pubblicata a corredo di questo articolo e andate vanti con il pensiero nella sua attenta lettura, scoprirete che nella foto sono rappresentate ben tre generazioni diverse, e successive tra loro, di Michele Albanese; il defunto Michele impresso sulla parere, l’odierno direttore generale al centro del gruppo dolcemente commosso pur nella sua fierezza e il piccolo Michele chevdall0o sguardo appare non soltanto innamorato del nonno ma anche ben disposto a seguirne le orme per garantire alla  Monte Pruno un grande futuro in un pur necessario avanzamento tecnologico che la storia futura imporrà come sopravvivenza nell’opprimente mercato globale dell’economia.

Non so se questo accadrà, auguro al piccolo Michele che accada; anche perché così nonno Michele potrà completare un capolavoro assoluto, cioè la transizione centenaria della banca sempre nello stesso nome: Michele1°, Michele 2° e Michele 3°; una saga familiare davvero degna di ogni rispetto.

Ricordo di essere stato presente una decina di anni fa alla cerimonia di commemorazione dei vent’anni dalla morte di “zio Michele”; quella sera il piccolo Michele era nato da poco ed era presente in un culla, ma quando il d.g. Michele Albanese (il nonno) nella sua rievocazione pronunciò con forza il nome dello zio Michele si avvertì nella sala distintamente un sussulto del neonato; una premonizione ?, non lo so, soltanto il futuro potrà dircelo.

 

 

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