L’Europa che costruiremo

da Salvatore Memoli (avvocato – giornalista – scrittore)

C’é un’Europa fisica con le sue Nazioni, le sue capitali, i suoi territori e luoghi della cultura, dell’arte, delle bellezze naturali e costruite dalla mano dell’uomo. C’é un’Europa politica costruita faticosamente da uomini ed idee coraggiose che hanno messo insieme realtà diverse, distanze culturali e contrasti economici e sociali. Penso ad Altiero Spinelli, si é speso per l’integrazione europea dell’immediato dopo guerra.
L’Europa come valore politico con la sua forza di idee, di valori, di diversità integrabili é stato un punto importante per molti, un obiettivo che ha spronato tanti a credere a tutto ciò che avrebbe potuto migliorare la vita di milioni di persone. Quando si visitavano paesi europei oppure si ascoltavano le testimonianze di milioni di emigrati sembrava di vedere possibile un livellamento delle qualità di vite di tante persone anzi si desiderava di omologare le diverse realtà per allargare le prospettive di una storia e garantire la nascita di un governo europeo che aiutasse tutte le Nazioni  a rendere possibili uno sviluppo integrato.
Abbiamo sognato generosamente la nascita di una dimensione politica che ponesse per tutti nuovi risultati di progresso in ogni campo. I sacrifici compiuti dai padri dell’Europa erano sostenuti da ideali forti, frutto di sacrifici e prove personali di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di scrivere un manifesto per la nascita dell’Europa. Come dimenticare il Manifesto di Ventotene, ispirato dal desiderio di un’Europa libera ed unita. Sentimenti chiari che trovavano la spinta nelle condizioni di sofferenza dei protagonisti, nei limiti politici di nazionalismi fine a se stessi che imprigionavano il valore di esistenze che potevano fare di più e dare di più.
Hanno sempre avuto un grande valore le parole di Schuman, Ministro degli Esteri francese che il 9 maggio 1950 pronunciò parole significative per la nascita dell’Europa: La pace mondiale non potrebbe essere salvaguardata senza iniziative creative all’altezza dei pericoli che ci minacciano.
Gli inizi del processo di unità sono stati motivi ideali per molti per garantire sostegno ad un futuro bello d’integrazione europea, nella quale abbiamo creduto e riposto speranze anche più grandi della realtà.
Viaggiare sul duolo europeo senza esibire un passaporto é stato un risultato che ha emozionato una generazione di europei, desiderosi  di conoscersi, di scambiarsi cultura e modi di vivere.
Tutta questa Europa iniziale ci riempiva gli occhi di un futuro politico ancora più importante e ricco di risultati positivi per tutto il popolo europeo.
Oggi i passi compiuti sono notevoli ma non sufficienti a credere che l’obiettivo sia stato centrato.
L’Europa come Stati Uniti d’Europa é ancora lontana, sembra di vivere ancora un tempo di partenariati  e accordi tra Stati, con concessioni e riconoscimenti che non entrano nella dimensione quotidiana di un popolo unico europeo. Ci manca una sovranità indiscussa e prestigiosa che garantisce autorevolezza e forza politica ad un territorio che é un Continente. L’Europa degli Stati Uniti é un obiettivo prioritario senza il quale non ha più senso alimentare un’organizzazione che é manchevole, debole, disarticolata, causa di debolezza di tutta la politica europea. I danni si registrano in molti campi: economici, legislativi, sindacali, culturali ed hanno rilevanza in questi anni nelle strategie difensive, negli aiuti all’Ucraina, nell’incapacità di avere relazioni premianti con la vicina Russia di Putin. Insomma questa Europa é una non realtà politica internazionale. Sembra zoppa, ancora dipendente dalla politica americana, troppo appiattita su Israele, incapace di una valutazione e un giudizio autonomo sulle relazioni internazionali, debole nel dire la sua ed esaltare il ruolo della diplomazia su quello dell’interventismo che genera dilaniati risultati politici.
L’Europa degli Stati Uniti ci piace e ci crediamo ma siamo così deboli nel credere in risultati immediati. Col tempo i nazionalismi, i sovranismi, gli egoismi minacciano i grandi ideali e ci fanno credere che “chi fa per sé fa per tre”!
Noi vogliamo credere ancora nel Manifesto di Ventotene e vogliamo scrivere il nostro Manifesto dell’Unità integrale dell’Europa, fisica, geografica, legislativa, militare e soprattutto religiosa, se si considera il grande valore del Monachesimo benedettino in tutti i Paesi europei!

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