Crisi ospedaliere, materie a scuola o leva infermieristica?

da Antonio Cortese (docente – giornalista)

 

Per sopperire alla crescente carenza del personale medico e paramedico in Italia c’è chi suggerisce la proposta di introdurre una specie di leva infermieristica obbligatoria, un tirocinio propedeutico prima dell’università o del lavoro.

 

Dai dati  sembra che l’empasse  riguarda un micro-medio termine, ma al contempo vi sono ancora molti professori che insistono sul numero chiuso per le facoltà mediche.

Ancora qualcun altro azzarda la proposta di integrare le materie scolastiche di nozioni paramediche o pronto soccorso. Una specie di kit o cassetta attrezzi per aiutare sé stessi e gli altri per il corso della vita senza ingolfare le strutture pubbliche e private con perdite di tempo e salute.

 

Corroborando le scuole di queste materie anche l’insegnamento ne gioverebbe e le docenze rifornirebbero sia i propri che gli istituti sanitari.

 

I bugiardini farmaceutici o gli stessi informatori avrebbero più facilità di incontro se ognuno possa masticare almeno un minimo di chimica e posologia equilibrata.

 

La ricerca ugualmente ripartirebbe da presupposti più coscienti e meno sbrigativi nel combinare soluzioni che farebbero meglio al caso di altre realtà industriali, senza nascondere magagne spacciate benefiche dalla propaganda usa e getta.

 

“Medice te ipsum” é una saggia frase che alcuni testi attribuiscono a vari profeti tra cui il nostro principale tra i diversi cristiani. Quindi attribuire tale massima ad un dovere civico prima ancora del bisogno di insistere su educazione civica o sessuale, religiosa o di intrattenimento, sarebbe pragmatica da anteporre.

 

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