da Maria Rosaria Greco
Era il 23 novembre 1980 e alle 19.34,53 una scossa di 90 secondi cancellò dalla carta geografica interi paesi seminando distruzione e morte, colpendo un’area di 17.000 chilometri che andava dall’Irpinia al Vulture, a cavallo delle province di Avellino, Salerno e Potenza.
Sono passati 44 anni dal quel terremoto che ha segnato in maniera indelebile i territori di Campania e Basilicata, seppellendo intere famiglie. Circa 3.000 i morti e un danno economico di oltre 26 miliardi di euro. In provincia di Salerno il bilancio ufficiale delle vittime fu di 674 morti e di 2.468 feriti, con interi paesi falcidiati.
“Oggi – dichiara il vice presidente della Provincia di Salerno Giovanni Guzzo – la capacità che abbiamo avuto di risollevarci da quel terribile momento ci deve guidare a rialzarci da altre ferite profonde. Cambiamento climatico, dissesto idrogeologico, crisi economica ed energetica sono le nuove sfide.
Come siamo ripartiti dopo il terremoto del 1980 così dobbiamo ripartire ora. Ognuno di noi, con il proprio ruolo, è chiamato in causa. Dobbiamo lavorare tutti compatti per la tutela e valorizzazione delle nostre comunità, di tutto il nostro Sud.”