P.A. e gli endemici ritardi nei pagamenti

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Il vezzo di atteggiarsi tutti a giornalisti (piccoli – medi e grandi) rispetto al passato è dilagato soprattutto con internet che se da un latto ha dato democraticamente voce a tutti, dall’altro ha notevolmente danneggiato tutto il mondo dell’informazione ufficiale legato a precisi canoni di etica-giuridica che prevede almeno un’iscrizione all’ordine dei giornalisti con l’obbligo per le testate giornalistiche (siano esse di carta stampata che online) di iscriversi nello speciale registro presso i tribunali di competenza territoriale.

Ma al di là dell’immondizia che si legge su internet c’è anche una piccolissima parte che presenta notiziie molto interessanti alle quali il mondo del giornalismo è costretto ad attingere pur sapendo di essere già in ritardo rispetto alla spettacolare attualità della stessa notizia.

E poi c’è, infine, la presenza di un numero molto esiguo di “scrittori” che potrebbero tranquillamente corrispondere anche con un giornale di elevata tiratura o addirittura di sedersi dietro la scrivania direzione di una testata giornalistica.

E il caso, e non tanto a caso, dell’ing. Antonio Lombardi (imprenditore edile di livello internazionale), presidente nazionale della Federcepicostruzioni, che con i suoi comunicati (sempre veri pezzi giornalistici) irrompe nel mondo dell’informazione, ci mette la faccia, sottoscrive le sue dichiarazioni e mette sempre il dito nella piaga delle problematiche trattate.

Insomma Antonio Lombardi come un vero e proprio giornalista tratta tematiche importanti legate al mondo del lavoro, e delle costruzioni edili in particolare, con grande capacità professionale.

L’ultima uscita, in ordine di tempo, riguarda la pungente critica nei confronti della Pubblica Amministrazione (P.A.) che promette sempre e non mantiene mai, soprattutto quando si tratta di dover pagare le imprese. E molto ironicamente l’ing. Lombardi sberleffa anche il mitico (si fa per dire !!) Sole 24 Ore che prende per oro colato le dichiarazioni dei politici e propala le favolette che essi raccontano da destra e da manca.

Giusto e doveroso, a questo punto, riproporre per intero il comunicato-articolo (pubblicato su questo giornale il 1° luglio 25) del presidente nazionale della Federcepicostruzioni:

 

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“SVOLTA EPOCALE: LA PA PAGA IN 30 GIORNI”MA DOVE? MA QUANDO?

Roma/Salerno, 01/07/2025 – Il Sole 24 Ore di qualche giorno fa, titola entusiasticamente: “Svolta dopo 12 anni di ritardi: la PA ora paga le imprese entro 30 giorni”. Che dire? Dev’essere successo in una Repubblica parallela, una sorta di “PA di Narnia”, dove i funzionari lavorano col cronometro in mano, i protocolli volano digitalmente da un ufficio all’altro, e i mandati di pagamento escono puntuali come gli stipendi dei parlamentari.

Peccato che nel mondo reale – quello delle imprese, dei cantieri e dei creditori lasciati appesi – i famosi 30 giorni siano ancora una leggenda metropolitana.

Nel Paese in cui rappresentiamo migliaia di imprenditori edili, il tempo medio reale di pagamento della Pubblica Amministrazione spesso:

  • supera i 90 giorni, se va bene,
  • si avvicina ai 180, se c’è di mezzo qualche ente locale in difficoltà,
  • sfiora i 12 mesi, se il pagamento è legato a fondi PNRR, certificazioni, validazioni, riti arcaici o autorizzazioni incrociate tra enti che si parlano tramite piccioni viaggiatori.

Altro che svolta. Questa è una svolta comunicativa, non operativa. Un titolo da campagna elettorale, non da rendiconto pubblico.

Se davvero la PA avesse iniziato a pagare in 30 giorni, noi imprese ce ne saremmo accorti:

  • non saremmo costretti a finanziare lo Stato lavorando a credito;
  • non vedremmo fallire ogni anno centinaia di imprese sane strangolate da ritardi nei pagamenti.

Sarà anche vero che qualche media nazionale ha letto un dato aggregato ottimistico di Eurostat o di qualche osservatorio ministeriale. Ma noi, che i cantieri li apriamo davvero, sappiamo bene dove finisce la narrazione e inizia la realtà.

Lo Stato che paga in 30 giorni? Come la burocrazia semplice: nessuno l’ha mai vista.

Attendiamo con ansia che qualcuno ci presenti questo miracolo.

Nel frattempo, torniamo a sollecitare, protocollare, diffidare. E, ovviamente, a lavorare. Nonostante tutto.

 

Il presidente di Federcepicostruzioni

Antonio Lombardi

 

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