Aldo Bianchini
SALERNO – Questa volta l’ammiraglio Gaetano Perillo, che è anche ingegnere, incentra la sua attenzione sulla metamorfosi che la città di Salerno ha subito in questi ultimi trent’anni; metamorfosi non soltanto sul piano socio-economico-culturale ma, soprattutto, sul piano squisitamente urbanistico.
Alcuni edifici storici resistono al tempo ma anche alla scure umana gestita, senza confronto e senza conferenza di servizi, da un solo uomo al comando; l’uomo che ha distrutto, tra le tante altre cose, qualsiasi traccia delle famose “chiancarelle”, monumento storico della Salerno che fu.
A tal proposito ricordo a tutti che finanche New York prima di ricostruire ex novo Ellis Island ha lasciato al centro un capannone nel quale venivano messi in quarantena gli emigranti italiani e lì sottoposti a violenti e vergognose pulizie fisiche, prima ancora che psicologiche.
Ma lascio la parola all’ammiraglio – ingegnere Gaetano Perillo:
L’area nord occidentale di Salerno è stata sottoposta negli anni passati a numerose modifiche della sua configurazione. Dapprima, con la sistemazione di spiagge e arenili – fino alla loro scomparsa a causa dell’ampliamento del porto commerciale – e poi con interventi di tipo edificatorio.
L’ampliamento del piazzale del Molo Manfredi, la Nuova Stazione Marittima di Zaha Hadid, il Crescent, Piazza della Libertà, ecc. hanno contribuito alla riqualificazione di luoghi rimasti a lungo nel degrado.
Ora la recente installazione di impalcature per il ripristino delle facciate dello storico Palazzo Sorgenti degli Uberti, con ingresso su piazza Umberto I alle spalle del Teatro G.Verdi, rappresenta un ulteriore passo verso la totale riqualificazione di tutta la zona.
Restano tuttavia due importanti edifici che tuttora ”resistono”, quasi a voler mantenere una testimonianza del passato degrado:
– la Chiesa di Sant’Anna al Porto,
– l’ex Casa del Combattente
Nel primo caso, un luogo di culto aperto alla devozione della gente di mare, ivi costruito nel XIII secolo e giunto fino a noi dopo una serie di demolizioni e rifacimenti avvenuti nei secoli successivi, si presenta ora – all’interno e all’esterno – in condizioni indecenti e non più accettabili. Senza implorare un miracolo dì Papa Francesco, sarebbe auspicabile che uno o più imprenditori locali, a similitudine di quanto avviene nel mondo anglosassone, si impegnassero con adeguata munificenza per un intevento di restauro che ridia lustro e decoro alla Chiesa di Sant’Anna al Porto.
Quanto all’ex Casa del Combattente, ai fini della riqualificazione di tutta l’area circostante, non depone bene la battuta di arresto che si registra dopo che si è dato corso a:
– rifacimento delle pareti esterne del Teatro Pasolini;
– abbattimento di un rudere cadente ad esso addossato;
– successiva realizzazione di una piazzetta alberata, in parte
ribassata rispetto al livello stradale e recintata da una balaustra metallica, a mio parere comunque, poco intonata con lo stile architettonico della Palazzina.
Non è più accettabile infatti che questo storico e pregevole edificio, peraltro ora utilizzato quale Sede della Fondazione culturale Filiberto e Bianca Menna, nonché di quelle dell’ANMI e del Lions Clubs International-Hippocratica Civitas, continui a presentarsi con facciate scrostate, cornicioni a rischio cadute di calcinacci, scala esterna di accesso malridotta, infissi alle finestre in cattivo stato e le parti inferiori delle facciate lato mare “pudicamente” ricoperte da pannelli plastificati su cui sono raffigurate le retrostanti porte di ingresso al pian terreno dell’edificio.
Uno stato di fatto che non si addice ad una città che si definisce “europea” e orgogliosa dei progressi che continua a registrare nel settore turistico, ulteriormente incrementati dopo l’entrata in funzione dell’Aeroporto.
Urge che le Autorità competenti provvedano per il ripristino, non più procrastinabile, del decoro di questa Palazzina.
A latere poi, costeggiando la Scuola Gennaro Barra lato via S.Pertini, non sfugge allo sguardo il disordine che regna nelle due zone laterali che delimitano il cortile antistante l’Istituto Alberghiero “R.Virtuoso”. Vi sono in perenne abbandono sedie e tavolini, materiali diversi, rifiuti di ogni genere …
Sarebbe opportuna una adeguata operazione di riassetto!!
Rimanendo ancora in zona, anche in considerazione della presenza della nuova sede operativa della Società RCM Costruzioni nell’edificio ex Banco di Napoli in piazza M.Luciani 4, occorrerebbe dare un migliore assetto all’antistante spiazzo da cui si diparte la via Indipendenza.
Eliminando il vecchio rugginoso box per rifornimenti carburanti, da anni
inutilizzato, si potrebbe creare una rotatoria, attrezzata a verde, per incanalare correttamente il traffico veicolare che dalla statale SS18 svolta a destra verso la piazza. E si eviterebbe così anche la presenza delle numerose auto ferme in sosta vietata.
Infine, restando ancora in tema restauro delle facciate di edifici importanti che … “resistono”, se si percorre il lungomare Trieste per circa un kilometro, non può non destare stupore la persistente presenza di impalcature che coprono in parte la Sede di rappresentanza della Camera di Commercio di Salerno, con ingresso su via Roma 29.
Fra i tanti compiti e le responsabilità proprie del Presidente di quell’Ente non dovrebbe mancare un deciso e concreto impegno affinché sia portato a compimento l’intervento di restauro dell’edificio, anche in considerazione del fatto che egli ricopre in campo nazionale il prestigioso incarico di Presidente di Unioncamere, con funzioni che inevitabilmente comportano un ruolo rappresentativo per la Camera di Commercio di Salerno.
Per inciso infine, che dire dell’affaccio sul lungomare dalle finestre dell’edificio in questione??
Si offrono alla vista tre vetuste palme molto sviluppate in altezza, che sarebbe meglio abbattere, viste le precarie condizioni in cui si trovano: una è ormai ridotta ad un lungo fusto totalmente privo di chioma; le altre due presentano alla sommità un ciuffo semi rinsecchito di foglie. Sono tutte a rischio caduta, tanto che sono state contornate da lunghi pali di sostegno disposti a piramide.
Pur riconoscendo la validità della misura precauzionale adottata, sarebbe tuttavia meglio un intervento risolutore, recidendo quei tre strani esemplari di palme che, onestamente, non rappresentano uno spettacolo esaltante e nulla aggiungono se non deturpare la visuale.