Siate fedeli coraggiosi di fronte alla disumanità

 

Da Luca Roncolato

ROMA – Papa Francesco rinnova la propria vicinanza e il proprio incoraggiamento ai tanti cristiani che, in modo particolare in Iraq e in Siria, sperimentano disumanità che li costringe a fuggire dai loro luoghi nativi.

In occasione del Sinodo della comunità siro-antiochena, riunita in questi giorni a Roma, il Pontefice ha avuto un incontro con il capo della delegazione siro-cattolica, il patriarca Ignace Youssif III Younan. È attreveros questi che il Santo Padre ha inviato il proprio “saluto alle vostre comunità sparse nel mondo, ed esprimere il mio incoraggiamento in particolare a quelle dell’Iraq e della Siria, che vivono momenti di grande sofferenza e di paura di fronte alle violenze“.

La difficile situazione nel Medio Oriente ha provocato e continua a provocare nella vostra Chiesa spostamenti di fedeli verso le Eparchie della diaspora” ha aggiunto poi Bergoglio, mettendo in luce come tutto questo apra ad una “duplice sfida“, ovvero “da una parte, rimanere fedeli alle origini; dall’altra, inserirsi in contesti culturali diversi operando al servizio della salus animarum e del bene comune“.

È sotto gli occhi di tutti come “questo movimento di fedeli verso Paesi considerati più sicuri impoverisce la presenza cristiana in Medio Oriente – ha aggiunto Papa Francesco – terra dei profeti, dei primi predicatori del Vangelo, dei martiri e di tanti santi, culla degli eremiti e del monachesimo“.

Per gestire questa situazione è necessario “ci siano pastori e fedeli coraggiosi, capaci di testimoniare il Vangelo nel confronto, a volte non facile, con persone di etnie e religioni diverse“, come aveva già espresso nel corso dell’ultimo Viaggio Apostolico in Turchia.

Concludendo il proprio intervento, poi, Bergoglio ha esortato la Chiesa siro-cattolica a proseguire il proprio “ministero di speranza” al servizio dei tanti che “sono fuggiti per mettersi al riparo da una disumanità che getta sulle strade popolazioni intere, lasciandole senza mezzi di sussistenza” nonché con coloro che sono rimasti nella propria patria.

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