Infarto: come batterlo !!

Da Ass.G. Dossetti

“L’infarto si batte con una rete cardiologica efficiente e attiva su tutto il territorio nazionale, con la disponibilità per tutti i cittadini di Centri di eccellenza”. Lo ha affermato la dottoressa Cinzia Cianfrocca, dell’A.C.O San Filippo Neri di Roma, nel corso del Convegno Malattie Cardiovascolari: Dalla fase acuta alla prevenzione, l’accesso alle terapie nell’era del risanamento, organizzato dall’Associazione “Giuseppe Dossetti:i Valori” (www.dossetti.it), che si è svolto a oggi a Roma, alla Camera dei Deputati – Palazzo Marini – Sala delle Colonne, via Poli, 19, dalle 8,30 alle 14,. Tutta da rivedere la strategia terapeutica delle malattie cardiovascolari, soprattutto per le emergenze, puntando su interventi precoci ed eliminando la difformità di accesso alle cure dei pazienti nelle varie regioni: non possono esserci cittadini di serie A e di serie B.” “I pazienti di serie B – ha spiegato la dottoressa Cianfrocca che ha moderato varie sessioni del Convegno –  sono anche quelli a cui, per appartenenza ad un’area priva di grandi ospedali o perchè malauguratamente si trovano vicini ad ospedali poco “dotati” di attrezzature, viene negata la possibilità della terapia migliore: vale a dire  l’angioplastica coronarica. A questo servono le reti, a portare nei posti “giusti” tutti i pazienti  con infarto acuto,per riaprire prima possibile l’arteria coronarica occlusa e minimizzare il danno cardiaco”. Nell’infarto acuto non c’è tempo da perdere. “La terapia ottimale- ha aggiunto la Dottoressa- prevede la riapertura della coronaria responsabile dell’infarto. Si tratta però di una procedura invasiva, che si può fare solo in ospedali attrezzati con un servizio di emodinamica. Se il paziente si ammala in una città priva di questo servizio, la riapertura della coronaria viene fatta con farmaci fibrinolitici, che sono ottimi nell’immediato ma che si rivelano meno efficaci a distanza. Una rete cardiologica prevede percorsi provinciali e regionali verso centri di eccellenza attrezzati, ai quali viene inviato l’elettrocardiogramma  del paziente per via telematica, consentendo l’arrivo dei cardiologi interventisti in sala operatoria durante il trasferimento del paziente”. Ci sono, in Italia regioni in cui la rete cardiologica funziona molto bene. “Penso alla Toscana, all’Emilia Romagna, alla Lombardia – ha concluso la dottoressa Cianfrocca- ma bisogna anche sottolineare che a Roma è dal 2003 che si parla di attivarla ma tutto è rimasto fermo. Ci sono ben 23 servizi di emodinamica, ma non è attivo alcun percorso rispetto alle province laziali .Dove la rete cardiologica funziona, come a Bologna, si è visto che, dati alla mano, si è registrata una riduzione della mortalità per infarto”.

 

 

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