SUICIDIO GIOVANILE. “SPESSO LA FRAGILITA’ SI LEGGE NEGLI OCCHI”

 Antonio Citera

SAPRI – “Questo mondo non fa per me scusatemi”.  Con queste parole Vincenzo, un giovane di Sapri ha deciso di farla finita.  Si è  impiccato nel bagno di casa tra la solitudine di un momento forse cercato e premeditato da tempo. Un giovane come tanti, apparentemente tranquillo ma che celava in se un senso di oppressione psicologica che lo ha trascinato in  oscuro labirinto. Quanti come Vincenzo vivono nella stessa situazione?  Quanti come Vincenzo un giorno diranno addio  a questo mondo non a misura?  In Italia il suicidio rappresenta la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali per i giovani sotto i 21 anni, i suicidi adolescenziali costituiscono il 10% dei circa  4000 suicidi che avvengono ogni anno.   Spesso i ragazzi scelgono, nella maggioranza dei casi,i mezzi più violenti e radicali, come l’impiccagione o le armi da fuoco. Le ragazze privilegiano le intossicazioni farmacologiche o la flebotomia. Dopo un primo tentativo, si stima che fra il 30 e 50% dei giovani che hanno tentato di suicidarsi lo ripetano. Numeri impressionanti che dovrebbero far riflettere . Con queste azioni, questi adolescenti manifestano più che una reale volontà di morire, la speranza di mettere fine a un’esistenza che li fa soffrire. Sperano di uscire così da una situazione conflittuale o che ritengono sia senza via d’ uscita, nella quale si sentono intrappolati. Ma è giusto tutto questo? Perché allora non intervenire?  Un adolescente che fa un tentativo  estremo, cerca di attirare su di se l’attenzione delle persone probabilmente su un problema che non riesce più a gestire, non una rinuncia, ma spesso una rivendicazione che dovrebbe essere ascoltata con attenzione, ma spesso, molto spesso, la frenesia di tutti noi, impegnati nel corri corri quotidiano, sottovaluta e non prende in considerazione tutto ciò.  Non ci dobbiamo limitare a considerare un fattore scatenante la causa unica di un gesto estremo, non sempre è la ragione stessa dell’atto, ma sovente è solo la goccia che fa traboccare il vaso, bisognerebbe andare a ritroso  scandagliando le cause e i malesseri precedenti. Impariamo ad ascoltare i giovani, capiamo i loro disagi, interpretiamo le loro azioni, e soprattutto costruiamo intorno a noi un futuro a misura di cittadino. In gioco c’è la vita di tante persone.

One thought on “SUICIDIO GIOVANILE. “SPESSO LA FRAGILITA’ SI LEGGE NEGLI OCCHI”

  1. “IL NULLA E IL SUICIDIO GIOVANILE” – scritto da Vitina Maioriello
    E’ una sorta di avventura fra le nebbie della società contemporanea. L’autrice ha avuto il coraggio di prendere in mano la lanterna e di seguire fino in fondo l’io disperato, fino a scovare nel nulla l’inquietante verità che si nasconde dietro il rifiuto della vita in età giovanile. Il libro procede con determinazione, fino ad individuare nella desolazione del nichilismo il dramma principale della società contemporanea.
    L’autrice si spinge nei luoghi disperati dell’animo umano, dove regna l’assenza di speranza e l’angoscia di vivere, ponendosi domande sul ruolo dei media e sull’apporto importante e delicato della prevenzione, guardando all’educazione morale e all’educazione ai valori come strategia fondamentale per ritrovare il senso della vita. Il libro scava nella disperazione dell’uomo contemporaneo, nell’assenza di speranza, nell’angoscia di vivere, nel ruolo esercitato dai mass media, per poi proiettarsi nella proposta di prevenzione, nella prospettiva da me fortemente voluta e condivisa dell’educazione morale e dell’educazione ai valori, per ritrovare il senso della vita.
    Un libro autentico, che non si limita al tentativo di comprendere meglio le dinamiche di un fenomeno così drammaticamente attuale, ma che si sforza davvero di guardare alle profondità dell’animo umano, alla sua solitudine e soprattutto alla sua disperazione, proprio quando questa diventa senza più speranza…

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