Baldi connection/17: l’accusatore non credibile

Maddalena Mascolo

SALERNO – Da quando la collega Petronilla Carillo de “Il Mattino” è diventata una delle poche giornaliste in grado di scalare le vette della “Procura”, sostituendo di fatto l’altra collega Angela Cappetta troppo frettolosamente e misteriosamente allontana da “Il Corriere del Mezzogiorno”, abbiamo trovato una nuova inesauribile fonte del nostro lavoro di commento e approfondimento sulle notizie che campeggiano sui vari quotidiani della città e della provincia. Abbiamo, quindi, letto con grande attenzione (Il Mattino dell’11 ottobre 2014) la pubblicazione delle motivazioni poste a base della sentenza di proscioglimento “perché il fatto non sussiste” in favore di Giovanni Baldi (consigliere regionale di centro destra) accusato dal pm Vincenzo Montemurro di aver intascato soldi per favorire l’assunzione di una ragazza di Cava presso l’Ente Provincia. Ancora una volta con questa assoluzione e, soprattutto, con queste motivazioni viene premiata la linea garantista di questo giornale che abitualmente va oltre la notizia scegliendo la via difficile dell’analisi dei fatti come è nelle prerogative di una redazione giornalistica che vuole dare anche una colorazione di specializzazione innanzitutto alla “cronaca giudiziaria” che tanto interessa l’opinione pubblica. Nella fattispecie di che trattasi, cioè il caso dell’on. Giovanni Baldi, la soddisfazione è ancora più viva se si pensa che questo giornale è stato l’unico in assoluto ad analizzare e snocciolare la “figura dell’accusatore” (Vincenzo Musto) evidenziandone la sua “certa non credibilità”. E pensare che tutti i giornalisti hanno conosciuto o conoscono Vincenzo Musto, ma hanno preferito far finta di niente e cavalcare al galoppo tutte le notizie sapientemente scucite da chi aveva interesse a magnificare la delazione di Musto ed a crocifiggere l’ignaro Baldi. Roba da non credere ma è andata proprio così. Il gup Emiliana Ascoli ha letteralmente smantellato l’impianto accusatorio della Procura sentenziando che “”gli elementi acquisiti non consentono di sostenere l’accusa in prdine alla sussistenza dell’elemento oggettivo del reato ipotizzato””. Più chiaro di così si muore, ma il Gup ha anche aggiunto che sulla figura di Vincenzo Musto, grande accusatore di Baldi, “”nutre meri sospetti ma anche un vuoto probatorio non colmabile in dibattimento””. Dunque una vera e propria mazzata sia nei confronti del PM che della stessa credibilità del Musto. A questo punto, in redazione, ci saremmo aspettati almeno un pallido tentativo di approfondimento della notizia, ma sui giornali il caso finisce qui. Quasi come se tutti ignorassero che l’accusatore Vincenzo Musto è stato utilizzato dalla Procura di Salerno come “supertestimone” anche nella travolgente inchiesta sui falsi invalidi di Cava T. che il 17 ottobre 2013 (esattamente un anno fa) portò ai clamorosi arresti di medici e professionisti, tra i quali anche lo stesso Giovanni Baldi ed altri (Germano Baldi, Mario Salucci, Francesco Ragni, Renato Caterini, Pietro Giordano, Isidoro Quadrino e Antonio Mazzotta), in quella che tanti colleghi si affrettarono a definire come una  “organizzazione a delinquere per gestire le dichiarazioni di invalidità civile per soggetti che non ne avevano diritto” e finalizzata al recupero di “consensi elettorali in cambio di pensioni”. Il giorno dopo gli arresti il direttore di questo giornale scrisse testualmente: “”La storia, ovvero il castello accusatorio messo in piedi dalla DDA di Salerno sinceramente, non mi convince; ancor di più non mi convince il voto di scambio; resto addirittura esterefatto quando i Carabinieri indicano in Giovanni Baldi il promotore di “una banda di falsari” in grado di far elevare le percentuali di invalidità ai soggetti segnalati anche al fine di procurare loro il diritto all’iscrizione al collocamento agevolato oltre all’assegno di invalidità ed all’accompagnamento.  Insomma, per dirla tutta, la storia del “voto di scambio” che le Procure tirano fuori ciclicamente non mi convince e non mi piace; pur manifestando tutto il mio apprezzamento per le singole capacità professionali e investigative degli inquirenti. In discussione è la costruzione del castello accusatorio che, a giusta ragione, frana quasi sempre di fronte al vaglio dei successivi magistrati giudicanti. Per questo, anche questa volta, mi schiero fin d’ora con Giovanni, Germano Baldi e tutti gli altri in questa nuova lotta di legalità””. Oggi, dopo la lettura delle motivazioni poste a base dell’assoluzione di Giovanni Baldi, possiamo ben dire che ha vinto la linea garantista di questo giornale. Ma la storia, ovviamente, non finisce qui. Come prima scritto il Gup Emiliana Ascoli ha demolito innanzitutto la credibilità del “grande accusatore” e la decisione non potrà non avere (nonostante il già annunciato ricorso della Procura) anche i suoi riflessi positivi sull’inchiesta dei presunti falsi invalidi i cui indagati (innanzi indicati) ancora aspettano di avere giustizia dopo essere stati passati per le manette a causa di delazioni assolutamente non veritiere sussurrate da un personaggio (con l’avallo di CTU quantomeno superficiali !!) che il Gup non ha esitato a definire assolutamente non credibile. In tutta la vicenda colpisce sinceramente un fatto. Come mai questo giornale, che pure viene letto in Procura, non è stato interpellato subito dopo che aveva tracciato il profilo di non credibilità del grande accusatore ?

 

One thought on “Baldi connection/17: l’accusatore non credibile

  1. Gentilissima dott.ssa Mascolo il suo intervento non ha bisogno di commenti……….si commenta da solo : la mala giustizia è una storia infinita.
    Se uno legge i commenti al suo precedente intervento il n.16, si rende conto che ,ormai, almeno per alcune persone, per fortuna la minoranza………….nanche la formula “il fatto non sussiste” è garanzia di “Giustizia” amministrata senza pregiudizi, ma solo applicando il Codice…..che non va ne interpretato ne,peggio, abusato, secondo le circostanze.Andrebbe applicato con “raziocinio”.
    Ma con certa Magistratura Inquirente non c’è codice che tenga.
    Oltre i fatti così palesemente “interpretati a uso e consumo proprio” su cui andrebbe steso solo un velo pietoso si ricorre……….. (tanto il Codice lo prevede e male che vada Il P.M. non risponderà di nulla e a nessun titolo) e all’ora speriamo solo di non finire nel tritacarne della “Giustizia”.
    La “Giudicante”, a volte, fortunatamente, fa cadere rovinosamente i castelli accusatori di sabbia, messi su, certosinamente da quella “Inquirente”, bene, ma a che serve? Il limite è perso…….non vi è più limite.
    Accusatori assolutamente non credibili? Indagini eufemisticamente “superficiali”? E che fa?Ma chi ci fa caso?
    Lo stesso testimone “grande accusatore”, non credibile” ? Ma chi se ne frega?
    Il Vostro giornale per quanto importante sia per le battaglie che porta avanti è grande ma è piccolo…..fa il solletico a certi P.M..
    Io speriamo che me la cavo.Buon lavoro.

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