MINETTI: i colori della vita … tra fede, chiesa e banca

Aldo Bianchini
TEGGIANO – Chi lo avrebbe mai detto che sotto le navate di una chiesa avremmo potuto assistere ad uno show atipico rispetto a quelli che una cantante di vaglia, come Annalisa Minetti, è solita proporre ai suoi fan o semplici spettatori. La scelta di “don Carmine Tropiano”, giovane e intraprendente sacerdote del Vallo di Diano, soprattutto quando opera lontano dal frastuono delle campane del Caiazzano, ha sorpreso e affascinato tutti quelli che hanno sovraffollato la chiesa dedicata, ironia della sorte, a “San Giuseppe lavoratore” (operaio, ndr !!) in loc. Pantano di Teggiano; anche se accostamento mai fu più giusto con i sacrifici e il lavoro che la Minetti ha dovuto sopportare e superare per uscire dal buio della sua condizione drammatica condizione di persona vedente divenuta, poi, non vedente a causa di una grave malattia. La scelta, dopo un incontro casuale sul web, si è rivelata davvero molto interessante e densa di significato, non soltanto religioso ma anche di vita allo stato puro. Quella vita fatta di tutti i colori dell’arcobaleno cui si è ispirata la bravissima Annalisa per raccontare con parole, versi e suoni la sua vita travagliata, passata dall’essere vedente a non vedente non senza traumi profondi di natura psicologica. La genialità dell’idea operativa di “don Carmine” sarebbe rimasta, forse, allo stato di pura ipotesi progettuale se sulla scena non si fosse proiettato il personaggio più importante del pianeta economico del Vallo di Diano, il direttore generale della Bcc Monte Pruno Michele Albanese che più di qualcuno, tra sussurri convinti e pubbliche dichiarazioni, ha additato come il novello “San Michele da Roscigno” che attraverso uno dei suoi uomini di punta (il presidente di Monte Pruno Giovani “Giuseppe Nese”) ha sigillato l’accordo economico con la Minetti per dar vita, ripeto, ad uno degli spettacoli più belli che mi sia mai capitato di vedere. Ho assistito con alcuni amici (tra i quali Pierino Cusati e Michele D’Alessio) a tutta la lunga e suggestiva cerimonia che, pur non avendo niente di spiccatamente religioso (al di là della location !!), ha richiamato tutti all’essenza della vita fatta di sacrifici, soddisfazioni, gioie e dolori, con cadute e rialzate, con obiettivi facili e difficili, ma tutti raggiungibili. All’uomo niente è inibito, tutti i traguardi sono conquistabili, anche quelli più ambiziosi. Come ad esempio una medaglia di bronzo olimpica per una non vedente, oppure cercare di agguantare una medaglia d’oro nelle prossime olimpiadi di Rio; così come avere un figlio contro il parere di parenti ed amici, di farlo crescere preparandogli la ciambella ogni mattina senza dover ricorrere ai prodotti imbustati e, soprattutto, senza mai vederlo. Certo deve essere stato, ed è sicuramente, molto devastante per una donna bellissima e di successo aprire gli occhi al mattino e vedere il buio: “Ancora oggi cado ogni mattina e mi rialzo ogni giorno” ha, tra l’altro, recitato la Minetti nella sua performance che lascia di stucco per la sua brutale e reale vicinanza alla vita di tutti noi, abili o diversamente abili, e per la forza intrinseca che il messaggio lancia musicalmente soprattutto ai giovani che non devono mai demordere di fronte alle prime difficoltà della vita. La stessa Minetti, del resto, se non avesse avuto la forza necessaria e l’ispirazione giusta sarebbe rimasta seduta sul divano di casa a piangere ed a ferirsi ogni momento di più; ora, invece, ha la possibilità di salire su palcoscenici importanti davanti a migliaia di persone pur non avendoli mai visti; ha incontrato tre Papi pur non avendoli mai visti in viso, ha girato mezzo mondo pur non avendolo mai visto, ha calpestato la pista olimpica di Londra pur non avendola mai vista ed ha avuto un figlio pur non avendolo mai visto. Ma è felice così la Minetti, ben sapendo di trovare la sua voglia rigeneratrice e propulsiva nella “forza della fede” che, attenzione, non segue come una gretta frequentatrice di chiese ma legge, interpreta e racconta dal suo punto di vista che sicuramente è illuminato; insomma la “fede di Annalisa” è una fede vissuta pienamente. A qualcuno che fuori e dentro la chiesa di San Giuseppe lavoratore mi chiedeva se una banca può sponsorizzare questi momenti ho risposto con decisione che le banche, soprattutto quelle locali, non solo possono ma devono fare questo; per mantenere il loro rapporto con il territorio e per dare un “senso di vita” alla loro esistenza ed alla loro stessa natura di banca di prossimità. Ed in questo la Bcc Monte Pruno di Roscigno e Laurino dà lezioni e punti davvero a tutte le altre banche disseminate sul territorio ed in ambito regionale. Non ci si può sorprendere, quindi, se il successo anche economico della Bcc Monte Pruno, pubblicizzato attraverso una mega serata svoltasi nei giardini della sede centrale di Sant’Arsenio, diventa ogni anno più straripante di quello precedente. Ovviamente, per buona pace di tutti.

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