CILENTANA: dopo Albanese risponde Palmieri e … sulla scena irrompe Lombardi; ora tocca a Corrado Matera

Aldo Bianchini

SALERNO – Il 7 febbraio scorso avevo scritto e pubblicato un articolo dedicato alla strada più lunga del mondo; il titolo: “Cilentana: Roscigno e  le strade della sinistra” fatto per evidenziare come la politica, in questo benedetto Paese, lasci troppo spesso il passo ai suggerimenti e/o all’iniziativa privata, un fatto che se preso così come scritto potrebbe anche essere positivo. Il problema è che i suggerimenti e le iniziative dei privati arrivano a bacchettare i ritardi, i silenzi e le incomprensibili attese di qualcosa che non succede mai. Ed è così sempre, comunque e dovunque. Anche nei paesi in cui governano sindaci che sulla carta dovrebbero essere esperti conoscitori della macchina burocratica, come è il caso del Comune di Roscigno con il sindaco Pino Palmieri che è stato anche consigliere regionale del Lazio. Il sindaco di Roscigno in risposta al mio articolo ha postato su FB un suo commento che, a conti fatti, potrebbe anche essere condivisibile in quanto pur contestando le mie osservazioni ha tenuto la barra dritta su una linea di saggio rispetto del ruolo degli altri. Piuttosto le precisazioni da lui effettuate lasciano il tempo che trovano ed appaiono come risposte tutte in politichese. Non spetta ad un giornalista indicare le mosse che un sindaco deve fare, posso soltanto dire quello che io avrei fatto se mi fossi trovato nei suoi panni. Avrei preso a sportellate (così si dice in gergo) tutti quelli che in Provincia sono responsabili del settore strade a cominciare dal presidente Canfora per finire al consigliere delegato Imparato, e poi avrei denunciato pubblicamente (e non soltanto in privato) ritardi, manchevolezze e sceneggiate; lo avrei fatto anche a discapito del mio eventuale partito di appartenenza perché un sindaco deve stare con la gente. Punto. Altra storia, invece, è l’intervento abbastanza duro e risoluto dell’ing. Antonio Lombardi (presidente di ANCE Salerno) che è sceso in campo all’indomani dell’ultimo incidente stradale mortale ed ha inviato una lettera al presidente Giuseppe Canfora:

“L‘ennesimo incidente mortale registratosi nei giorni scorsi sulla strada provinciale 430 Cilentana impone una riflessione sulle condizioni in cui versa questa arteria, fondamentale per le popolazioni e le imprese di un’area vastissima del territorio provinciale, ancor di più con l‘approssimarsi della stagione turistica. Siamo ormai in presenza di un vero e proprio bollettino di guerra: oltre 80 incidenti in meno di 15 anni, 30 dei quali mortali, che testimoniano e certificano l’estrema pericolosità di questa strada, che in numerosi suoi tratti è ben al di sotto dei livelli minimi di sicurezza. Buche profonde, quando non vere e proprie voragini, minacciano gravemente l’incolumità di automobilisti e motociclisti. Il manto d’asfalto in vasti tratti è ormai divenuto estremamente viscido e sottile, sia a causa della vetustà sia per il traffico sostenuto, anche di mezzi pesanti. I viadotti, che caratterizzano l’arteria per oltre 30 km, non sono mai stati interessati da verifiche di staticità (ed i recenti fatti di cronaca hanno avuto modo di rammentarci quanto questa zona presenti, oltre al ben noto rischio sismico, alta criticità anche per quanto attiene il dissesto idrogeologico). È evidente che tutto questo impone un immediato screening e, soprattutto, l’avvio di un programma urgentissimo di interventi che consenta quanto meno il ripristino dei livelli minimi di sicurezza per chi percorre questa strada. Auspico, quindi, un suo sollecito intervento e – ben consapevole delle difficoltà in cui l’Ente che Lei autorevolmente presiede, opera dopo gli interventi di riforma – Le garantisco fin d’ora il massimo supporto della nostra Associazione, perché almeno gli interventi minimi necessari possano essere cantierati con estrema urgenza per interrompere quel doloroso bollettino di guerra che richiama le amministrazioni (e le coscienze) tutte ad una seria, rigorosa assunzione di responsabilità”.

L’intervento di Antonio Lombardi è assolutamente ben centrato e mette il dito nella piaga della “strada più lunga del mondo” (lunga perché per realizzarla ci sono voluti quasi cinquant’anni); la strada necessita di un immediato screening per garantire in futuro sicurezza e percorribilità. E badate bene che Lombardi ha parlato, come fa spesso, in nome e per conto di tutti gli utenti ma anche di tutte le aziende (non certamente soltanto della sua) che potrebbero garantire il controllo costante della strada che un giorno si e l’altro pure frana a vista d’occhio. Qualcosa di strano, per non dire di intrinsecamente macchinoso, la strada ce l’ha. La sua costruzione iniziò negli anni ’60 e per un certo periodo di tempo ci mise mano anche l’imponente impresa “Rozzi” di Ascoli che, nonostante l’esperienza e i grandi lavori stradali realizzati in zona, dovette arrendersi ai meandri burocratici che caratterizzano molti Comuni della zona. L’avvertimento di Lombardi suona come un campanello d’allarme che non va sottovalutato perché sulla sicurezza non si può e non si deve scherzare. Lombardi va ringraziato per la presa di posizione molto forte e determinata. Ora spetta alla politica fare la sua parte, se la sa fare.

Dopo la Bcc Monte Pruno, a nome del suo direttore generale Michele Albanese, che ha aperto i cordoni della borsa, ora arriva anche lo schiaffo di Antonio Lombardi, uno schiaffo molto più pesante e preoccupante perché attiene la sicurezza di tutti. Ma qui siamo abituati alle mega inaugurazioni, plateali e roboanti, del governatore Vincenzo De Luca che, alla stregua di Attila, dove arriva lui non parla più nessuno e tutti, sindaci compresi, si rifugiano nel silenzio.

Ecco da Pino Palmieri mi sarei aspettato anche questo, una ribellione pubblica proprio quel giorno in cui il kaimano è andato a riaprire al traffico la Cilentana che dopo qualche settimana è franata di nuovo.

Così come mi aspetto un intervento, decisivo e risolutivo, da parte dell’assessore regionale al turismo, avv. Corrado Matera, perché questa è anche una “strada turistica” che apre le porte del Cilento; l’assessore, quindi, non solo ha il dovere ma anche il diritto per intervenire e perorare la causa di tutte quelle comunità che soffrono da decenni i disagi della “strada più lunga del mondo”.

 

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