ACQUA: Salerno capofila per dispersioni idriche del 56%

Aldo Bianchini
SALERNO – La notizia viene da Napoli ed è autorevolissima; Legambiente con un pubblico comunicato a messo a nudo lo stato dell’arte, pessimo, di tutti gli acquedotti campani; in particolare ha parlato degli acquedotti di Salerno: “”A Napoli ogni cittadino consuma in media 154,7 litri al giorno con il 34,30% di perdite idriche reali. I cittadini salernitani registrano bassi consumi 116 litri giorno ma hanno una dispersione nella rete pari al 56,50%, la peggiore tra i cinque capoluoghi di provincia. Benevento ottiene il miglior risultato in Campania con un consumo di 134 litri al giorno e il 28,90% di perdite idriche reali. Caserta e Avellino registrano il 46% di perdite idriche reali. Inoltre la diminuzione delle piogge, in Campania si registra un 30% in meno di precipitazioni, mette a rischio le produzione agricole: oltre 13% sono a rischio””.
Il disastro delle nostre reti idriche e fognarie viene naturalmente da lontano ed è molto difficile escludere qualcuna delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali che si sono susseguite nel tempo. Ma a noi interessa, più specificamente, la situazione di Salerno e della sua provincia. Ed è sul nostro territorio che fin dal primo dopoguerra si è tanto discusso della situazione delle reti idriche e fognarie, una situazione per la quale son o stati spesi anche div erse centinaia di milioni di euro di danaro pubblico (per mantenerci bassi !!); sono stati fatti studi tecnici enormi, gli studi sono stati tradotti in qualche caso anche in progetti di massime ed esecuti, e qualche cosa è stata anche fatta anche in maniera valida e risolutiva. A Salerno città questo problema è stato molto spesso affrontato ma m ai risolto; anche se sono state spese cifre enormi di pubblica denaro.
Un notissimo politico degli anni ’60 amava spesso dire nel corso dei suoi numerosi comizi che “i lavori alle reti idriche e fognarie” non si vedono e che per questa ragione i politici non si impegnavano più di tanto nella risoluzione dell’annoso e grave problema; meglio realizzare fontane, piazze, illuminazioni urbane da poter poi inaugurare in pompa magna ed anche più volte nel corso di un mandato amministrativo.
Esattamente questo è accaduto a Salerno città e tenendo conto di come si è sviluppato l’iter amministrativo dal dopoguerra ad oggi va da se affermare che la stragrande percentuale di responsabilità deve essere attribuita all’attuale governatore Vincenzo De Luca che, in pratica, amministra la città fin dal maggio del 1993. Le fontane dell’era deluchiana sono tutte ferme, non ne funziona neppure una. Subito dopo, per responsabilità, viene l’ex sindaco commendatore Alfonso Menna che pensò solo ai giardini del lungomare ed alle sue luci, tanto da rimanere nella storia come “Fonz’ a luce”, al contrario del suo successore che rimarrà storicizzato come “Vicienz ‘a funtana”.
Tutte storie e fantasie metropolitane, obietterà qualcuno; sicuramente si, ma in fonfo in fondo una base di grossa verità comunque esiste. Ed a farne le spese è stata e sarà tutta la comunità salernitana che continua, nella sua maggioranza, ad esaltare il personaggio dei personaggi, anche a costo di rimanere a secco e di non avere acqua in casa (a Torrione già da tempo viene sospesa l’erogazione di notte) a causa delle clamorose perdite che gli acquedotti lasciano per strada.
Ma adesso De Luca ha un’altra opportunità per farsi perdonare; la sponda gliela offre sempre Legambiente che scrive: “Sul piano della gestione della risorsa è necessario che le Regioni mettano in campo politiche indirizzate verso il risparmio e l’efficienza nell’uso dell’acqua. Oggi i nuovi Piani di gestione a livello di distretto idrografico, calati poi nei Pta regionali, devono prevedere strumenti concreti che si trasformano in piani di gestione locale, indirizzati al risparmio e alla tutela quantitativa della risorsa idrica. Occorre, inoltre, rendere sempre più efficace il sistema dei controlli preventivi da parte degli enti locali e di quelli repressivi da parte delle forze dell’ordine, dei prelievi abusivi di acqua dalle aste fluviali e dalle falde, così come occorre aggiornare il censimento dei pozzi di prelievo idrico ed irriguo””.
Sarà capace Vincenzo De Luca di fare tutto questo dopo aver fallito l’impresa propria nella sua città ? La risposta alle azioni che in futuro saranno messe in campo.

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