PONTI – VIADOTTI – GALLERIE: la severa presa di posizione di Michele Brigante

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Ancora una volta, dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova, la scienza ingegneristica delle nostre terre alla ribalta nazionale della pubblica opinione.

            Dopo la performance televisiva su Rai/1 scende di nuovo in campo il presidente dell’ordine degli ingegneri di Salerno, prof. ing. Michele Brigante, che questa volta mette nero su bianco il suo pensiero sulla situazione generale nazionale in merito alla situazione del patrimonio urbanistico e stradale del nostro Paese. Non scrive parole al vento, Michele Brigante, come fanno tanti altri ma offre anche delle soluzioni che certamente avranno bisogno di aggiustamenti e di riflessioni ma che rappresentano, almeno, l’avvio della soluzione dell’intricato e costosissimo problema.

            Lo ha fatto il presidente Brigante consegnando al quotidiano La Città del 19 agosto 2018 un suo specifico approfondimento, tecnico-giuridico, sulla grave questione che viene rimandata di governo in governo in attesa, forse, della soluzione finale.

            Scrive a 360° l’ingegnere, originario di Padula e docente presso l’UniSa, e parla diffusamente delle “nostre coscienze”, delle “povere vittime”, della necessita di “guardare avanti” seppure con il dolore nel cuore. “Non si possono aspettare anni per sapere le cause del crollo del ponte di Genova, dobbiamo interrogarci subito”, ha scritto Brigante che ha aggiunto che in data 18 agosto 2018, per quanto di sua competenza specifica che gli deriva dalla carica di “presidente dell’ordine degli ingegneri della provincia di Salerno” è stata diffusa una nota destinata a tutti gli Enti; c’è una “chiamata generale” all’appello: fornire dati, elementi, notizie, elenchi di ponti ed altro. Naturalmente con i tempi e lo stile da “emergenza”!

            Poi ha giustamente sottolineato che lo sgomento della gente deriva dal fatto che il crollo di Genova non è stato causato da fattori climatici e/o ambientali ma dall’incuria con cui lo Stato e le istituzioni in genere hanno seguito quelli che sono i protocolli di manutenzione ordinaria e straordinaria.

E’ vero che non esiste il rischio zero (come dice Brigante), ma è altrettanto vero che dal “rischio uno” in poi l’uomo deve recitare la sua parte a tutto tondo e deve essere anche capace di far passare in seconda fila subordinata anche il legittimo interesse economico che, comunque, governa tutte le dinamiche finanziarie globali senza fare sconti a nessuno, anche a discapito della stessa sicurezza per qualsiasi struttura cementizia e/o macchina operatrice che sia.

È nostro diritto/dovere poter avere (e dare) un rischio ed una sicurezza “media diffusa”, entro limiti fisiologicamente accettabili. E moderni. Nello specifico campo delle strutture dei ponti o delle costruzioni esistenti questo dipende dal livello di conoscenza che si ha di tutto l’insieme: tecniche costruttive, materiali, storia nel tempo ecc. La conoscenza, necessaria per la diagnosi, stenta però a decollare nell’ingegneria civile. Occorre invertire questa tendenza perché non è sufficiente, catalogare “per età” le costruzioni ed i manufatti” (ha scritto Brigante), e mi sento di condividere in pieno l’assunto  dell’ingegnere che dalle sue parole fa trasparire, comunque, quanto sia difficile e non prevedibile ogni tipo di rischio in funzione di una funzionale sicurezza per l’uomo e per l’ambiente.

Difatti siamo ancora in una fase di evoluzione dell’elemento “cemento” del quale non conosciamo la resistenza, la tenuta, la durata e la possibilità di intervenire con manutenzioni tampone; sembra strano ma la storia insegna e si ripete, sempre e comunque. E la storia ci dice che, ad esempio, le pietre a “faccia vista” tengono una struttura per millenni; il cemento invece, in  poco più di un secolo ha consentito all’uomo costruzioni ardite ed avveniristiche ma senza la controprova del tempo, perché il tempo per valutarlo dobbiamo prima viverlo.

Ecco perché l’ingegnere Brigante ha perfettamente ragione quando invita tutti ad una maggiore ragionevolezza e ad una maggiore e più specifica attenzione generale promuovendo la “Giornata nazionale della sicurezza” e del “Diamoci una scossa” che a Salerno si terrà il prossimo 30 settembre 2018 con professionisti che nel corso dell’intero mese saranno disponibili volontariamente per fornire consigli utili alla sicurezza di tutta l’utenza.

Ad ogni modo qui di seguito provvedo a pubblicare per intero l’approfondimento di Michele Brigante scritto per La Città e pubblicato il 19 agosto 2018:

“”Il dramma di Genova interroga le nostre coscienze: il pensiero è alle povere vittime. E, con il dolore nel cuore, siamo chiamati a guardare avanti. Tra qualche anno si conosceranno le ragioni del crollo, forse anche le responsabilità. Ieri è stata diffusa una nota destinata a tutti gli Enti; c’è una “chiamata generale” all’appello: fornire dati, elementi, notizie, elenchi di ponti ed altro. Naturalmente con i tempi e lo stile da “emergenza”! . L’intero Paese, sgomento, si è trovato di fronte ad uno scenario di morte e distruzione dovuto, questa volta, non ad una calamità. E questo invita a riflettere e soprattutto ad agire tempestivamente. Il tempo che conta e che va gestito bene, però, è “quello di prima”, non quello di dopo!. Un crollo “spontaneo” ed in esercizio ordinario di una costruzione di un manufatto apre orizzonti ed interrogativi, molto complessi. Il “rischio” e la “sicurezza” hanno un significato esteso, nello spazio e nel tempo. Il rischio zero non esiste, così come non esiste una sicurezza per tutto ed in assoluto. E di questo siamo tutti consapevoli. Ciò però non autorizza al fatalismo. È nostro diritto/dovere poter avere (e dare) un rischio ed una sicurezza “media diffusa”, entro limiti fisiologicamente accettabili. E moderni. Nello specifico campo delle strutture dei ponti o delle costruzioni esistenti questo dipende dal livello di conoscenza che si ha di tutto l’insieme: tecniche costruttive, materiali, storia nel tempo ecc. La conoscenza, necessaria per la diagnosi, stenta però a decollare nell’ingegneria civile. Occorre invertire questa tendenza perché non è sufficiente, catalogare “per età” le costruzioni ed i manufatti. Non giova muoversi in macro aree di classificazione. Da questi elementi non può trarsi alcun elemento scientificamente utilizzabile. È auspicabile che nasca una coscienza del “dover conoscere” e dover “attualizzare e aggiornare la conoscenza” della costruzione nel tempo. Cioè: diagnosi e monitoraggio; termini entrati nel linguaggio comune, ai quali occorre dare corretto significato e professionale attuazione. In questo campo, ormai, i protocolli tecnico- scientifici sono da tempo pronti, e ci sono professionisti – e gli ingegneri per primi – in grado di attuarli. Le resistenze sono, prevalentemente, di natura sociale e culturale, dovute – forse – ad una non capillare e corretta informazione dell’utenza. Ormai i costi sono sostenibili e ci sarebbero possibilità di interventi, anche con contributi pubblici, spesso non utilizzati. Ora, nella nostra Provincia e nella nostra Città Capoluogo, come in tutta Italia, ora si discute e si analizzano infrastrutture, anche di una certa importanza strategica, con l’obiettivo di conoscere, giustamente, lo stato dell’arte e la loro sicurezza. Ho letto che sono in corso attività di valutazioni ed indagini sperimentali, messe in campo da gestori/proprietari, che forniranno dati ed elementi di supporto per le conseguenti decisioni. Si tratta di attività di diagnosi utilissime, se ben calibrate, a guidare i giudizi e le successive decisioni. Probabilmente queste opere saranno successivamente monitorate, più o meno in automatico ma, sperabilmente, con continuità temporale e non con attività pseudo casuali, svolte in occasione di specifici accadimenti. Lo stato di conservazione e di sicurezza delle opere ed delle infrastrutture della nostra provincia sono nello standard generale medio nazionale, ma occorre comunque esaminarle nello specifico, perché per naturale evoluzione, delle cose e dei tempi, molte di esse non sono più funzionali. Alcune pagano il livello di sicurezza che dipende da quanto era richiesto in termini normativi e prestazionali quando sono state concepite; e dunque forse occorre “modernizzarle”. Altre pagano il prezzo della mancata attività di manutenzione. È auspicabile che si avvii – finalmente – un processo virtuoso, ormai necessario ed inderogabile, con la “catalogazione intelligente” delle infrastrutture, l’analisi dello stato reale delle effettive condizioni e, conseguentemente, decidere le azioni da intraprendere. E poi, anche con anche con riferimento alle costruzioni, spingere affinché le norme e le regole di gestione degli appalti e degli interventi si “aprano” ad una maggiore “indipendenza e modernità” di giudizio. Lasciando, dove necessario, che si favoriscano soluzioni di sostituzione, piuttosto che riparazione dei manufatti, quando l’analisi oggettiva delle convenienze generali lo evidenzi. In questo ambito ed in tema di sicurezza, con un progetto di portata nazionale, la comunità delle professioni tecniche, con gli ingegneri, ha organizzato la “Giornata Nazionale della Sicurezza” e “Diamoci una Scossa”, che si terrà nelle piazze di Citta e Comuni d’Italia per incontrare i cittadini e tentare di portare corrette ed ampie informazioni all’utenza. Anche l’Ordine degli Ingegneri di Salerno ha preparato il proprio programma, con l’adesione di oltre un centinaio di Colleghi. L’appuntamento è il 30 settembre e poi seguirà il mese della sicurezza, con professionisti che, in forma volontaria, saranno disponibili a fare un simulazione di analisi della sicurezza di costruzioni ed edifici. F.to Michele Brigante *Presidente Ordine degli Ingegneri della provincia di Salerno””

One thought on “PONTI – VIADOTTI – GALLERIE: la severa presa di posizione di Michele Brigante

  1. Carissimo Direttore Aldo Bianchini,
    leggendo l’articolo dal titolo ” PONTI -VIADOTTI -GALLERIE:LA SEVERA PRESA DI POSIZIONE DI MICHELE BRIGANTE ”
    mi ha colpito ,tra l’altro, una frase del Chiarissimo e stimato Prof. Ing. Michele Brigante,docente universitario,nonchè autorevole Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri di Salerno :
    ”LE RESISTENZE SONO, PREVALENTEMENTE,DI NATURA SOCIALE E CULTURALE,DOVUTE-FORSE- AD UNA NON CAPILLARE E CORRETTA INFORMAZIONE DELL’UTENZA”.
    Condivido con il pragmatico Presidente dell’ordine degli Ingegneri di Salerno che c’è necessariamente bisogno di una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini della prevenzione.
    Ben vengano le campagne di sensibilizzazione per far conoscere l’importanza della sicurezza sismica, come
    la prima giornata nazionale, che si terrà il 30 settembre 2018,promossa dalla Fondazione Inarcassa ,dal Consiglio nazionale degli Ingegneri e dal Consiglio nazionale degli Architetti,con la partecipazione attiva degli ordini provinciali.Un’iniziativa nazionale per la tutela e la sicurezza del territorio e dei cittadini che sarà riproposta ogni anno .Le successive edizioni si svolgeranno l’ultima domenica di settembre.
    La giornata nazionale della Prevenzione Sismica si avvale di un Comitato Scientifico di altissimo spessore,presieduto dal noto Prof. Ing. Gaetano Manfredi,Rettore dell’Università degli Studi,Federico II,di Napoli,ordinario di Tecnica delle Costruzioni nel medesimo ateneo.
    ” DIAMOCI UNA SCOSSA ” è la prima iniziativa nel suo genere in Italia per far conoscere l’importanza della sicurezza sismica e spiegare in modo chiaro, da parte dei professionisti esperti,coordinati dagli ordini territoriali,il rischio sismico e le agevolazioni economiche previste dal legislatore.Si svolgerà per tutto il mese di novembre,che diventa il mese della prevenzione ”attiva”.
    Il primo appuntamento ,quindi, per quest’anno è al 30 settembre ,prima giornata nazionale della Prevenzione sismica,secondo appuntamento ” DIAMOCI UNA SCOSSA”, a novembre 2018, mese della prevenzione sismica attiva.
    PIETRO CUSATI
    GIORNALISTA

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