Certosa/Padula: il Battistero di San Giovanni in Fonte tra degrado e incuria fa parte del sistema di beni culturali da valorizzare? Ci pensa il FAI.

Aldo Bianchini

PADULA – E’ dei giorni scorsi, precisamente del 13 novembre, una delibera del Comune di Padula in cui si sottoscrive un protocollo d’intesa con il FAI (Fondo Ambiente Italiano) per la promozione del sistema museale: “Preso Atto che la valorizzazione integrata del sistema di beni culturali di che trattasi è da attuarsi nel rispetto delle esigenze della tutela, con riguardo sia alle valenze storico-artistiche sia alle valenze paesaggistiche del complesso medesimo e degli altri beni”.

Dopo aver visitato il Battistero Paleocristiano di San Giovanni in Fonte viene spontaneo chiedersi se facente parte dei beni culturali da tutelare e promuovere.

Il quesito nasce dall’evidente e innegabile stato di abbandono in cui versa questo importantissimo bene, motivo per cui probabilmente il FAI ha deciso di inserire nei “luoghi del cuore” – il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare. Piuttosto che “da non dimenticare” in questo caso siamo nel caso di un luogo “già dimenticato” viste le condizioni in cui versa.

La strada di accesso con la palizzata divelta, le fioriere distrutte e senza piante, la cartellonistica ormai vetusta, rifiuti sparsi ogni dove, erba addirittura che occlude i canali di scolo, per non parlare dell’interno in cui il guano dei colombi è presente in modo massivo ovunque, dai passamano, alle vetrate, alla pedana. Insomma a prendersi cura del Battistero sembrano essere solo i colombi adibendola a loro dimora abitudinale.

In tutto questo resta da capire a chi compete sia la tutela che la valorizzazione. Al Comune di Padula oppure al concessionario Consorzio Arte’m visto che viene menzionato come luogo visitabile con biglietto integrato?  Qualcuno dovrà rispondere: per il Comune almeno l’Assessore alla Cultura Filomena Chiappardo, per l’Arte’m sicuramente il suo presidente.

Insomma vorrei capire se il Battistero fa ancora parte di quel percorso turistico guidato e ricompreso nella bigliettazione generale o è lasciato alla libera scelta del visitatore che, a suo rischio e pericolo, deve avventurarsi in quello splendido monumento dopo aver superato la barriera costituita da alcuni cagnacci che albergano da tempo a metà strada tra il monumento e l’insediamento agrituristico. Ed ancora, che cosa precisamente e specificamente dovrà fare o potrà fare il Fai che mi sembra, invece, in tutte altre faccende affaccendato.

Comunque sia, le condizioni dell’importante simbolo della cristianità sono immutate dalla pubblicazione dell’ultimo articolo “Certosa: nel biglietto unico c’è anche il Battistero abbandonato?” del 6 agosto scorso.

Se le condizioni restano immutate probabilmente la strada da seguire potrebbe essere la cessione al Comune di Sala Consilina, oppure direttamente al titolare delle vasche per l’allevamento delle trote che sicuramente riuscirebbero a tutelare e valorizzazione molto diversamente le esigenze di conservazione del monumento e dell’offerta turistico-ambientale.

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