Gaspare Russo: viabilità, ponti e viadotti

 

Aldo Bianchini

SALERNO – In tutta la provincia sta salendo l’interesse per la grande viabilità, e per la tenuta dei ponti e dei viadotti; soprattutto dopo il grido d’allarme lanciato dall’ing. Antonio Lombardi (presidente della Federcepi) che ha parlato di un latente disastro viario in tutta la provincia ed ha annunciato di volersi rivolgere alla magistratura per chiudere strade, ponti e viadotti. Con l’avv. Gaspare Russo (notissimo personaggio politico degli anni che vanno dai ’60 ai ’90, già sindaco di Salerno, presidente della Regione Campania, presidente della CCIAA e consigliere nazionale delle FF.SS.) cerchiamo di capirne di più anche per quanto attiene la reale necessità di intervenire sui tanti problemi esistenti.

Presidente ci eravamo lasciati con la viabilità dell’agro nocerino-sarnese e con il viadotto tra Nocera Superiore e Castel San Giorgio verso l’autostrada A/30. Ci spieghi meglio la situazione.

  • Male, molto male. Una settimana fa il presidente della regione Vincenzo De Luca in visita al municipio di Nocera Superiore ebbe a dichiarare: “Questa mattina mi hanno fatto un bel regalo, mi hanno chiesto 10milioni di euro per finanziare un viadotto”. Si riferiva al cavalcavia che dovrà collegare all’altezza di Nocera Superiore l’autostrada Napoli-Salerno A/3 al casello autostradale sull’ A/30 (Caserta-Salerno). E’ una delle tante vecchie, fondamentali infrastrutture, mai realizzate, che sono necessarie per la circolazione nord-sud, europea, nazionale, soprattutto strettamente utili per l’area salernitana.  Altro che una sorpresa o un “regalo”, come lamenta il presidente della regione.

Presidente ma di questi lavori c’è già traccia nel passato remoto e recente ?

  • E’ necessario ripercorrere brevemente la storia recente. Il piano nazionale dell’ ANAS del 1980 poneva la realizzazione del collegamento fra le due autostrade A/3 e A/30 tra le opere da realizzare in via prioritaria. La “legge obiettivo” di alcuni anni dopo riproponeva negli stessi termini il problema. All’indomani del terremoto del 1980 con la legge 219/81 per la ricostruzione e lo sviluppo la realizzazione di questa infrastruttura veniva individuata sempre come un ‘opera da realizzare in via prioritaria. Con il primo piano di sviluppo varato dalla Regione Campania per il triennio 1984-1987 l’opera veniva non soltanto riproposta, ma addirittura finanziata. Il piano regionale fu approvato dal CIPE (Comitato Interministeriale Programmazione Economica) e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Perché non è stato mai realizzato ?

  • La domanda e la risposta vanno poste alla politica, ai politici e nel caso nostro ai sindaci di Salerno, ai presidenti della Provincia, ai Presidenti della CCIAA, ai Presidenti del Consorzio per le Aree Industriali (ASI). Alcuni di questi sono tuttora viventi e operanti.

E allora perché alcuni sindaci dell’agro si sono rivoltati contro le dichiarazioni di De Luca ?

  • Come ho detto prima le rappresentanze politico-amministrative dell’agro sarnese-nocerino rispetto a questa problematica sono state completamente assenti. Negli anni del dopoguerra della ricostruzione e dello sviluppo (55-65 del secolo scorso) esisteva e funzionava un autentico motore per lo sviluppo, costituito da una trimurti, composta dal sindaco del comune di Salerno e dai presidenti della CCIAA e della Provincia, che associava a secondo dell’opera da realizzare le altre entità coinvolgendo gli enti interessati per ragioni funzionali e territoriali alla realizzazione di ogni singola opera.

Insomma cambiando i soggetti le opere sono saltate ?

  • Il problema è anche di oggi. Le grandi opere non producono voti. I politici e gli amministratori sulla scena politica preferiscono dedicare la loro attenzione alle iniziative che producono visibilità e voti.

Presidente, che fine ha fatto il finanziamento della bretella in questione previsto nel piano di sviluppo 84-87 ?

  • E’ andato perso, perché nessun Ente ha ritenuto di utilizzarlo.

Il quadro che state tracciando è piuttosto desolante ?

  • Purtroppo si. La società in tutte le sue componenti, politiche – istituzionali – sociali – imprenditoriali e sindacali, è distratta, è interessata alla quotidianità.

E come se ne esce ?

  • Chiamare le cose per nome e cognome, chiedere conto a tutti gli attori, senza esclusione, del loro operato, quando rivestivano le cariche pubbliche.

Presidente, per chiudere, casa rispondete ad Antonio Lombardi ed al suo appello ?

  • Un appello meritorio da non far cadere nel vuoto. Serve una mobilitazione di tutti i soggetti che prima abbiamo indicato. Non concordo sul ricorso alla magistratura, sia perché non è competente, sia perché può rappresentare soltanto un alibi e non rappresenta la soluzione di nessun problema sul tappeto. “CHI STA’ IN SELLA DEVE CAVALCARE”.

 

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