Sostiene Pereira: 25 anni dopo.


di Vincenzo  Mele

SALERNO – Nel 1994 Antonio Tabucchi, scrittore pisano e docente di lingua e letteratura portoghese all’Università di Siena, fresco di importanti onorificenze in Italia, Francia e Portogallo, pubblicò il romanzo “Sostiene Pereira”, divenuto in breve un classico della letteratura italiana moderna.

Il personaggio del Dott. Pereira nacque da un verso della poesia “What about Pereira” di Thomas Stearns Eliot, presente nella raccolta “Il canto d’amore di Alfred J. Prufock”. Tabucchi conobbe personalmente a Parigi un giornalista portoghese che visse in prima persona la dittatura di Antonio de Oliveira Salazar, subendo censura e minacce per aver semplicemente espresso nei propri lavori opinioni in contrasto con il regime.

Il Pereira concepito da Tabucchi è uno stakanovista, cardiopatico, obeso, vedovo ed abitudinario direttore della pagina culturale del “Lisboa” nel Portogallo della dittatura dell’«Estado Novo» nel 1938, con una trentennale esperienza nella cronaca nera alle spalle. Assume un collaboratore di origini italiane, Francesco Monteiro Rossi, dopo aver letto la tesi di laurea scritta da quest’ultimo sul concetto della morte. Pereira ha l’arguta idea di lavorare a necrologi anticipati per gli autori in vita, ma il giovane Monteiro Rossi sforna articoli giudicati impubblicabili. Indifferente al cambiamento politico del paese, inizialmente Pereira si mostra passivo riguardo alle notizie di aggressioni e pestaggi subiti dagli anti-salazaristi, ma, dopo aver incontrato il giovane Monteiro Rossi e la compagna Marta, entrambi antifascisti, inizia a poco a poco ad aprire gli occhi anche dopo aver vissuto in prima persona un tragico evento che segnerà la sua vita per sempre.

Quando il romanzo venne pubblicato, l’Italia del 1994 era alle prese con la nascente politica di Silvio Berlusconi e l’allusione con il Portogallo della dittatura salazarista nel 1938 non passò certo inosservata: Pereira era un personaggio che si staccava dalla sua routine per trasformarsi in un simbolo di resistenza civile, richiamando così l’idea dell’«uomo in rivolta» di Albert Camus e l’immagine di un giornalista che non si piega alle pressioni politiche. Con “Sostiene Pereira” Antonio Tabucchi si aggiudicò il Premio Campiello, il Premio Jean Monnet per la Letteratura Europea e il Premio Viareggio. Nel giro di venticinque anni “Sostiene Pereira” è stato oggetto di due trasposizioni in graphic novel, un riadattamento teatrale ed una trasposizione cinematografica nel 1995 diretta da Roberto Faenza con un Marcello Mastroianni, nella fase finale della propria carriera, nei panni del protagonista.

Venticinque anni dopo “Sostiene Pereira” è ancora attuale: in un mondo dominato dalle fake news e dal culto dell’immagine, il ruolo del giornalista è in serio pericolo e la politica non sembra avere la voglia e l’interesse di tutelarlo.

Tabucchi ci presenta personaggi estremamente realistici vissuti in altri tempi, afflitti da fantasmi che abbiamo faticato a cacciare dalla finestra ma che rischiano di rientrare dalla porta principale.

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