Morti bianche: da Sanza ad Aliano … è sempre la stessa storia !!

 

Aldo Bianchini

Il pozzo di Aliano

SALERNO – La tremenda sciagura sul lavoro di Aliano (MT) in cui hanno perso la vita i lavoratori Donato Telesca (53 anni) e Leonardo Nolè (54 anni) ripropone lo stesso semplice interrogativo di sempre: “Fino a che punto nel determinismo di un infortunio mortale in occasione di lavoro dipendente e/o autonomo incide la distrazione o l’eccessiva sicurezza del lavoratore ?”.

Questo interrogativo ci suggerisce una sola risposta: “mancanza della cultura della prevenzione”, una cultura che dovrebbe elevata addirittura a materia scolastica per poter più facilmente permeare le nuove generazioni e per poter più facilmente educare le generazioni che sono già al lavoro, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 40 ed i 60 anni. In questa fascia, difatti, si annidano i rischi più elevati per infortuni sul lavoro gravi fino alla morte. L’eccessiva sicurezza nell’esecuzione di un’attività ormai conosciuta e gestita al meglio porta inevitabilmente alla distrazione e, quindi, all’infortunio.

Soltanto dopo, e in maniera assolutamente non secondaria, ci si dovrà preoccupare della predisposizione e dell’attuazione delle norme di sicurezza e igiene sui cantieri di lavoro e punire severamente chi sgarra e chi non impone ai lavoratori il rispetto delle regole e l’uso di tutti i presidi personali antinfortunistici. Difatti c’è anche questo; il cattivo rapporto tra lavoratore e i presidi personali antinfortunistici. Una materia molto delicata nella quale mai nessun corso di formazione e di educazione è mai entrato, purtroppo. E gli infortuni crescono e diventano sempre più drammatici: dall’inizio dell’anno sono 458 i morti sul lavoro; se si sommano anche coloro che sono morti nel tragitto verso il lavoro si arriva a 938 lavoratori; per un totale di 4 infortuni mortali al giorno, la media più alta a livello planetaria. E pensare che il nostro Paese, come in altre specialità, è la culla anche per quanto riguarda le leggi antinfortunistiche con una storia che dal 1898 fino al 1955 (con il PDR 547) per proseguire con lo Statuto dei Lavoratori fino alle ultimissime modifiche a tutte le leggi precedenti.

Ma cosa è accaduto ad Aliano in provincia di Matera ? I due operai sono scesi in un pozzo, profondo circa dieci metri, utilizzato per l’aspirazione del percolato, cioè del materiale prodotto dai rifiuti accumulati nella discarica. Quando il primo operaio si è sentito male a causa delle esalazioni di anidride carbonica, il collega è sceso per soccorrerlo, ma anche lui è rimasto intossicato mortalmente. L’allarme è stato dato dall’autista dell’autocisterna con cui i tre avevano raggiunto la discarica. La cisterna doveva, appunto, caricare del materiale accumulato in una vasca per trasferirlo in un centro di smaltimento.

Mancanza dei presidi personali e generali di sicurezza ?  Ignoranza e distrazione dei lavoratori ? Responsabilità diffuse a livello datoriale, sindacale e lavorativo ? Probabilmente non lo sapremo mai; un fatto, però, è certo; questo tipo di infortuni mortali poteva essere comprensibile cinquant’anni fa ma non oggi che viviamo in piena era tecnologizzata e conosciamo tutti i rischi che si ascondono nei pozzi, nelle cisterne o negli anfratti inesplorati.

Francesco De Mieri, ex sindaco di Sanza, figlio di una vittima sul lavoro

Accadde più o meno la stessa cosa negli anni ’70 in agro di Sanza; tre operai agricoli morirono in un pozzo, pieno di anidride carbonica, per asfissia mentre il secondo e il terzo cercavano di soccorrere il primo. Tra i tre c’era anche il padre dell’ex sindaco di Sanza Francesco De Mieri. Il caso suscitò notevole scalpore e fece scuola; nel senso che lo Stato modificò le sue leggi e incluse nella protezione infortunistica anche chi nel tentativo di portare soccorso ad un compagno di lavoro si infortunava o perdeva la vita.

La stessa cosa, ma dopo oltre quarant’anni, è accaduta ad Aliano: secondo quanto si è appreso, i cadaveri dei due operai sono stati trovati uno sull’altro. La circostanza confermerebbe che uno dei due si è calato nel pozzo per soccorrere il compagno di lavoro, soffocato dalle esalazioni di anidride carbonica, finendo a sua volta ucciso.

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