VAMPIRISMO: SOLO UNA MODA?

 

di Nero Malpelo

SALERNO – Tra i giovani sono diffuse molte mode. Un esempio è quella degli ‘emo‘ (sottocultura che comprende anche l’autolesionismo). Un’altra è il vampirismo. Anche questa, non è propriamente una moda ma si può definire come ‘stile di vita’ nella metà dei casi (circa). I bevitori di sangue imitano i vampiri del cinema come per esempio Dracula (dell’omonimo film di Francis Ford Coppola) o Edward (protagonista di Twilight). ‘I donatori’ del gruppo prelevano il sangue dal proprio corpo tramite delle siringhe o dei tagli per darlo agli altri membri del gruppo. Queste cose vengono fatte in segreto. Non se ne deve fare parola con nessuno al di fuori della cerchia. I donatori di sangue non sono però indispensabili, come non è determinante fare parte di un gruppo. Infatti un vampiro può scegliere di bere il sangue di provenienza animale, dalle altre persone oppure il modo più sicuro è bere il proprio sangue. Questo perchè il sangue può contenere sostanze tossiche o tracce di medicinali. Basterebbe una goccia per trasmettere malattie. Quando una persona normale si trasforma in un vampiro quella fase si definisce ‘risveglio’. Non conviene bere spesso sangue, dato che è difficile da digerire. Chi beve sangue non deve essere per forza curato (come ha detto un professore di medicina), dato che nella metà dei casi (circa) si tratta semplicemente di una moda, quindi destinata a passare. Nell’altra metà però, si fa normalmente. Questo perchè ad alcuni piace il sapore ‘ferroso‘ del sangue, oppure si comincia perchè si è curiosi e poi si scopre che si ha una tendenza a farlo. Potrebbe anche capitare che si comincia per moda e poi si prende l’abitudine. Domanda: ci potrebbe essere un problema nella mente dei bevitori di sangue? Sarebbe interessante conoscere l’opinione dei ‘dottori della mente’ (neuropsichiatri, psicologi, psicoanalisti)?

 

 

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