TRAFFICO: sul doppio senso di marcia in Via Croce, flop del consiglio comunale e intervento dei cittadini

 

 

Aldo Bianchini

 

Via Benedetto Croce di Salerno

SALERNO – E’ finita come avevo, saggiamente, anticipato: “Caos in consiglio comunale e rinvio di tutto”; insomma quando si parla di traffico in città tutto sembra improponibile e difficilmente discutibile. Dei 21 consiglieri comunali, che avevano richiesto un apposito argomento traffico da dibattere nel consiglio di lunedì 11 novembre scorso, ne sono rimasti cinque-sei (Celano, Naddeo, Gallo, D’Alessio, Stasi e Ventura) a sostenere la richiesta che sullo spinoso argomento debba esserci almeno una discussione nella sede istituzionale più appropriata.

Ed invece niente di niente; se ne riparlerà forse nel prossimo consiglio comunale, comunque dopo il 22 novembre, data di scadenza per il deposito delle osservazioni per l’approvazione del Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU); quando il quadro globale, secondo l’assessore  Mimmo De Maio. Una posizione molto chiara quella di De Maio; difatti se ancora non è stato approvato il PGTU è inutile parlare di esperimenti a macchia d’olio. Di questo ne sono convinto anche io, a patto però che non si tratti di una scusa per non discuterne mai; ed a questo, purtroppo, la gran parte dei consiglieri comunali ci ha abituati da tempo; e sinceramente non so con quale faccia si presenteranno di nuovo al cospetto degli elettori nella primavera del 2021.

Ma al di là di Via benedetto Croce sul cui ripristino dei due sensi di marcia c’è e ci sarà da discutere molto; la cosa che più fa indignare la gente è la totale cecità di molti consiglieri che, pir essendo stati eletti dalla cittadinanza, fanno finta di non vedere i punti neri del traffico cittadino (uno fra tutti è quello drammatico dell’incrocio tra Via Torrione e Via Settimio Mobilio) che praticamente paralizzano il normale flusso veicolare di tutta la parte orientale di Salerno, con aggravio di spese materiali e psicologiche a carico di tutti gli automobilisti.

Dopo la figuraccia dell’intero consiglio comunale, in cui sembra essere stata devitalizzata la necessaria democrazia, mi corre l’obbligo di ritornare a Via Benedetto Croce, un problema per tutti e sul quale stanno fortunatamente intervenendo anche i cittadini (residenti e non) per una giusta partecipazione al dibattito democratico che anche questo giornale cerca di alimentare.

Ogni qualvolta si parla di traffico caotico o di punti neri del traffico a Salerno si parla sempre, ed in maniera diffusa di privilegi che non possono essere toccati; il caso più eclatante è quello, come dicevo, dell’incrocio tra Via Torrione e Via Settimio Mobilio per il quale la modifica del flusso di traffico sembra impossibile per via di qualcuno importante che abita nel primo o secondo palazzo dell’ex Via Irno.

Così come si sussurra per Via Croce; voci che io ho riassunto nel precedente articolo del 10 novembre scorso con una domanda: Quale tipologia di “malefico potere” abita in Via Gatto ? Ovviamente una considerazione del genere, più colorita sul piano giornalistico che provata sul piano reale ha costretto alcuni cittadini a manifestare il loro dissenso, ma anche il loro consenso.

Tra i dissenzienti convinti c’è da annoverare il dr. Andrea Campana (uno dei cardiochirurghi più stimati della città e non solo) che mi ha scritto alcune sue considerazione che qui pubblico a stralcio dopo sua diretta autorizzazione.

Per prima cosa devo dire che apprezzo l’intervento del dr. Campana perché ci ha messo la faccia in prima persona per partecipare ad un dibattito che interessa la gente e che, molto probabilmente, sfugge come importanza alla maggior parte dei consiglieri comunali che preferiscono rinviare sempre e comunque. Ed è proprio vero, come dice Campana, che “in Via Croce non c’è nessun malefico potere, ma forse solo un residuo pizzico di buon senso”.

Dr. Andrea Campana (medico cardiologo, specialista in fisiocardiologia ed aritmia) contrario al doppio senso in Via Croce

Tra i possibilisti, per il doppio senso di marcia, c’è l’ammiraglio . Gaetano Perillo che spesso arricchisce questo giornale con i suoi contributi. In buona sostanza l’ingegnere  sostiene la tesi del ripristino del doppio senso avallandola con specifiche citazioni di natura tecnica. Per la cronaca Perillo è un esperto di un certo rilievo di materie urbanistiche complessive, ivi compreso attenti studi dei flussi di traffico.

L’ing Perillo ha concluso il suo post scrivendo: “Credo che con una visione panoramica delle componenti in gioco si potrebbe trovare una soluzione di compromesso. I pubblici amministratori a questo sono chiamati e non a dare l’impressione di privilegiare questa o quella parte”.

Una visione, mi dispiace dirlo che manca a moltissimi consiglieri comunali intruppati nel sistema del potere deluchiano di questa città.

Per correttezza nei confronti di Campana e Perillo qui di seguito potete leggere i loro commenti integrali.

Commento del dr. Andrea Campana dell’ 11 nov. 2019

Caro Dott. Bianchini,

Mi permetto di dissentire fortemente dalla proposta di aprire al doppio senso di circolazione  via Benedetto Croce, verosimilmente sostenuta da chi non ha una conoscenza globale delle problematiche locali.  A parte le considerazioni tecniche ( la larghezza della carreggiata nei punti più stretti non consentirebbe il passaggio incrociato di due pullman), già con il senso unico noi residenti nelle basse palazzine costeggianti la strada, sopportiamo il carico acustico ed inquinante del traffico di auto, bus di linea e pullman turistici, che diventa poco sopportabile bei weekend estivi e nel periodo delle “Luci d’artista”.  Il doppio senso è stato già sperimentato nel passato, prima dei lavori di riqualificazione urbana che hanno giustamente allargato i marciapiedi (benché non in maniera sufficiente quello di destra); a quell’epoca la carreggiata era più larga e nell’attraversare, mia moglie fu investita da un pirata della strada, rimanendo per due mesi ricoverata nel reparto di Chirurgia maxillo-facciale dell’Ospedale San Camillo di Roma. In tempi più recenti, quando il doppio senso di circolazione si è reso necessario per brevi periodi per cause contingenti, abbiamo sperimentato, oltre alla difficoltà nell’attraversamento della strada da parte degli anziani, l’impossibilità a far sostare un’ambulanza per il prelievo di ammalati o, semplicemente, a scaricare una balla d’acqua da un auto che poi si sarebbe potuta parcheggiare chissà dove.

Peraltro il supposto congestionamento del viadotto Gatto non è sostenuto dalle auto, ma dai camion, i quali vanno dal porto sull’autostrada e mai potrebbero passare su Via Benedetto Croce; a breve, peraltro, la porta Ovest toglierà anche i camion dal viadotto Gatto.

Non voglio citare la problematica della sosta delle auto dei residenti in via Benedetto Croce e di via Sabatini ( che sarebbe coinvolta nell’eventuale nuovo dispositivo), i quali in larga parte non dispongono di box o posti auto ma comunque pagano il tributo a Salerno Mobilità per usufruire del bollino della zona 1, senza alcuna garanzia di trovare un parcheggio quando tornano dal lavoro. Certamente il problema non può essere risolto individuando parcheggi in via Ligea ( da raggiungere con una navetta?), a meno che non si voglia, con questo provvedimento, dare di fatto inizio ad una “ deportazione” degli abitanti di via Benedetto Croce e di  via Andrea Sabatini. Un caro saluto, Andrea Campana

Commento dell’ing. Gaetano Perillo del 10 nov. 2019

Sono pienamente d’accordo con le argomentazioni esposte in questo articolo dal dr. Bianchini. La vicenda del “doppio senso Si” “doppio senso NO” per le autovetture e i motocicli su via Benedetto Croce è tornata nuovamente alla ribalta sugli organi di informazione cittadini, raccogliendo numerosi pareri pro e contro. Credo per due ordini di motivi: (a) la diffusione di un responso degli ingegneri dell’UNISA secondo i quali, contrariamente a quanto affermato prima, la circolazione nei due sensi di marcia darebbe indubbi vantaggi in tutta l’area interessata; (b) la notizia che l’argomento, dopo una mozione firmata da una ventina di consiglieri, era stato inserito nell’ordine del giorno del Consiglio comunale. Notizia però messa in dubbio a causa di una richiesta di cancellazione dell’item da parte del sindaco e dell’assessore competente.
Gli interventi di vari lettori che si possono leggere, specie sui quotidiani on line, esprimono principalmente da parte dei contrari (in maggioranza, senza tema di errore, residenti della zona) la preoccupazione di perdere il vantaggio non indifferente di disporre quasi sotto casa di molti spazi per parcheggi, autorizzati e non. Così a sostegno delle propri tesi, si chiama in causa un aumento dell’inquinamento da gas di scarico. Ma la strada in massima parte è come una terrazza sul mare ed esposta quasi sempre ai venti del nord. Oppure si paventa che a seguito di ingorghi, una autoambulanza in servizio di emergenza rimarrebbe imbottigliata. Ma si tratta di una situazione purtroppo riscontrabile anche su altre strade, risolvibile con il buon senso degli automobilisti pronti a dare spazio al mezzo avanzante a sirene spiegate e con fari lampeggianti.
Quelli del SI evidenziano giustamente che continuare ad immettere piccoli autoveicoli sul viadotto Gatto, con i rischi derivanti dalla commistione con bisonti della strada, non è più accettabile. In effetti, quella bretella sub-verticale con una pendenza al limite della normativa, con un manto stradale male mantenuto e senza idonea segnaletica, al buio nelle ore notturne, non è l’ideale perchè possa essere definita sicura e affidabile. A parte la problematica, sempre incombente, della stabilità di piloni e campate, nonchè il forte incremento del traffico pesante da e per il porto.
C’è poi anche un’altra considerazione che potrebbe sembrare di solo buon senso, ma non lo è per le implicazioni connesse. Il percorso breve per unire due punti è la linea retta. Ogni deviazione comporta un maggior dispendio di energia. Allora valida é l’affermazione di quanti, anche cittadini di Vietri sul mare e di Cava dei Tirreni, per non andare oltre, sostengono che l’ingresso in città da nord non deve essere reso difficile e tortuoso. Ovviamente occorre evitare che i residenti siano penalizzati in modo irreversibile. Codice della strada in mano, va verificato se, oltre al doppio senso di marcia, esistano ancora margini per autorizzare parcheggi liberi o a pagamento. Poi dare una occhiata in zona. Sento citare lo spazio adiacente al Genio Civile. Una sua valorizzazione, magari con una struttura multipiano e con ripiani anche seminterrati darebbe un buon contributo. Ci saranno poi i garage sotto Piazza della Libertà. Si potrebbero studiare convenzioni agevolate a favore di quelli di via Croce. Credo che con una visione panoramica delle componenti in gioco si potrebbe trovare una soluzione di compromesso. I pubblici amministratori a questo sono chiamati e non a dare l’impressione di privilegiare questa o quella parte
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One thought on “TRAFFICO: sul doppio senso di marcia in Via Croce, flop del consiglio comunale e intervento dei cittadini

  1. Ho letto con attenzione il commento del dr. Campana, riportante fra l’altro opinioni e argomentazioni espresse anche da diversi lettori di altri quotidiani on line.
    Devo dissentire, non perchè io ritenga in assoluto il mio convincimento sulla opportunità del doppio senso su via Benedetto Croce come l’unica vera panacea per le problematiche della zona, e neppure perchè, a causa di una lettura poco attenta, le osservazioni del dr. Campana debbano essere rigettate tout court perché prive di una loro validità.
    Io ho già espresso il mio parere sul ripristino del doppio senso di circolazione su quel tratto di strada che, contrariamente a quanto viene detto forse per creare sconcerto, con la nuova disciplina NON DOVREBBE MAI ESSERE APERTO AL TRANSITO DI MEZZI PESANTI, PULMAN DI LINEA o PULLMAN TURISTICI, ma essere consentito solo ad autovetture e motocicli, escludendo anche furgoni e autoveicoli di stazza intermedia.
    Sarebbe questa una misura cautelativa e precauzionale nei confronti di possibili criticità derivanti ad esempio dall’incrocio di due autobus, anche se, riandando al passato, ricordo che una volta si andava e veniva da Vietri sul Mare e da Cava dei Tirreni utilizzando i filobus che avevano il loro capolinea nella strada laterale al Teatro Verdi, ora area pedonale.
    Statisticamente, negli anni di attività di quella filovia, ci saranno stati certamente degli incroci di filobus lungo via Croce, ma non ritengo si siano create problematiche tali da far sopprimere quel servizio, avvenuto invece in seguito con la diffusione di altri tipi di trazione dei mezzi pubblici.
    Precisato quindi il dispositivo che io auspicherei, devo anche fare un commento sulla pretesa atipicità che si vorrebbe conservare per quella strada, quasi perché l’unica investita da situazioni critiche.
    Girando per Salerno, mi è capitato di passare un paio di volte per via Salvatore Calenda. Strada stretta, in salita, caratterizzata da curve continue e ravvicinate, occupata su entrambi u i lati da auto in sosta senza soluzione di continuità. Eppure è a doppio senso di circolazione e percorrerla in tutta la sua lunghezza, sia a scendere che a salire, richiede continua attenzione e molta abilità di guida. In cima alla strada sorgono l’Ospedale da Procida ed altri edifici per civili abitazioni, c’è quindi un traffico non indifferente: i residenti devono fronteggiare le stesse, se non maggiori, difficoltà e i disagi paventati da coloro che abitano a via B. Croce.
    Si dirà che per quella strada c’e una necessità di fatto che crea quella situazione. Ma una necessità di fatto al ripristino del doppio senso di cui si discute nasce anche dalla circostanza che il viadotto Gatto già da tempo si dimostra insufficiente per il transito di tir e di altri grossi automezzi da e per il porto. Il loro numero è fortemente aumentato dopo che lo scalo salernitano ha registrato un notevole incremento delle sue attività. Se poi andrà finalmente a buon fine e in tempi brevi l’operazione di dragaggio dei fondali, gli arrivi di grossi natanti daranno un ulteriore incentivo al fenomeno.
    Intanto le previsioni di ultimare la Porta Ovest sembra che ancora non volgano al rosa. Quindi resterà il trasporto su gomma da smaltire attraverso il viadotto Gatto (mai ci stancheremo di recriminare sulla mancanza di un raccordo ferroviario con le aree retroportuali e oltre, come da anni vado auspicando).
    Ora c’è come una assuefazione a vedere automobili e altre piccole vetture circolare sul viadotto, circondate da questi grossi mezzi di trasporto, ma non è una situazione normale, nè priva di rischi. Quindi, a chi proviene da Vietri andrebbe finalmente risparmiato un percorso potenzialmente rischioso lungo e inconcepibile, vista l’esistenza di una variante breve e diretta per raggiungere il centro città.
    Resta il problema dei parcheggi, ultimo ma non meno importante dei problemi. È una questione annosa e paralizzante che coinvolge tante località e non solo Salerno. Dove poi la conformazione e la distribuzione degli spazi rendono difficile o impossibile soluzioni di pieno e generalizzato gradimento, non va sempre addebitata alla imperizia dei pubblici amministratori l’incapacità di fare meglio del meglio. A volte è più gratificante riconoscere che una soluzione di più ampio respiro comporta comunque vantaggi in senso lato e quindi accettabili.
    La diffusione esponenziale delle automobili, abbinata alla mancanza di posti auto creati per i residenti negli edifici costruiti il secolo scorso, ha imposto il ripiego dei parcheggi ai lati delle strade, quando non è stato possibile reperire spazi idonei e sufficienti per adibire aree a parcheggi pubblici, liberi o a pagamento.
    Naturalmente i parcheggi sulle strade, ove consentiti, devono avvenire con ordine e non in maniera selvaggia. Soprattutto, la loro fruizione non può prevalere sulla loro connotazione di suolo pubblico. Ove quindi esigenze di carattere generale siano prevalenti per deciderne l’uso, ragioni di carattere più privato non dovrebbero impedirne una eventuale nuova e diversa destinazione.
    Nell’ambito delle condizioni oggettive esistenti caso per caso, ci dovrà essere il massimo impegno dei pubblici poteri di trovare soluzioni compensative ad hoc. Non potrà essere accettabile, tuttavia, né che essi tengano atteggiamenti dilatori o al limite dell’inerzia, né che i soggetti coinvolti si rifuggano in arroccamenti e resistenze eccessive a difesa di posizioni acquisite e ritenute inianebili.

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