L’AGRICOLTURA POST COVID-19, “FONDAMENTALE SARÀ CONCETTO DI COMUNITÀ”

Michele D’Alessio

Adesso, quella che stiamo vivendo è un’emergenza sanitaria mondiale, che ha colpito milioni di persone, e che sta mettendo in seria difficoltà le economie di tutto il globo. Ad essere colpita in modo particolare, è la ristorazione, e la filiera alimentare: “per questo, da adesso può nascere un’occasione per riorganizzare e ripensare la struttura economica che vede la maggioranza dell’allevamento e dell’agricoltura impegnati in pratiche poco sostenibili, dal punto di vista ambientale e sociale. Bisogna puntare su un concetto che l’alta economia considera poco: la comunità”.

Con il mondo in lockdown, costretto alla segregazione e al fermo produttivo, nei campi e nelle stalle gli agricoltori e gli allevatori ci sono andati comunque. Con maggiore difficoltà, vittime della burocrazia (strano…) .

Ripartire dopo il coronavirus: sì, ma come?

Preso atto che, anche in tempi di coronavirus, l’agricoltura è elemento essenziale e strumento vitale, cioè – per usare una espressione da docenti in agricoltura (professori di agronomia) – l’agricoltura è il fondamento di base della “industria del cibo”, che è indispensabile per la vita degli uomini, potrebbe essere utile stilare una to do list, come la chiamerebbero gli americani, una lista delle cose da fare per orientarsi meglio in una situazione assolutamente inedita per le ultime generazioni.

Secondo la commissione europea, l’attuale crisi colpisce ogni singolo settore, ma gli agricoltori, i produttori alimentari, i produttori e i rivenditori contribuiscono a garantire la sicurezza alimentare. La Commissione, insieme agli Stati membri, garantisce che la catena di approvvigionamento alimentare continui a funzionare in modo efficace, innanzitutto garantendo il continuo flusso di merci nel mercato unico.
1. Sul mercato degli ortofrutticoli freschi, la domanda dovrebbe rimanere forte durante il periodo di contenimento, ma il settore potrebbe affrontare una sfida per quanto riguarda la disponibilità di personale stagionale nella prossima stagione di raccolta e la disponibilità di camion e conducenti.
2. Sul mercato dei prodotti lattiero-caseari e della carne, esiste una maggiore incertezza correlata dalla disponibilità di forza lavoro. Inoltre, la logistica può diventare un problema a causa della mancanza di container. Alcuni prodotti devono far fronte alla crescente domanda da parte del settore del commercio al dettaglio, poiché le famiglie acquistano più del solito (ad es. latte), ma la domanda dei servizi alimentari e dei ristoranti è crollata e le esportazioni verso i paesi terzi potrebbero diminuire.
3. per il settore vitivinicolo, la crisi del coronavirus aggiunge un calo della domanda dovuta alle tasse aggiuntive imposte dagli Stati Uniti.
4. il settore più colpito è il mercato dei fiori, che deve far fronte a un crollo della domanda.
Qualunque misura si sta applicando ora, deve essere molto prudente, poiché siamo ancora all’inizio della crisi Covid-19.

L’emergenza Covid-19 sta mettendo a dura prova l’agricoltura italiana che pure sta confermando il valore strategico del settore ma ne sta però mettendo a nudo tutte le fragilità. Sono in tanti a dire che un evento di dimensioni epiche come quello che sta vivendo il mondo intero non può essere affrontato con interventi normali.

 

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