ANM (Associazione Nazionale Magistrati): grazie Luca per la pulizia !!

Aldo Bianchini

SALERNO – So benissimo di andare spesso controcorrente, e so anche che molte volte riesco a dare fastidio anche non volendo.

Questa volta, però, invito i lettori di questo giornale a riflettere insieme a me per quello che mi accingo a scrivere

 

Il fatto

dr. Luca Palamara, già magistrato, già consigliere del CSM e già presidente dell'ANM

Dal mese di agosto del 2018 il potentissimo ex magistrato Luca Palamara è entrato nel tritacarne mediatico a causa delle intercettazioni telefoniche ed ambientali disposte dai pubblici ministeri di Perugia in seguito a diversi esposti e segnalazioni contro Palamara per i suoi comportamenti non ortodossi e non configurabili come leciti nell’ambito delle attività che un magistrato è chiamato a svolgere; e lui faceva parte dei due più grossi istituti della magistratura (CSM e ANM).

Da quel momento si è aperta nel CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) e nella ANM (Associazione Nazionale Magistrati), piena di correnti peggio della vecchia D.C., una spaccatura insanabile che può portare addirittura allo scioglimento dell’ANM.

Le intercettazioni svelano, a dir poco, tutte le contrattazioni ai limiti del codice penale per la spartizione degli incarichi ad personam e delle Procure da assegnare a magistrati fidati, possibilmente di sinistra.

L’anno scorso a rimetterci le penne, fatto strano, fu soltanto la componente di destra dell’ANM sotto lo schiacciante peso di quella di sinistra.

Consiglio Superiore della Magistratura

Oggi, il caso già grave è divenuto gravissimo, dopo le clamorose pubblicazioni delle conversazioni di due magistrati che parlano di Matteo Salvini: “Auriemma, rivolgendosi a Palamara, è molto dubbioso su quanto sta accadendo in quei torridi giorni d’agosto di due anni fa: ”Mi dispiace dover dire che non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando. Illegittimamente si cerca di entrare in Italia e il ministro dell’Interno interviene perché questo non avvenga. E non capisco cosa c’entri la Procura di Agrigento”. In fondo al messaggio Whatsapp la raccomandazione di non diffondere il contenuto del testo. La risposta di Palamara arriva quasi subito: Hai ragione. Ma adesso bisogna attaccarlo”.

E’ c’è di più; nelle intercettazioni si parla anche dei rapporti magistrati-giornalisti per deviare il corso degli eventi: “Libero sgancia un’altra bomba contro Luca Palamara, e stavolta mette nel mirino i rapporti tra giornalisti e magistrati. Lo fa pubblicando una serie di intercettazioni tra lo stesso Palamara e la giornalista Liana Milella di Repubblica. E ancora intercettazioni tra Palamara e Giovanni Legnini (ex vicepresidente del Csm) in cui si parla di orientare la linea di Repubblica e di altre testate”. Insomma è venuta allo scoperto la scorretta relazione che regola i rapporti tra PM e giornalisti (non tutti fortunatamente).

Questo sembra di aver rimesso le correnti di potere nell’ANM in una certa parità; e se l’anno scorso si dimisero quelli di destra, oggi si sono dimessi quelli di sinistra.

Riflessione

La “giornalistopoli” sulla quale tacciono i cosiddetti grandi giornali e tacciono anche i diretti protagonisti è cosa arcinota fin dalla notte dei tempi; sui giornali si scrive quello vogliono i pm; ma non solo a Roma o Milano, accade in tutte province italiane dove hanno sede i diversi tribunali. Anzi nelle province è ancora peggio; lì comandano anche le forze dell’ordine che con le loro veline condizionano la libertà d’informazione; se un giovane giornalista non trascrive la velina non avrà più notizie e senza notizie non guadagna nemmeno quel tozzo di pane che gli editori sfruttatori danno ongi mese.

Mi sorprendo che Piero Sansonetti (direttore del Riformista) soltanto oggi denunci che alcuni grandi giornali sono “agli ordini” dei PM; la sua meraviglia non è la mia. Da sempre tutti se non sapevamo con certezza almeno sospettavamo pesantemente dell’esistenza di questo rapporto perverso che offende profondamente il mestiere più bello del mondo. Ma se ragioniamo e attentamente riflettiamo non possiamo stupirci più di tanto; giornalistopoli fa parte del sistema di potere che da dietro il paravento della giustizia determina lo stesso decorso della democrazia in un Paese civile.

Per tutto questo, come ho scritto nel titolo, dobbiamo ringraziare di vero cuore l’ex pm Luca Palamara; con le sue azioni (che qualcuno classifica come illecite, ma bisognerà vedere in fase processuale come andrà a finire) è riuscito a scardinare dall’interno il “sistema dei sistemi”contro cui può combattere e vincere soltanto la democrazia che ti lascia fare tutti i porci comodi possibili e che quando tracima non c’è potere o sistema che tenga; la democrazia travolge tutto e tutti.

Il sistema di potere non è una cosa visibile, si annida nei gangli più significativi dello Stato e si muove a suo piacimento determinando il destino dei governi, le stragi, la deviazione dei processi e quanto di peggio si possa immaginare. Luca Palamara ha avuto la capacità, da solo e con la sua tracotanza autoritaristica di innescare la miccia all’interno di uno dei sistemi di potere più perverso che la storia repubblicana possa ricordare. Il povero Piero Calamandrei si starà ancora rigirando nella tomba; fu lui a tamponare la costituzione di un CSM assolutamente autonomo e di “affidare la presidenza al Capo dello Stato quale garante della sua unità”, con una soluzione che rispondeva anche ad esigenze di “simmetria istituzionale”, alla necessità di impedire che il C.S.M. diventasse “un corpo chiuso e ribelle, una specie di cometa che possa uscire per conto suo dall’orbita costituzionale” nella gestione di nomine, promozioni, disciplina, trasferimenti (i famosi “quattro chiodi”). E in questi chiodi c’è tutta la storia del CSM e dell’ANM che attraverso l’assegnazione di ruoli importanti e di drastici trasferimenti ha ridotto i compiti istituzionali ad una sorta di plotone d’esecuzione.

La democrazia sicuramente si è avviata sulla strada della vittoria ed il successo in parte lo dovrà anche alla perversa azione di Palamara che in tanti dovranno ringraziare; senza meravigliarci che la democrazia per ripristinare l’ordine utilizzi anche strumenti e passaggi subdoli e poco comprensibili.

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