Covid-19: scuola in sicurezza … interviene l’avvocato Luciano Provenza

 

Aldo Bianchini

avv. Luciano Provenza

SALERNO – Solo per il grande pubblico è utile ribadire che Luciano Provenza è un avvocato matrimonialista ed anche un docente di diritto nelle scuole superiori di Salerno.

Luciano è un personaggio assolutamente poliedrico e molto creativo sia sul piano delle relazioni interpersonali che su quello della comunicazione in senso generale attraverso le tv e le radio locali, ma anche con la sua creatura più prestigiosa “il salotto gastronomico di Provenza” che conta già oltre 20mila soci e decine di migliaia di visitatori.

Sulla scorta di queste sue variegate esperienze nel sociale e nel mondo della scuola Luciano Provenza ha sfoderato anche un ottimo intervento sulla cosiddetta “scuola in sicurezza”:

Uno dei settori maggiormente colpiti dal virus è stato sicuramente quello scolastico. Dopo qualche indecisione, il Governo ha deciso di sospendere le attività didattiche e di organizzare lezioni in smart working. Con queste modalità si è chiuso l’anno scolastico 2019/2020. Addirittura gli esami di Stato sono stati stravolti e i candidati hanno sostenuto da soli una prova orale davanti alla commissione e, in alcuni casi, inscatolati in box di plexiglas. Il Ministro della Pubblica Istruzione e l’intero Governo sin dalla primavera avevano rassicurato gli Italiani che il prossimo anno scolastico si sarebbe aperto in sicurezza, dotando tutte le scuole di banchi mono-posto. C’è stato tutto il tempo necessario per provvedere all’acquisto delle attrezzature necessarie. Ma, come avviene spesso, questo Governo alle parole non fa seguire i fatti. Oggi, a meno di un mese dall’inizio dell’Anno Scolastico 2020-2021, si accantona l’idea dei banchi mono-posto e si ipotizza l’utilizzo della mascherina in classe. A questo punto v’è da chiedersi, atteso il crescente numero di contagi, per quale motivo le scuole sono state chiuse? Se il Covid-19 era pericoloso allora, perché oggi con la stessa diffusione si consente l’ingresso in aula agli studenti con la mascherina? E’ possibile che gli strapagati consulenti del Governo abbiano mutato parere sulla pericolosità? Il quesito diviene ancora più stuzzicante se si pensa al recente provvedimento stronca-discoteche. Tutti i locali sono stati chiusi per evitare assembramenti. Ma questi signori che ci governano sono andati a scuola? Mi sorge il dubbio che siano degli autodidatta. Ma lo sanno che dinanzi ad ogni istituto, prima dell’entrata in classe, si ammassano centinaia e centinaia di studenti? Ma lo sanno che una moltitudine di allievi si reca a scuola con mezzi pubblici super affollati? La scuola è molto più pericolosa delle discoteche! Eppure il Ministro ha deciso che è sufficiente l’uso della mascherina. A Marzo, invece, tutti a casa senza uscire, neanche per correre. I genitori sono disorientati e non riescono a comprendere quale sia la v erità. Si sono improvvisati maestri a domicilio per collaborare con i docenti in collegamento internet. Oggi scoprono che, nonostante gli stessi numeri, le scuole si riaprono con le mascherine. Questa della scuola è una vera barzelletta tutta italiana. In quattro mesi in altri paesi si costruiscono ospedali e megagalattiche infrastrutture, in Italia questo Governo non è stato capace di comprare i monobanchi! Questa è la verità! Il resto è solo noia. Ma come andrà a finire? Dopo i primi 15 giorni e i primi contagi, TUTTI A CASA! Comincerà il balletto dello scarico della responsabilità tra Governo e Regioni e tutti i politici, dico tutti, dichiareranno “io l’avevo detto”. Solo gli anziani come me ricordano che molti Governi del Pentapartito sono caduti per questioni inerenti la scuola. Speriamo che ciò avvenga anche per Conte e i suoi adepti, perché l’Italia è stanca di essere governata da una massa di incapaci! – F.to: Luciano Provenza

L’intervento netto e deciso di Provenza apre, però, le porte ad un dibattito ancora più ampio che ho cercato di avviare e far crescere nel corso di questi mesi con numerosi articoli dedicati alla “scuola in sicurezza”.

Mi permetto di sottolineare ancora una volta che c’è stata una esasperazione del concetto di sicurezza (spazi, struttura, vie di fuga, ricoveri, sistemi antincendi, ecc.) senza tenere in alcun conto che trasferire in breve tempo tutto il concetto virtuale sul piano pratico applicativo avrebbe creato enormi problemi organizzativi ed economici; con facile flop del mondo della scuola nel suo complesso a solo danno degli alunni e degli studenti e riflessi negativi sulle famiglia.

A chi non vuol sentire (ministra Azzolina ed anche a chi fa parte di quella “massa di incapaci” (denunciata dall’avvocato Provenza) mi va di suggerire almeno quattro cose semplici semplici:

  • Eticità del corpo docente che deve essere chiamato ad un maggiore impegno; nel discorso è compreso anche chi chiaramente deve mettere in condizione i docenti di lavorare in tranquillità e sicurezza;
  • Ad alcuni docenti manca la voglia di imparare ad imparare;
  • Nomina docenti di supporto Covid per la ricerca di spazi nuovi in rapporto al numero dei discenti (aula docenti, aula teatro, laboratori) rispetto anche ai docenti in relazione alla tanto decantata sicurezza;
  • Trovare anche la giusta dimensione tra l’applicazione della norma, la possibilità di applicarla e la volontaria disponibilità dei docenti e dei dirigenti nell’applicarla in maniera corretta e mai decisamente restrittiva: e chi si prende la responsabilità ?

Come vedete non è facile, non è affatto facile; mi auguro sinceramente che dal 14 settembre in poi risponda al vero il diktat della Azzolina: “Se in Italia c’è una sola cosa certa è la data della ripartenza della scuola in sicurezza”. Beata lei.

 

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