il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

FARMACIA DI MURIA: UN CONSIGLIO AL GIORNO ERBE E CHEMIOTERAPIA, LE COMBINAZIONI DA EVITARE

 

 

Nota della direttrice editoriale

L’articolo del dr. Alberto Di Muria (titolare della omonima farmacia sita al Bivio di Padula) viene pubblicato in forma gratuita e, trattandosi di dati scientifici, sotto la totale responsabilità dell’autore.

da Dr Alberto Di Muria

Padula-In tutto il mondo, ormai, la fitoterapia si sta collocando come una valida alternativa alla medicina ufficiale, ma se non esiste un farmaco completamente privo di rischio, sia esso naturale o di sintesi. La grande espansione delle “terapie complementari” ha indotto L’Istituto dei Tumori di Milano a formare un Gruppo di lavoro che valutasse il suo impatto sulle terapie oncologiche. Circa la metà dei pazienti intervistati nel corso dell’analisi ha dichiarato di avvalersi di terapie complementari e moltissimi hanno dichiarato di averne tratto grandi benefici, senza interazioni con la chemioterapia.

Tuttavia, a livello mondiale molte Istituzioni di alto valore scientifico hanno segnalato un numero crescente di eventi avversi conseguenti all’uso, volontario o involontario, di prodotti naturali, in particolare i fitoterapici, usati in contemporanea alle terapie antitumorali, con conseguenze in alcuni casi anche gravi.

Per questo può essere molto utile ricordare le potenziali interazioni tra le piante di uso più comune ed alcuni chemioterapici, per allertare sulla possibilità della comparsa di potenziali effetti indesiderati.

Ad esempio, l’aglio è da usare con cautela in concomitanza con ogni chemioterapia, in quanto ne potrebbe potenziare l’azione, e di conseguenza anche la comparsa di eventi avversi; da evitare in particolare l’associazione con Dacarbazina, un farmaco antitumorale usato in diverse neoplasie, come il melanoma, il sarcoma o il morbo di Hodgein. L’aglio può interferire anche con gli anticoagulanti e gli immunosoppressori.

Per quanto riguarda l’Aloe, la situazione si complica, sia perché si tratta di numerose piante con differenti proprietà, sia perché bisogna considerare quale parte della pianta viene utilizzata, in quanto dall’Aloe si ricavano tre prodotti: il gel puro, ricavato dalla parte più interna della pianta, il succo e la pianta intera, ottenuta sminuzzando le foglie. Nelle foglie, ad esempio, sono contenuti antrachinoni ad effetto lassativo, e di conseguenza andrebbe evitata l’associazione con i chemioterapici orali, perché si potrebbe limitare l’efficacia dei farmaci per malassorbimento intestinale, soprattutto con quei chemioterapici che già di per sé causano diarrea.

L’Echinacea è notoriamente dotata di azione immunostimolante e proprio per questo è controindicata nelle malattie autoimmuni e potrebbe interagire con gli immunosoppressori.

L’iperico o erba di san Giovanni può modificare il metabolismo epatico. La sua assunzione in chemioterapia deve essere evitata. Il tè verde è una bevanda nota per le sue proprietà anti-ossidanti e anti-infiammatorie, ma è stata osservata un’azione antagonista con alcuni farmaci chemioterapici, perciò l’uso di questa bevanda in combinazione con la terapia deve essere evitata.

 

 

 

 

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