Mimì Cavallone: con il nonno d’Italia muore anche il poliziotto buono

 

Aldo Bianchini

SASSANO – Prima di andare avanti, o meglio prima di cominciare a raccontare chi è stato Domenico Cavallone (detto Mimì), è giusto e doveroso riferire il seguente episodio.

Mimì Cavallone agli inizi del 2017 (all’età di 81 anni) fu scelto come immagine-icona, cioè il volto, della campagna promozionale per il tesseramento del sindacato della CISL-FNP (Federazione Nazionale Pensionati Polizia); la sua immagine, accostata dolcemente a quella dei nipoti Elena e Saverio) fu stampata in due milioni di copie e distribuita in tutte le edizioni del “Festival delle Generazioni” partite da Firenze; nasceva così, molto semplicemente, il mito del “nonno d’Italia” che Cavallone ricoprì come primo personaggio italiano. Un testimonial di rara bravura e simpatia.

Ho raccontato questo episodio perché nel marzo del 2017 il collega giornalista Michele D’Alessio, su questo giornale, scrisse una bella pagina di cronaca dedicata per intero al bravo e spavaldo primo “nonno d’Italia” per quanto riguarda la Polizia di Stato. La cosa strana è stata che allora l’articolo venne preso quasi sottogamba e letto da poche persone; invece stranamente oggi, all’annuncio della morte di Mimì, i lettori sono andati a ripescare quell’articolo e in diverse centinaia lo hanno letto per capire chi era stato il “poliziotto buono diventato pimo nonno d’Italia”. Insomma quell’articolo di tre anni fa sta riscuotendo oggi un successo clamoroso.

Perché questo clamoroso successo ? L’ho già detto, perché Mimì Cavallone innanzitutto è stato un padre di famiglia integerrimo che ha anche adorato i suoi nipoti, e poi perché è stato per davvero un poliziotto buono che amava la divisa e rispettava il suo prossimo come se stesso.

Da qualche giorno il nonno d’Italia, purtroppo, non c’è più; lascia una famiglia, dei fratelli dei nipoti costernati ed affranti dal dolore anche perché tutto faceva prevedere una bella continuazione degli 84 anni già maturati alle sue spalle; nulla lasciava pensare ad una fine drammaticamente veloce.

Chi è stato Domenico Cavallone ? Lo scrisse molto eloquentemente il collega Michele D’Alessio nell’articolo del 13 febbraio 2017:

“”Domenico Cavallone, dagli amici soprannominato Mimì, nato a Sassano (SA), 80 anni fa, compiuti il 21 luglio 2016, sempre attivo e la passione per il sociale e la politica, (fratello di Michele Cavallone sindaco di Sala C. negli “80 e zio di Francesco attuale sindaco di Sala C.) che gli permette ancora di mettersi in gioco, come dimostra la campagna nazionale dei pensionati della Cisl a cui ha prestato il suo volto sorridente e soave… Così la sua espressione sorridente è finita già sul sito web della Fnp e nelle brochure distribuite all’ultima “Festival delle Generazioni” di Firenze. Da marzo, infatti, Mimi Cavallone sarà presente su due milioni di manifesti, stampati dalla Cisl e saranno propagati in tutta Italia … Una bella soddisfazione per chi, da giovane era un promettente rugbista nella squadra delle Fiamme Oro a Padova, poi nasce l’amore per la Polizia, nel 1968, in piena protesta studentesca, che da Sassano lo porta a Prato e Napoli prima di arrivare a Salerno, giovani agenti della Questura di piazza Amendola, qui si è stabilito, anche, con la sua famiglia. Nell’96, è andato in pensione” … «Ero coi miei nipotini (raccontava all’epoca Mimì al bravo D’Alessio) a una manifestazione dell’Anteas, l’associazione di volontariato della Cisl, organizzata al Centro sociale del quartiere Italia quando mi hanno chiesto di posare per una foto insieme a loro. Abbiamo firmato una liberatoria e solo qualche giorno fa ho saputo di essere diventato uno dei nonni d’Italia che la Cisl ha scelto per la campagna pubblicitaria del tesseramento. Sono molto contento di averlo fatto. Per il sindacato ho voluto sempre metterci la faccia».

Io personalmente l’ho conosciuto negli anni ’80 quando da giornalista lo incrociavo spesso nel contesto delle manifestazioni politiche e in quelle di protesta di piazza; lui faceva parte, con il ruolo di coordinatore, della famosa Digos e per noi giornalisti era un punto di riferimento irrinunciabile e di grande aiuto per la sua pazienza e trasparenza. Spesso, a margine dei nostri rispettivi lavori, ci intrattenevamo a parlare di politica ma anche delle “cronache” che ci arrivavano da Sassano, suo paese d’origine e mio paese d’adozione. Non aveva orari Mimì, amava la divisa, amava il suo lavoro, amava il prossimo anche al di là di se stesso. Mimì sapeva tutto di tutti ma sulle cose veramente segrete non si è mai lasciato andare a commenti o pettegolezzi; un uomo tutto d’un pezzo, un uomo d’altri tempi; così io lo ricorderò per sempre.

La città di Salerno lo ricorderà e lo rimpiangerà per sempre, l’intera provincia così come la sua natia Sassano lo innalzeranno sugli altari della gloria eterna. Ora riposa, serenamente e per sempre, nella sua Sassano, un paese in cui aveva affondato tenacemente le sue radici.

A tutti i familiari va il pensiero commosso, mio personale e di tutta la redazione de www.ilquotidianodisalerno.it

 

 

 

 

 

2 thoughts on “Mimì Cavallone: con il nonno d’Italia muore anche il poliziotto buono

  1. Ringrazio di cuore tutta la redazione, da parte mia e dei miei familiari, per le parole e l’affetto espressi nei confronti di mio fratello Domenico.
    Peppino Cavallone

  2. Ispettore e Cavaliere emerito Cavallone Domenico…tu che sei stato “marito, padre e nonno esemplare…”

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