Donne – Uomini: dalla Pisier alla Laurent … tanti modi di essere donne, amanti, intellettuali e femministe

Aldo Bianchini

SALERNO – Continua la mia personale inchiesta sul mondo delle donne e, soprattutto, sul rapporto donne-uomini che, a mio opinabile avviso, rimane pur sempre vincolato alle “storie d’amore e/o di passione” che legano sempre le donne agli uomini e viceversa.

Parlo di quell’inchiesta nata, quasi per caso, sull’onda di un post letto sempre per caso su FB ed inerente l’appellativo di “Hillary Clinton” coniato da parte di una assessora di Montesano per la compagna del sindaco di Sassano; su quel post io scrissi un articolo e poco dopo seguì anche un articolo del giornalista Lorenzo Peluso (sempre inerente il ruolo delle donne e la parità di genere) che venne aspramente contestato da una ex giornalista; a riassunto della vicenda scrissi un ulteriore articolo, continuando l’inchiesta che mi prefiggevo di portare avanti sul ruolo delle donne e sulla loro affermazione nella vita di tutti i giorni.

Correva il mese di settembre 2020 anche se l’inchiesta aveva mosso i suoi primi passi nel precedente mese di agosto con un articolo dal titolo “Quando le donne annusano il potere”; da quel momento tra contestazioni e beffeggiamenti ho continuato con numerosi altri articoli per tratteggiare i vari aspetti del rapporto donna-uomo che non può e non deve essere sempre fondato sugli aspetti sessuali della complicata vicenda.

 

Parlare o scrivere delle donne e della presunta parità di genere (presunta perché oggi quasi non esiste più questa esigenza) è difficile, si rischia di venire subito aggrediti perché le “spadaccine della parità di genere” sono intransigenti e permalose e non ammettono e/o accettano la discussione pacata, riflessiva e costruttiva.

Per non cadere nella trappola mi trincero, questa volta, dietro il paravento di un’opera letteraria scritta a quattro mani da due donne particolarmente impegnate nella guerra per la parità; Carolin Laurent ed Evelyne Pisier (quest’ultima deceduta) raccontano la storia d’amore e di passione della Pisier che per quattro anni era stata addirittura l’amante di Fidel Castro (1964-1968).

“”Pisier, 75 anni, voleva raccontare in forma romanzata la sua tumultuosa biografia; la giovane redattrice Laurent, 28 anni, legata a lei da un’amicizia improvvisa e di rara intensità, decide che i suoi appunti diventeranno un libro, come Evelyne voleva, e che alla narrazione andrà aggiunta anche la storia del loro incontro. Due storie in parallelo, una saga personale che diventa testimonianza di un secolo. Sessant’anni di vita politica, di amore, di tragedie familiari, di lotte per l’emancipazione femminile. E anche il ritratto di una certa Francia, quella delle colonie e quella dell’immaginazione al potere”” (fonte Il Mattino).

Insomma una delle donne più emancipate del secolo scorso si piega, nonostante le sue innumerevoli battaglia femministe, al volere del potere di un uomo che nulla poteva darle e che da lei voleva comunque un figlio.

Fidel Castro e Evelyn Pisier ai tempi del loro travolgente amore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La libertà all’improvviso”, questo il titolo del libro-romanzo, è incentrato  sull’appassionata storia d’amore con Fidel quando lei era una radiosa ventenne, occhi chiari come il cielo provenzale, una “minuscola fata” per un … legame fuori dal comune nato all’improvviso nel ’64, durante il soggiorno di un gruppo di amici della Gauche innamorati dell’isola-mito della Sinistra. Nella Plaza de la Revoluciòn, Evelyne vede per la prima volta il Che. Immenso, galvanizzante. Poi arriva Fidel e la folla esplode. Evelyne lo guarda come il Dio vivente, lui la nota abbastanza presto nei giorni successivi e il resto si tace. Vanno a prelevarla un paio di miliziani e lei gli si concede con foga giovanile (fonte Il Mattino).

 

Perché ho preso spunto da questo splendido libro che consiglio in lettura a tutte le donne impegnate, giustamente, nella “lotta continua” per la parità di genere; perchè Evelyne Pisier è stata storicamente davvero un mito per le femministe, quelle vere, del secondo dopo guerra; un mito da eguagliare pur riconoscendole una ineguagliabilità nei fatti e nelle lotte che solo lei era capace di condurre per tutte le donne del pianeta.

Eppure anche la bellissima Evelyne si arrese, per amore o per potere, al Dio vivente “Fidel”; quel suo innato senso della libertà si manifestò come una “libertà all’improvviso” e, quindi, deviante e distruttiva.

E’ proprio questo il concetto che le donne dovrebbero elaborare meglio nell’esercizio del loro diritto ineludibile di parità, perché se “la libertà”  arriva all’improvviso può facilmente essere intesa in maniera diversa da quello che dovrebbe essere il vero concetto di parità di genere.

L’inchiesta continua.

 

 

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