DONNE – UOMINI nel P.D.: la colpa fu di Renzi e le donne invasero la politica … e De Luca junior al posto di papà ?

Aldo Bianchini

Simona Malpezzi, Enrico Letta e Debora Serracchiani; rispettivamente capo gruppo PD al Senato, segretario nazionale PD e capogruppo del PD alla Camera

SALERNO – Continua l’esplorazione del mondo al femminile iniziata, quasi per caso, in seguito all’analisi giornalistica di un post su FB dell’assessora al turismo di Montesano sulla Marcellana (Michelina De Paolo) ed alimentata dall’improvvisa irruzione sulla scena di uno scontro, davvero poco urbano per parte femminile, tra due giornalisti del Vallo di Diano.

Da allora l’inchiesta, ovviamente, si è allargata e si è estesa anche ad altri livelli, leggermente più su di un semplice scontro tra due colleghi distinti per sesso e per abilità di mestiere.

 

La puntata di oggi riguarda lo scontro tuttora in atto tra le donne del PD; uno scontro che sta assumendo toni parossistici mano a mano che va avanti ed evidenzia la “pochezza di strategia politica” che alimenta l’azione delle donne-democrat all’interno del dibattito nato con una certa rumorosità dopo la composizione, senza donne PD, del governo Draghi e, soprattutto, dopo il macigno lanciato sul campo dal neo segretario PD Enrico Letta con la richiesta di nominare due donne come capo-gruppo tra Camera e Senato, dimostrando così di non aver capito niente dello scontro storico tra lui (Letta) e l’allora omnipotente Matteo Renzi.

Marianna Madia e Debora Serracchiani protagoniste di u n duello al sole (cioè all'ultimo sangue) per la conquista del posto di capogruppo PD alla Camera dei Deputati; uno scontro vinto dalla Serracchiani

Se Eva nacque da una costola di Adamo, è giusto che dallo scontro Renzi/Letta sia nata la bagarre poco felice tra Debora Serracchiani e Marianna Madia .

 

Ma andiamo con ordine, con molto ordine perché se in tutto questo che sta succedendo nel P.D. c’è colpa di qualcuno, quel qualcuno è sicuramente Renzi e di tutte le sue donne; il Renzi rottamatore che diede la stura all’arrivo di tante donne nei punti chiave del potere politico italiano ed europeo; non era mai accaduto una cosa del genere (la parità di genere, forse, non c’entrava proprio niente !!) e sulle sue spalle Renzi si trascina da anni tutto il peso del suo gravissimo errore.

Ben nove (a dir poco) le donne di Renzi: Federica Mogherini, Marianna Madia, Debora Serracchiani, Maria Elena Boschi, Roberta Pinotti, Beatrice Lorenzin, Federica Guidi, Stefania Giannini e Maria Carmela Lanzetta; alle nove, con un piccolo sforzo, si possono aggiungere anche la grintosa Paola De Micheli e l’astuta Simona Malpezzi.

Tutte, tranne una, hanno tradito Renzi alla prima occasione; e tutte si sono date battaglia tra loro senza esclusione di colpi dimostrando di non avere ancora somatizzato la politica e le sue strategie; ma si sa, le donne odiano le donne come mai accade tra gli uomini; è questa, forse, la differenza che sancisce un notevole vantaggio per i maschi in politica.

L’unica che non ha mai tradito Matteo Renzi è stata la sua fedelissima Maria Elena Boschi che ha affrontato mille battaglie, anche di carattere personale, in difesa del suo leader.

Ma quanto accaduto a Renzi non è servito da lezione a Enrico Letta, eppure le vere autrici del barbaro siluramento di Letta nel 2014 furono, tra i tanti, anche alcune donne e qualcuna tra queste che ora il segretario del PD ha riportato tenacemente a galla con ruoli molto importanti nel partito.

La battaglia per i due posti di capi gruppo alla Camera e al Senato è finita con Debora Serracchiani alla Camera e Simona Malpezzi; donne che pur di ottenere la loro rivincita su Nicola Zingaretti hanno preferito ritornare sulle tracce del passato e far rivincere, anche se a distanza, le correnti democrat facenti tuttora capo a Matteo Renzi.

L'on. Piero De Luca con il padre Vincenzo (governatore della Campania). Nella edizione di mercoledì 31 marzo del Corriere della Sera la giornalista Simona Brandolini così conclude il suo articolo sulla pace siglata per la candidatura di Fico a sindaco di Napoli: "Tra un pò i tempi saranno maturi, ma insomma il patto per Piero De Luca apre all'ennesima ambizione: fare il presidente fra cinque anni. Al posto di papà".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con l’aggiunta di un vice capo gruppo vicario nella persona di Piero De Luca (figlio del governatore della Campania e membro dell’area Base Riformista vicina a Lotti), grazie alla cui nomina sarà possibile sdoganare l’accordo per il sindaco di Napoli con Roberto Fico (cinque stelle); e da qui in poi tutto sarà veramente possibile.

No, non è il solito pesce d’aprile; l’accordo Letta-De Luca-Conte sulla candidatura Fico potrebbe davvero aprire nuovi ed interessanti orizzonti.

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