Scarano innocente

 

avv. Salvatore Memoli (giornalista-scrittore<9

 

Il processo a Mons. Scarano é a cose fatte. Hanno parlato l’accusa e le difese. Qualche intervento sarà concluso nella prossima udienza. Poi le porte del Collegio si chiuderanno e consentiranno ai Giudici d’isolarsi, fermarsi a valutare gli atti, ripassare i momenti importanti di un dibattimento stringente e civile, incisivo ed efficace per gli imputati e l’accusa. Ore di impegno serrato nell’agone, dove tutti hanno avuto il riconoscimento dei propri diritti, una garanzia riconosciuta a tutti di parlare, pacatamente e compiutamente. Un importante processo in cui il Tribunale ha ascoltato, riflettuto, verificato ed un Presidente con una tempra forte, umana, un’approfondita conoscenza del diritto e delle procedure, ed una guida dei lavori, leggera, elegante e concreta. Il Tribunale ha capito quello che doveva ed il suo convincimento é avviato a formarsi, con equilibrio e terzietà. Il Processo Scarano non era facile, per come era iniziato, anzi era complicato, con un’accusa che ha percorso tutte le strade per dimostrare le sue tesi accusatorie. Un invasivo lavoro istruttorio, sulle imputazioni ed oltre, talvolta piegando l’imputato a penosa sofferenza. É stato utile, corretto, necessario? Forse necessario perché l’accusa potesse portare più fatti all’attenzione del Tribunale. Fatti che hanno avuto un peso disumano nella vita dell’imputato, l’hanno piegato, piagato, ridotto a brandello umano, mentre nel suo animo si consolidava  la tenace, possente, motivata scelta di salvare la sua dignità sacerdotale. Di queste accuse ho letto quasi tutto, tutto, una montagna di fatti che possono avere diverse letture. Ho scelto di avere una posizione rispettosa, quella più umanamente giusta e a tutela di un sacerdote che, se ha destato dubbi sul suo operato, ha seminato la sua vita e quella degli altri, di opere buone, di beneficenza silenziosa e concreta, di munificenza vera. Altri hanno visto cose diverse. Personalmente ho esaminato i fatti con severità, senza indulgenza, partendo dalla grande opera, di consistente valore, di cambiare, rendere efficiente,elegante, ammodernare la Casa di Riposo “Immacolata Concezione” di Salerno. Un intervento massiccio che ha permesso di migliorare la vita degli ospiti, anche nei particolari di un arredamento moderno, arricchito di particolari significativi che hanno migliorato gli standard generali. Ho visto tantissimi anziani disporre di benefici che hanno reso più sopportabile la loro vita. Di questo ho sempre ringraziato Mons Scarano e suo tramite gli ottimi armatori D’Amico. Anche la città li ha ringraziati. A Mons Scarano è stato riconosciuto il Premio della Solidarietà, ai D’Amico, il Sindaco De Luca, concesse la Cittadinanza onoraria. Se Scarano ha fatto tutto come ha fatto alla Casa di Riposo è un grande uomo, un prete solidale, un concittadino illustre.Se ci sono cose che i nostri occhi non sono riusciti a vedere, lo capiremo! Personalmente ho insistito sempre nel combattere una visione pauperistica che vuole i preti e i religiosi poveri e ricava i suoi giudizi da quello che appare e non da quello che è. Paolo VI ha spiegato che la ricchezza non è un peccato, il peccato sta nel come la si usa. Scarano l’ha usata bene! Se a lui sono state date dalla vita opportunità, le ha utilizzate per gli altri. Noi vogliamo invece capire, ostinandoci, se le ha usato per sé! Avrebbe potuto usarle per sè, perchè molte risorse finanziarie erano donazioni personali. Per quel che vedevo, Mons. Scarano era obbligato a farsi aiutare da molti collaboratori, non sempre all’altezza e, talvolta, con idee e comportamenti molto meno caritatevoli. Anche da queste persone il suo operato ne è rimasto offuscato o confuso. Il suo ruolo e i suoi impegni dovevano necessariamente prevedere collaborazione di terzi che poi lo hanno messo in difficoltà. Una difesa attenta ed una consulenza, professionalmente dotata, documentata, ha fornito una ricostruzione minuziosa della verità contabile e della movimentazione di danaro che, in qualche circostanza, ha dovuto fare, opportunamente consigliato,  per evitare di mostrare tutte le operazioni a chi gli stava vicino, in modo poco onesto. Il Tribunale non può non tenerne conto. Il Processo si chiuderà a breve, sarà resa giustizia alla realtà o le ombre prenderanno il sopravvento? I Giudici non vanno tirati per la toga, questi giudici hanno la stima di tutti, anche degli imputati, la loro sentenza sarà letta con rispetto. Fuori da quell’aula giudiziaria che si è animata con civile correttezza, il grido della difesa, di Scarano e di tutti, ha posto con un maglio la richiesta di assoluzione perchè il fatto non sussiste.  Questa sentenza restituirà ad un sacerdote la serenità per continuare la sua missione sacerdotale? Circa dieci anni di avvilimento, di rinunce, di mortificazioni ed insulti aspettano il balsamo della legge che trionfa, che restituisce verità e dignità. Scarano è innocente!

 

 

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