Gli assist di Bianchini e i fuorigioco nella politica locale.

 

 

di Antonio Cortese (giornalista)

 

Dr. Dario Loffredo - presidente del consiglio comunale di Salerno

Da qualche anno si discute più professionalmente e con maggiore esigenza del perimetro delle competenze nei palazzi di città. Dato il tono informale ne approfitto con gli auguri di fine anno per sgomitolare dal dettaglio del caso cavese del portavoce “amichevole” e consuetudinario, un filo per tornare a palazzo Guerra dove nonostante “l’antipatia affettuosa”, tornerei a difendere per quanto posso “il conoscente” Loffredo. Ho conosciuto Dario quando avevo già una decina di anni di lavoro nella movida, dalla quale troncai per andare a studiare a Terni e Milano; ritornato nel 2001 lo trovai improvvisamente a perno di una rete di pubbliche relazioni nel by night le cui maglie portanti erano ancora rappresentate da alcuni miei ex collaboratori e scout i cui talenti si erano fatta strada e nome. L’attuale assessore fu portato avanti oltre alle sue capacità, da persone e vecchi amici le cui baldorie trascorse non li avrebbero fatti certo ben figurare istituzionalmente e quindi poi in politica: perciò la tribù in voga allora lo scelse a scudo quale candeggio di immagine affinché l’etichetta del bon ton e del galateo, che anche se usato solamente di facciata, nelle pubbliche relazioni rimanesse essenziale.  Inizialmente considerato testa di legno da alcuni sul bastone dei “mast’e festa”, il futuro consigliere però si fece largo ampliando di molto le conoscenze come ancora i voti dimostrano, con una formalità che gli era naturale lavorando già come impiegato nei servizi di Salerno Energia. Mentre molti attori del by night sono ancora per me amici e vecchi compagni, personalmente di lui non posso esprimere gran simpatia ma se devo fornire una considerazione, avrà innocentemente trasformato le public relation serali e notturne in una deformazione professionale che si è innescata senza alcuna malignità da parte sua, tirando a sé questa rete di amicizie che non può in nessun modo essere intesa o confusa con pratiche o metodi mafiosi e camorristici; e poiché conosco molti p.r. che lo hanno aiutato durante le propagande, posso affermare che sia come un semplice rappresentante di istituto; quello della movida salernitana; la cui etichetta é una delle migliori d’Europa e che anche se l’origine non è stata controllata sul nascere era quella con meno disordini oltre ad essere un caso unico al sud Italia. Anche se i rappresentanti di istituto cambiano, ma solitamente perché poi si iscrivono all’università o vanno a lavorare, il problema non sta quindi nel crimine ma in un ruolo rappresentativo di insolite prassi data la rete di conoscenze che altrove, potrebbe destare sospetto, ma qui a Salerno é figlia di un lavoro notturno e certosino, nelle cui ore si sarà saputo vagliare chi si sveglia poi la mattina seguente per andare a lavorare o impegnarsi non solamente per sé stessi. Sta di fatto che la movida salernitana infatti e infine, si é fatta strada eliminando anche a calci e pugni i signori del pizzo che nemmeno le forze armate erano in grado di debellare da secoli anche nella ristorazione rischiando spesso la propria incolumità. Quindi se l’attuale assessore rappresenta una “generazione di fenomeni” ancora viva, nonostante errori di comunicazione, definizione di competenze per le pubbliche relazioni in municipio e del municipio, é poca cosa e certo non delinquenziale né tantomeno processabile. Definire, sempre secondo la legge del 2000 n. 150, chi siano o debbano essere in futuro i portavoce e gli addetti alle pubbliche relazioni, é l’istanza da completare per le amministrazioni moderne di questo complicato meridione italiano.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *