SALERNO: dagli spogliatoti di Varricchio … fino ad Avella

 

Aldo Bianchini

Il degrado dello stadio Donato Vestuti

SALERNO – Mi ha colpito in positivo la dinamicità operativa del neo presidente della IV Commissione Consiliare Permanente (sport, politiche giovanili e innovazione) dr. Gennaro (Rino) Avella che con un comunicato ben articolato ha annunciato alla città la disponibilità di 160mila euro, con la determina n. 624, per “gli interventi relativi alla manutenzione straordinaria e messa in sicurezza degli impianti sportivi” relativamente a: stadio Arechi, stadio Vestuti, piscina Simone Vitale, Palatulimieri, campo Settembrino, campo De Gasperi e Palasilvestri.

Il presidente Avella ha, tra l’altro, precisato che “La IV Commissione si ritiene soddisfatta per questo primo risultato reso possibile grazie alle proficue coesione e unità di intenti. Il Comune riuscirà quindi a ridare dignità alle strutture sportive nel solco del massimo rispetto per chi le utilizza. Questo è un primo, significativo, passo. Al quale l’Amministrazione comunale saprà conferire continuità”.

Lo spero davvero, perché non vorrei che “un socialista al posto giusto” promettesse troppo per realizzare poco, come è stato nel recente e nel remoto passato.

E voglio partire proprio dal remoto passato e dai ricordi lasciati indelebili dal prof. Domenico Varricchio, direttore del Vestuti negli anni 50/60, per fare una rapida carrellata sullo stato dell’arte dell’impianto sportivo per antonomasia della nostra città sul cui terreno erboso il compianto barone Santamaria amava trascorre lunghe ore a testa in giù nell’esercizio del suo amato yoga.

Ricordo come erano fatiscenti, quasi ai limiti della decenza umana, gli spogliatoi del Vestuti all’inizio degli anni ’60, non conosco lo stato attuale in cui versano; credo che, nonostante la sequenza interminabile di interventi annunciati e realizzati in minima parte, la situazione degli spogliatoi sia sempre in uno stato non ottimale e conforme alle attuali stringenti regole in materia di “igiene” sui luoghi di lavoro. Perché, amici lettori, lo spogliatoio per uno sportivo è senza dubbio un luogo di lavoro, forse il più determinante ai fini di una giusta e sana rigenerazione psico-fisica dopo un allenamento per qualsiasi disciplina sportiva.

Raccomando, quindi, al presidente Avella di incominciare proprio da lì, dagli spogliatoi del Vestuti, per consentire alla città l’utilizzo in sicurezza di un impianto sorto nel cuore della city e destinato, come voleva Santamaria, alla pratica sportiva.

Ai tempi nostri, cioè ai tempi di Varricchio, gli spogliatoi erano davvero poco raccomandabili sotto il profilo dell’igiene ma noi (i cosiddetti ragazzi di Varricchio) superavamo ogni difficoltà e riuscivamo a stivarci fino ad una ventina di atleti per volta nei rilassamenti sulle sgangherate panchine prima della doccia risolutiva.

E che doccia !!

Uno spaccato scelto a caso tra i diversi progetti di restyling (almeno tre progetti, alcuni anche pagati) dello Vestuti

Me lo ha ricordato l’amico Arnaldo Amabile (tesoriere di un immenso archivio fotografico) che dopo la pubblicazione del primo articolo dedicato ai “ragazzi di Varricchio” mi ha scritto: Del “Vestuti” Bianchini ricorderà con me le docce fredde d’inverno che ci facevano urlare alle sette del mattino dopo il copioso sudore post allenamento in corsa.

Certamente che me li ricordo le frustanti docce fredde imposteci dal prof. Varricchio che nei periodi invernali, udite udite, stazionava al centro della sala-spogliatoio, infilato nel suo cappotto tipo scozzese, attento a segnalare la minima evaporazione di fumo dall’acqua calda. Dovevamo fare la doccia gelata e lo facevamo tutti (o quasi !!); da allora e fino ad oggi, tranne in rarissime occasioni, ho fatto sempre la doccia fredda e, dove è possibile, anche all’aperto. Ho seguito quell’utilissimo insegnamento a tutela della salute, soprattutto d’inverno.

E ritorno al presidente Avella; da lui la gente comune che si dedica allo sport si aspetta nel Vestuti degli spogliatoi/doccia all’altezza dei tempi, anche se qualche volta può mancare l’acqua calda; in fondo fa bene alla salute.

 

 

 

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