VERDE PUBBLICO: libertà di pensiero, essere o apparire … qual è il problema ?

 

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Il degrado del verde pubblico, ma in buona sostanza il degrado strutturale della città tengono ancora banco nei commenti che, molto spesso, sono assolutamente negativi nei confronti dell’attuale amministrazione che gestisce, nella buona e nella cattiva sorte, l’attualità e il futuro di Salerno.

Per essere credibili e sinceri, innanzitutto con noi stessi, dobbiamo prendere atto che tutto il dibattito si è innescato soltanto dopo che il governatore (ex sindaco) dalle frequenze di LiraTv in quello strano venerdì 3 giugno 2022; strano per le connotazioni politiche che quella reprimenda ha avuto. Per questo affermo che se il governatore non avesse lanciato la sua specifica e monocratica filippica forse non sarebbe lievitato il pur giusto dibattito che ne è seguito.

Il 24 dicembre 2011, su questo giornale, il giornalista di Sanza “Antonio Citera” in un suo memorabile articolo sulla libertà di pensiero, libertà stretta tra l’essere e l’apparire, scriveva:

 

  • Affacciarsi alla stessa finestra di chi il panorama lo vive, e lo interpreta non con propria visione, ma i colori e le tendenze gli sono dettati, è pericoloso, può sconvolgere gli equilibri collaudati e ripetuti con armonia. Il campo visivo, per volere dei sudditi si affievolisce, fino a scomparire del tutto, lasciando uno scenario misero, povero nelle forme, sbiadito dalla mano del pittore. Un gioco forza che ripaga fino all’invero simile. Nel mondo antico, specie in quello greco, l’uomo libero, era colui che poteva mettere in campo grandi parole, grandi gesta, capace di convincere le masse. Oggi tutto è rapportato, grandi slogan, grandi iniziative, grande apparire, il trionfo dell’immagine, che ha annullato i tempi, nega la parola, e tiene in mano il cervello di tutti o quasi.

 

Ho ricordato questo interessante scritto perché sembra, almeno per me, calzare alla perfezione con quanto postato, dal socialista Massimo Ronca, in calce al mio ultimo articolo sul verde pubblico del 17 giugno scorso <<titolo: VERDE PUBBLICO: De Luca “e mò chist che vann truvann” (2^ parte)>> nel contesto del quale criticavo l’atteggiamento dell’assessore Natella, poco incline alle dimissioni, e non valutavo il sorrisetto (beffardo ?) di Dario Loffredo che nella foto allegata all’articolo appariva sicuramente fuori luogo; Ronca scriveva:

  • La domanda caro direttore, è la presenza strana di uno che non è addetto ai lavori, in attesa di sedia e che col sorrisetto sulla faccia, tipica espressione di chi lo comanda, credo abbia poco da essere felice visto che chi sta operando oggi prende gli schiaffi di qualcun altro che ci ha lasciato la sua eredità. Mi sento indignato dalle espressioni di natura giustificativa, bypassando le responsabilità ad una burocrazia lenta, facendo percepire che quella del mandato precedente era più fluida, ma agli occhi di tutti, vista la baraonda elettorale , più clientelare. Ciò non toglie, che chi oggi è in strada a verificare, sta dando un forte contributo mettendoci impegno e faccia, mentre altri assessorati, su altre vicende e/o segnalazioni, ancora non si vedono alla faccia della trasparenza.

 

Rispetto il pensiero del socialista Massimo Ronca ma non lo condivido in tutto e per tutto; l’inefficienza dell’attuale assessorato all’ambiente (e per assessorato intendo tutta la macchina burocratica-tecnica e decisionale) è sotto gli occhi di tutti, almeno per quanto riguarda il senso di responsabilità che un politico dovrebbe sempre avere nei confronti della cittadinanza (al di là del sorrisetto che comunque dà fastidio); una responsabilità che lo dovrebbe indurre a denunciare le manchevolezze, a spiegare le ragioni di quanto sta accadendo e, semmai, anche a dimettersi per dimostrare di essere veri socialisti. E questo lo dico per l’assessore socialista Massimiliano Natella (che coraggiosamente ci ha messo la faccia) ed anche per il presidente del consiglio comunale ed ex socialista Dario Loffredo.

In caso contrario si trasmette la pericolosa sensazione che non soltanto Loffredo sia in attesa di una sedia ma anche che Natella vuole, a tutti i costi, conservare la sua.

E questo non va bene, se davvero si vuole ricostruire quel benedetto Partito Socialista ed uscire definitivamente dalla lunga zona d’ombra creata, comunque, dall’opportunismo politico dei socialisti di Craxi.

In un precedente articolo ho scritto che dal PSI salernitano mi aspetto un salto di qualità per sperare, domani, di riprendere il controllo della città a tutto vantaggio dei cittadini e degli elettori.

 

 

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