Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ricompatta la maggioranza sulla risoluzione sull’Ucraina. In Italia sono circa 135 mila i cittadini ucraini arrivati dal 24 febbraio 2022.

 

da Pietro Cusati

21 giugno 2022 - Il presidente Mario Draghi si consulta con il ministro degli esteri Luigi Di Maio prima di rendere le sue comunicazioni al Parlamento

Le sanzioni alla Russia funzionano,il tempo sta rivelando che queste misure sono sempre più efficaci. L’unità è essenziale ,il Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi ,in vista del Consiglio Europeo molto importante. I sì sono stati 219, 20 i no, 22 gli astenuti. Il testo della risoluzione approvata è il frutto di una mediazione lunga e complicata, raggiunta dopo l’intervento di Draghi. Poggia in particolare su un passaggio in cui si sollecita il governo a continuare a garantire “il necessario e ampio coinvolgimento del Parlamento” ai principali summit internazionali, come previsto dal decreto Ucraina , comprese le armi. Il Presidente del Consiglio  Mario Draghi ricompatta al Senato la maggioranza sulla risoluzione sull’Ucraina. Ha ricordato i morti (4.569 civili al 20 giugno 2022) e sottolineato le “nuove atrocità” commesse dai russi, assicurando che “i crimini di guerra saranno puniti”. Da parte sua la strategia dell’Italia, insieme all’Ue e agli Alleati, è quella di sostenere l’Ucraina, anche nella sua richiesta di adesione all’Ue, e imporre alla Russia le sanzioni, che “sono sempre più efficaci”, perché “Mosca cessi le ostilità e accetti di sedersi davvero al tavolo dei negoziati”. E per questo, ha assicurato, “i nostri canali di dialogo rimangono aperti” e “non smetteremo di sostenere la diplomazia e cercare la pace, una pace nei termini che sceglierà l’Ucraina”. Allo stesso tempo c’è massimo impegno per scongiurare “una crisi umanitaria di dimensioni straordinarie” causata dal blocco delle forniture di grano, anche se “dopo vari tentativi falliti, non vedo alternativa a una risoluzione delle Nazioni Unite che definisca i tempi di questa operazione e dove l’Onu garantisca sotto la propria egida la sua esecuzione”. Per quanto riguarda la questione energetica, ha rivendicato, il governo “si è mosso con rapidità per trovare fonti di approvvigionamento alternative al gas russo” ma nell’immediato è necessario “agire” per “frenare l’aumento generale dei prezzi e tutelare il potere d’acquisto dei cittadini”. Su questo, il premier ha rilanciato la proposta italiana di “imposizione di un tetto al prezzo del gas russo che consentirebbe anche di ridurre i flussi finanziari verso Mosca”.
Alla fine i sì sono stati 219, 20 i no, 22 gli astenuti.  La strategia dell’Italia in accordo con l’Ue e con gli Alleati del G7 si muove su due fronti: sosteniamo l’Ucraina e imponiamo sanzioni alla Russia perché Mosca cessi le ostilità e accetti di sedersi davvero al tavolo dei negoziati. Non è un’impresa che possono affrontare i singoli Stati. Lo sforzo deve essere collettivo e coinvolgere anche gli Organismi internazionali e le Banche di sviluppo, la Banca mondiale e il Fondo monetario primi tra tutti. L’Italia vuole l’Ucraina nell’Ue e vuole che abbia lo status di candidato. Il Governo italiano è stato tra i primi a sostenere questa posizione con chiarezza e convinzione, in Europa e in Occidente. Il conflitto in atto rischia di creare una crisi umanitaria di dimensioni straordinarie. Le forniture di grano sono a rischio nei paesi più poveri del mondo. Già adesso il blocco dei porti tiene vincolati milioni di tonnellate di cereali del raccolto precedente che rischiano di marcire. L’Europa, sia sul piano G7 che bilaterale, ha messo in atto uno sforzo di cooperazione su larga scala per aiutare i Paesi più vulnerabili. Negli ultimi giorni la Russia ha ridotto le forniture di gas all’Europa, compresa l’Italia. Dall’inizio della guerra, il nostro governo  si è mosso con rapidità per trovare fonti di approvvigionamento alternative al gas russo. Abbiamo stretto accordi importanti con vari Paesi fornitori, dall’Algeria all’Azerbaijan, e promosso nuovi investimenti, anche nelle rinnovabili. Grazie a queste misure potremmo ridurre in modo significativo la nostra dipendenza dal gas russo già dall’anno prossimo.

 

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