Stregoni e vecchi fantasmi

 

di Angelo Giubileo

 

Palazzo Chigi

La fase iniziale della campagna elettorale in corso è stata caratterizzata dalla proposizione di una pregiudiziale – cosiddetta “repubblicana” – avanzata e manifestata apertamente dai partiti di centrosinistra contro il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia.

Le forze di centrosinistra, guidate dal partito di Enrico Letta, hanno così parlato di “fronte repubblicano”, ma impropriamente dato che la teoria della dottrina politica comune distingue tra “Repubblica” e “Monarchia” in base al modo in cui origina il potere del Capo dello Stato. In ogni Repubblica, a differenza della Monarchia, il Capo dello Stato o Presidente della Repubblica è per l’appunto eletto dal popolo.

Il termine Repubblica deriva infatti dal latino “res publica” ovvero “cosa pubblica” che, in quanto tale, costituisce lo spazio comune in cui ogni parte politica ha il diritto legittimo – in genere, come nel nostro caso, costituzionalmente sancito – di esercitare liberamente la propria azione. A tale proposito, nel libro dedicato alla memoria di Mario Bergamo, dal titolo “I sentieri interrotti dell’Europa”, gli autori scrivono che: “In Occidente, una definizione di <spazio repubblicano> non può che rinviarci al tentativo originario di Platone di elaborare una logica dello spazio politico, e cioè lo spazio in cui si svolge il linguaggio della polis, destinato all’organizzazione degli interessi degli individui mediante forme democratiche di controllo e di esercizio delle corrispondenti forze o poteri”.

La tesi del centrosinistra, non fondata legittimamente, è pertanto anche distorsiva del linguaggio politico e quindi doppiamente ingannevole, perché confonde come “repubblicana” quella che, diversamente, è la pregiudiziale “antifascista” della Costituzione italiana del 1948. Questo, infatti, è il testo della vigente XII disposizione transitoria e finale: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dalla entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista”. In tutta evidenza, niente a che vedere o a che fare con l’azione svolta da Fratelli d’Italia!

In Italia, c’è stato un tempo – finanche recente e culminato verso la fine degli anni Settanta del secolo scorso – in cui abbiamo assistito a una vera e propria guerra frontista, concreta e sanguinaria, agita da opposti fronti ideologici, tra “rossi” e “neri”. Pensiamo che non sia assolutamente il caso e che non convenga ad alcuno agitare questi vecchi fantasmi del passato.

Angelo Giubileo

 

 

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