SISTEMA SALERNO: quando il cattivo gusto supera la peggiore satira

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Se per rimanere sulla scena mediatica, e soltanto quella, necessita ricorre ad un ratto delle chiaviche (la cosiddetta “zoccola”), accoccolata tra le braccia conserte del governatore Vincenzo De Luca, può voler dire solo una cosa: siamo alla fine del politicamente corretto ed anche del giornalismo valido, costruttivo e indipendente.

E aggiungo, per completezza del discorso, che io personalmente “mi vergogno di far parte dell’ordine dei giornalisti”, se come si dice che a postare e diffondere sul web la foto che vedete sia stato proprio un giornalista.

In tempi appena appena normali l’Ordine dei Giornalisti della Campania (presieduto da Ottavio Lucarelli, già giornalista de “La Repubblica”) sarebbe immediatamente intervenuto per fare chiarezza all’interno di una categoria che, giorno dopo giorno, perde sempre più prestigio scadendo sia sotto il profilo della professionalità che del giusto e opportuno senso di equilibrio che dovrebbe sempre contraddistinguere un giornalista.

Non è pubblicando una “zoccola” in braccio al Governatore della Campania che si dimostra di avere coraggio, autonomia e indipendenza; e la mia meraviglia è che nessuna delle grandi e note (si fa per dire !!) testate giornalistiche locali e regionali si sia interessata al caso che è di uno squallore unico; anche perché si entra a gamba tesa in un caso molto serio con una narrazione assolutamente di parte e con un senso improntato alla chiara vendetta a tutti i costi contro un personaggio che non si riesce a combattere e abbattere con i mezzi leciti che la politica e soprattutto la logica ci mettono a disposizione.

Il tutto per ricordare, forse, all’opinione pubblica l’esistenza di un’associazione (la foto è stata pubblicata su FB con il logo dei “Figli delle Chiancarelle”)  che, nonostante i suoi autoproclamati 15mila iscritti, non è riuscita a portare in Consiglio Comunale neppure lo straccio di un candidato. E pensare che detta associazione aveva improntato la scorsa campagna elettorale al grido “ci sciogliamo se non facciamo eleggere almeno un consigliere”.

Capisco che l’intenzione era quella di rappresentare il “Sistema Salerno” nella maniera più impattante che mai, ma la prudenza e il buon gusto imponevano scelte grafiche e fotografiche molto diverse da quella adottata.

Oltretutto la foto racconta in maniera distorta la realtà; difatti non sono le Cooperative facenti capo alla famiglia Zoccola che sono nelle braccia di De Luca, ma è l’ex sindaco di Salerno ad aver avuto bisogno delle Cooperative fin dal 1993, quando con uno scontro epico il kaimano le scippò alla tutela di Pasquale Stanzione (all’epoca vice sindaco) che dovette riparare nella più accogliente Provincia.

Per chiudere ripeto il concetto e lo chiarisco meglio onde evitare equivoci: “Se a postare e diffondere la foto sul web è stato un giornalista, mi vergogno di fare parte del glorioso Ordine della Campania”, perché la foto non afferma la libertà di stampa con la sua autonomia e indipendenza, piuttosto la denigra e scade nella volgarità. E questo non può essere concesso a nessun giornalista.

 

One thought on “SISTEMA SALERNO: quando il cattivo gusto supera la peggiore satira

  1. IL COGNOME… ZOCCOLA

    Avere assieme al nome di battesimo un cognome almeno in sintonia è certamente di buon augurio. Nel caso contrario alcuni se lo portano adosso (copyright : Lucio Dalla) imprecando contro la malasorte. Il primo di tal cognome che ho avuto (veramente) il piacere di conoscere era di un parroco di un’antica chiesetta in collina, donata alla parrocchia dall’armatore Antonio D‘Amico. Era il matrimonio tra il verde e il cielo di un giovane “dorato” del tempo, che sarebbe diventato… Onorevole.
    Il cognome invece era un tormento anche per una direttrice didattica quando doveva rivolgersi alla maestra di scuola materna, per cui,soppesando tra fricative e affricate riusciva alfine a sibilare un suono indistinto tra s e zeta: soccola…

    Mi andò bene quando la signora venne a consegnarmi i confetti del matrimonio.
    Con vera gioia le dissi: “Auguri, auguri signora Beatrice.
    Rispose con sentita commozione e gratitudine:
    “Come mi avete chiamato bene dottò !!! ”

    P.S.
    Vis satirica e giornalistica rifiutano e combattono, con forza costruttiva, odio e abnormi deformazioni del vero e della libertà
    Arnaldo Amabile

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