Nuovo trend giornalistico: cronaca aeroportuale.

 

di Antonio Cortese (docente)

Negli ultimi mesi dai tiggi’ internazionali un appuntamento sempre più frequente nell’agenda delle notizie si fa largo prepotentemente: il tabellino turistico. Poche volte dalle stazioni ferroviarie gli inviati sono lì ad attendere la linea dallo studio, ma nei principali aeroporti le telecamere oramai sono di casa nei chek in. Molte tivù coprono gli intermezzi non solamente più con le previsioni climatiche ma coi dati sulle partenze e gli arrivi, le quote dei biglietti e le mete più gettonate. Il traffico aereo sembra preoccupare in crescendo le audience fino a determinare oramai un nuovo genere di notizie. L’uso degli aerei per spostarsi è divenuto negli ultimi vent’anni quasi cosa normale e nel mercato relativo una specie di prodotto di largo consumo. Per no parlare poi di tutto l’indotto: dai taxi o taxi van, fino all’acquisto di trolley per poi constatare che gli scali sono divenuti oggi di fatto veri e propri centri commerciali. Ad aumentare il consumo pro capite dei viaggiatori c’è un ingrediente che è a metà tra l’ansia, e l’entusiasmo, con le offerte al duty free ed un’atmosfera da parco giochi allo stesso tempo. Non solo, i tempi di attesa negli aeroporti vengono attutiti dalla presenza, ad esempio, di ristoranti o succursali di catene food altrove introvabili. Dicasi per negozi di abbigliamento o le prepotenti profumerie, prime a comparire nei duties assieme ai brand alcolici a prezzo scevro dalle maggiorazioni e costi di pubblicità che si pagano nei negozi urbani. Gli aeroporti hanno quasi tutti una postazione per i servizi e le dirette e anche le semplici interviste ai clienti fanno spettacolo e in alcuni casi informazione.

 

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