“Il Santone”: tra il serio ed il faceto nella periferia romana

Prodotta dalla Rai e trasmessa su Rai Play e poi giunta sul terzo canale della tv pubblica, la serie “Il Santone – #lefrasipiùbellediOscio” ha conquistato il pubblico.
Diretta da Laura Muscardin e prodotta dalla “Stand by Me”, la storia ruota attorno ad Enzo Baroni, interpretato da uno straordinario Neri Marcorè, un antennista che scompare all’improvviso per poi ritornare quattro mesi dopo nel suo quartiere, Centocelle, con un mundu indiano addosso, dalla moglie Teresa (Carlotta Natoli) e dalla figlia Novella (Beatrice De Mei) che faticano a riconoscerlo. Con le sue perle di saggezza ed alcuni presunti “miracoli”, il Santone di Centocelle in salsa indiana conquista prima il quartiere e poi Roma; Baroni attira al contempo l’attenzione di Jacqueline (Rossella Brescia), una talent scout televisiva che lo sfrutta anche per l’imminente elezione del sindaco della Capitale.
Nello scenario di Centocelle, considerato uno dei quartieri più disastrati di Roma, “Il Santone” trasforma il protagonista da un antennista a messia del quartiere. Non mancano riferimenti a situazioni sociopolitiche delle borgate romane, più in generale delle periferie delle grandi città e anche alle vignette satiriche su Osho, ideate da Federico Palmaroli, che spopolano sui social media.
La parabola dell’antennista di Centocelle trasformato in santone anche dal tam-tam sui social diventa allo stesso tempo anche una riflessione sulle contraddizioni dell’uso dei social e sulle conseguenze della viralità.
In un clima spesso sospeso tra il serio e il faceto, importanti temi come l’identità, la dispersione scolastica, l’immigrazione, le storture dello showbusiness e della politica vengono toccati con il giusto grado di leggerezza, tanto che lo spettatore si ritrova facilmente a pensarvi anche dopo terminato la visione della serie. Si tratta di uno dei migliori prodotto Rai degli ultimi anni, una serie coinvolgente ed incalzante che meriterebbe maggiore fama.

 

Dott. Vincenzo Mele

 

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