MURO LUCANO: Davide e la Via Francigena

 

Aldo Bianchini

I familiari, gli amici, il parroco e il sindaco si stringono intorno a Davide poco prima della partenza

SALERNO – Nella vita di ognuno di noi capita di riavvolgere il nastro e ritornare, per quanto possibile, a rivivere in una sorta di flashback le immagini del passato per rilanciarle verso un futuro possibile tenendo, ovviamente, conto del presente.

E questo può, e deve, accadere a tutte le età e non soltanto a me o ad alcuni dei miei pochi amici muresi con i quali ho condiviso i banchi delle elementari, come i proff. Giuseppe Autunno e Vito Claps che a volte mi onorano di qualche loro scritto; riflessioni sempre pungenti e penetranti.

E credo che sia accaduto anche al giovanissimo Davide Calabrese che pochi giorni fa ha inforcato la sua bicicletta e, caricato di zaini stracolmi delle normali necessità di vita, ha cominciato il suo lungo viaggio da Muro Lucano verso il santuario della Madonna di Medjugorje in Bosnia Erzegovina con l’obiettivo che definire soltanto religioso è fortemente riduttivo rispetto, come penso, ai contenuti che lo stesso Davide potrebbe aver dato al suo lungo peregrinare.

E’ indicativa la scelta della “Via Francigena” (per raggiungere il santuario) che in principio dall’Europa del Nord arrivava fino a Roma e che nei secoli successivi si è spinta fino in Puglia (da Canterbury nell’Inghilterra Meridionale a Santa Maria di Leuca in provincia di Lecce) in un disegno di riammagliamento stradale che era, soprattutto, una straordinaria e per certi versi impensabile ricongiunzione storico-epocale tra le più svariate culture imperiali e post romaniche alla continua ricerca della loro specifica identità, una ricerca mascherata dall’immagine del Santo Sepolcro come assoluto risolutore delle intricate problematiche di quei secoli che diedero, poi, vita alla rivoluzione verso la modernità che in parte ancora oggi viviamo.

Davide Calabrese sta cercando di rifare il percorso al contrario, da sud al nord e specificamente verso il centro dell’Europa; lui che non deve andare al Santo Sepolcro ma a Medjugorje, per un sano tentativo di riportare indietro (solo apparentemente) le lancette della storia con la speranza di superare le ideologie che ancora spaccano i popoli e ricondurli con l’immagine della Madonna verso la riappacificazione europea e globale.

Davide Calabrese pochi minuti prima di partire

Ovviamente non sono nel pensiero di Davide e neppure intento esplorarlo, ma dalla sua ferma volontà di andare incontro a sacrifici (fisici e psicologici) inenarrabili si può desumere, come sto cercando di fare, che lo scopo del suo viaggio non deve essere catalogato semplicemente come un’impresa amatoriale e/o sportiva, ma allo stesso deve essere conferito un riconoscimento diverso che va ben oltre i mille e più chilometri che lo separano dalla piccola località della Bosnia Erzegovina. Anche perché, tra l’altro, lui ha scelto il percorso più lungo e più difficile proprio per significare che il raggiungimento di specifici obiettivi socio-culturali-politici prevede sempre percorsi non solo tortuosi ma anche irti di immense difficoltà.

Trent’anni spesi molto bene, quelli di Davide che, lasciando famiglia, amici e affetti più cari, vuole dimostrare che volere è potere.

Chi lo ha salutato lo ha, verosimilmente, ben capito e davanti alla chiesa di Sant’Andrea Apostolo di Muro Lucano è stata toccante la preghiera di benedizione specifica per i viaggiatori e i loro mezzi di trasporto. Tra i tanti che lo hanno salutato non poteva mancare il parroco don Thomas che ha benedetto il viaggio alla presenza del giovane sindaco Giovanni Setaro.

Qualche riflessione l’ha dedicata, e non poteva essere altrimenti vista la sua giovane età, ai social con i quali e sui quali ha promesso di parlare al compimento della sua avventura.

E senza voltarsi indietro ha puntato i piedi sui pedali e via verso quella meta che per lui, credo, non rappresenta soltanto la concretizzazione di un sogno.

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *